La Segretaria per la Sicurezza Interna americana, Kristi Noem, è scesa in campo al fianco degli agenti federali a New York City. Martedì 28 gennaio, Noem, indossando un giubbotto antiproiettile e un cappellino da baseball, si è atteggiata a sceriffo e ha presenziato alla riunione dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE). Obiettivo dell'operazione? Effettuare diversi blitz prima dell'alba, concentrandosi su immigrati irregolari con precedenti penali, accusati di reati che spaziano dall'omicidio al furto fino al sequestro di persona.
Secondo le autorità, uno dei principali bersagli dell’operazione di martedì era un cittadino venezuelano, sospettato di appartenere a una gang e ricercato in Colorado per numerosi mandati di cattura, tra cui accuse di rapimento, furto con scasso e possesso illegale di armi da fuoco.
L’operazione nel Bronx ha coinvolto circa trenta agenti e ha portato a un numero limitato di arresti. Noem ha sottolineato di essere soddisfatta dell'esito del blitz. "Operazione di contrasto a New York. Un criminale straniero con accuse di rapimento, aggressione e furto è ora in custodia grazie all'Ice", ha scritto Noem su X, aggiungendo: "Delinquenti come questo continueranno a essere rimossi dalle nostre strade. Noi stiamo facendo esattamente ciò che il presidente Trump ha promesso al popolo americano: rendere le nostre strade sicure".
Le operazioni di arresto condotte dall'Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno avuto inizio nei primi giorni dell'amministrazione Trump. Tuttavia, diverse di queste incursioni, avvenute in varie città degli Stati Uniti, sono state documentate e largamente diffuse. Kristi Noem ha dichiarato che registrare queste operazioni serve a garantire maggiore trasparenza.
"Non è uno spettacolo", ha affermato Noem in un'intervista a CBS News: "Si tratta dell'applicazione della legge del nostro Paese e del rispetto del processo giudiziario. La giustizia deve essere equamente distribuita a tutti. Vogliamo che ci sia trasparenza. Ritengo che sia una misura di responsabilità".
Questa messa in scena mediatica ricalca perfettamente il modello trumpiano di leadership, in cui la politica non si limita alle decisioni amministrative, ma diventa spettacolo, emozione e simbolismo. La lotta all’immigrazione clandestina non viene presentata come una questione da gestire con equilibrio e pragmatismo, ma come una battaglia in cui lo Stato si erge a difensore armato della sicurezza nazionale.
L’obiettivo non è solo rafforzare il consenso tra gli elettori più intransigenti, ma anche distogliere l’attenzione da questioni più complesse e strutturali legate alla migrazione, trasformando il problema in una narrazione semplificata di “noi contro loro”, dove il governo repubblicano si presenta come l’unico baluardo contro il caos e la criminalità. In questo contesto, l’episodio di Noem nel Bronx non è un semplice intervento operativo, bensì una scena perfettamente costruita per rafforzare il mito dell’“uomo forte” al governo, pronto a combattere direttamente sul campo.