28 Jan, 2025 - 15:34

Caso Almasri, vittoria dell'opposizione: il Governo in Aula per spiegare perchè lo ha scarcerato

Caso Almasri, vittoria dell'opposizione: il Governo in Aula per spiegare perchè lo ha scarcerato

Il giorno X segnato sul calendario del governo è il 29 gennaio 2025, ovvero domani. Nel tardo pomeriggio di domani, i ministri dell'Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, parleranno alla Camera e al Senato di cosa sia successo fra il 19 e il 21 gennaio riguardo l'arresto e poi la scarcerazione di Najeem Osema Almasri Habis.

Il generale libico, accusato dalla Corte penale internazionale di tortura e crimini di guerra, è tornato nel suo paese con un volo di stato: alle opposizioni non tornano innanzitutto le motivazioni che sono state proposte, dal cavillo giuridico alla necessità di rimpatriare subito Almasri per la sua pericolosità sociale.

La speranza per il governo è che Nordio e Piantedosi domani siano abbastanza convincenti da spegnere le polemiche per un caso che, in realtà, abbraccia temi più complessi, come l'uso dei migranti quali arma politica per far pressione su stati poco "amichevoli".

Nordio e Piantedosi parlano domani del caso Almasri

Giorni di pressanti richieste hanno portato a un primo risultato, che per le opposizioni vale tanto sulla carta: portare due membri del governo a parlare dei motivi che hanno reso l'arresto lampo di Amasri tanto indigesto per l'Italia. E non sono mica due ministri di poco conto: il Guardasigilli e il titolare del Viminale si presenteranno alla Camera e al Senato per spiegare la versione dell'esecutivo.

Perché il generale libico è stato arrestato e poi rilasciato così velocemente? Si è trattato di una decisione politica su "pressione" delle autorità militari libiche? Si è cercato di evitare altri sbarchi sulle coste italiane di migranti libici e non? Queste e altre domande saranno sicuramente al centro degli interventi dei partiti di opposizione, che avevano premuto sul ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani affinché Nordio parlasse alle Camere.

Inizialmente era soltanto il ministro della Giustizia ad esser richiesto, tanto le parole del 23 gennaio pronunciate da Piantedosi alla Camera erano risultate in contrasto con quanto detto dallo stesso Nordio. Nessun cavillo giuridico - secondo il titolare del Viminale - ma urgenza di rimpatriare un personaggio dalla spiccata pericolosità sociale, tanto da preparare un aereo ben prima dell'ordine di scarcerazione.

Silvestri: "Per colpa di Almarsi tanti scappano dall'Africa"

I contenuti delle due informative non sono ancora noti al momento, ma resta il disagio e l'imbarazzo palpabili all'interno dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. La premier sa che il tema dei migranti, legato a sua volta al "Piano Mattei" e anche agli accordi energetici fatti con Tunisia, Arabia Saudita, ecc., è importante per confermare quell'immagine di sicurezza e importanza sui palcoscenici internazionali che ritiene di aver ridato all'Italia.

Tornando alle opposizioni, il fatto di aver portato a parlare alle Camere anche Nordio è un primo segnale che il governo adesso si trova in difficoltà. Francesco Silvestri, capogruppo a Montecitorio per il Movimento 5Stelle, trova alquanto sconcertante che un personaggio come Almarsi - con accuse molto gravi a suo carico - abbia potuto lasciare impunemente l'Italia:

virgolette
Il caso Almarsi è un caso pesantissimo: abbiamo preso una di quelle persone per la quale gli africani scappano dall'Africa e vengono in Italia, perché non vogliono essere torturati, stuprati e sfruttati. Noi abbiamo preso un soggetto del genere e lo abbiamo rimandato in Africa: questa sarebbe la donna madre e cattolica...

Nelle parole di Silvestri emerge come il nostro paese non abbia guadagnato alcunché in termini di rispetto o prestigio agli occhi altrui e che spesso, fra i vari motivi che spingono tantissime persone (più o meno giovani) a lasciare i loro paesi di origine c'è la paura per la propria incolumità fisica, bistrattata e poco considerata da una premier - come Meloni - che mette al primo posto soltanto la sicurezza del suo paese.

I migranti come arma di ricatto

In termini astratti sarebbe difficile trovare persone che non condividano il desiderio o l'auspicio che il luogo in cui si è nati o dove si vive non sia pericoloso per sé stessi o per gli altri. Il problema però, a livello non soltanto italiano ma anche europeo, è che ciò viene raggiunto a discapito degli altri.

Anche in Germania la CDU, partito della cancelliera Angela Merkel, ha aperto a politiche migratorie più restrittive (rincorrendo su questo campo l'estrema destra dell'AfD), mentre solo la Spagna mostra di aver adottato leggi che permettono l'inserimento lavorativo e sociale delle persone migranti (pur respingendone molte altre a Ceuta e Melilla).

La questione Almarsi viene discussa da maggioranza e opposizione in termini sì accesi, ma che dimenticano un particolare molto importante: paesi come Libia e Tunisia, al centro del cosiddetto "Piano Mattei", sono pronti ad usare i migranti come arma politica per far pressione sull'Italia (o su altri) nel momento del bisogno.

Non appena diffusasi la notizia dell'arresto del generale libico, diversi barconi sono partite dalle coste della Libia in direzione dell'Italia. Il tutto è finito quando Almarsi è stato accolto da una folla festante all'aeroporto di Tripoli: i piccoli paesi usano le persone come arma di ricatto contro i grossi paesi, non pronti a gestire il rischio di pressioni popolari o di veder scoperti accordi più o meno segreti con chi viene poi accusato di sevizie e di torture.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Informativa alle Camere: il 29 gennaio 2025, i ministri Piantedosi e Nordio parleranno in Parlamento riguardo l'arresto e la scarcerazione di Najeem Osema Almasri, un generale libico accusato dalla Corte Penale Internazionale di torture e crimini di guerra.

  • Controversie politiche: la scarcerazione di Almasri ha suscitato polemiche politiche, con le opposizioni che accusano il governo di non aver giustificato adeguatamente la decisione, mentre il governo spera che le dichiarazioni dei ministri possano spegnere le critiche.

  • Migranti come strumento politico: il caso di Almasri solleva il tema dell'uso dei migranti come arma politica, con paesi come Libia e Tunisia che esercitano pressioni su l'Italia attraverso la gestione dei flussi migratori.

AUTORE
foto autore
Pasquale Narciso
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE