28 Jan, 2025 - 18:20

Alvin Kevin Presti scomparso nel 2023, il padre: "Torna presto, manchi a tutti noi"

Esclusiva di
Tag24
Alvin Kevin Presti scomparso nel 2023, il padre: "Torna presto, manchi a tutti noi"

Il 28 ottobre 2023, il quarantenne Alvin Kevin Presti, scomparve misteriosamente da Bellano, in provincia di Lecco. 

Ospite del CRA, la struttura sanitaria in cui era in cura, l'uomo stava attraversando un periodo di fragilità. 

Nonostante il momento difficile, è sempre stato supportato, aiutato e visitato dai suoi genitori, ai quali era molto legato. 

Un giovane seguito con attenzione, mai abbandonato a sé stesso e determinato a ritornare dal papà in tempi brevi, per ricominciare una nuova vita all'insegna di tempi migliori. 

In quel freddo sabato autunnale, però, qualcosa è cambiato per sempre: Alvin si è allontanato volontariamente dalla clinica, senza farvi più ritorno. 

È stato l'inizio di un calvario, che perdura senza sosta da quasi due anni. Tanti i dubbi e troppo poche, se non nulle, le risposte. 

Tag24 ha intervistato in esclusiva per il quotidiano Ignazio, padre dello scomparso, per ricostruire insieme l'intera vicenda. 

Alvin Kevin Presti scomparso: la genesi

Al telefono con Tag24, Ignazio, è emotivamente scosso per l'altalena emozionale vissuta in tutto questo lungo tempo.

L'assenza dell'amato figlio è straziante, e la speranza di ricevere, prima o poi una sua telefonata lo tiene intrappolato in un circolo vizioso senza via d'uscita. 

"La sua scomparsa mi ha devastato psicologicamente e fisicamente. Ho avuto recentemente un'ischemia coronarica", racconta il genitore.

"Alvin era in carico al Centro Psicosociale di Lecco. Ha scelto volontariamente di intraprendere un percorso di riabilitazione", prosegue.

"Ha reagito bene sia dal punto di vista farmacologico che psicologico, ed era costante nell'assunzione della terapia assegnatagli".

"Interagiva bene con l'ambiente e con le persone presenti nella clinica. Successivamente gli è stato concesso di uscire congiuntamente con gli operatori e poi anche insieme a me". 

"Visti i buoni risultati, ha iniziato a svolgere dei compiti per la struttura, come ad esempio fare un po' di spesa in giro, ed è sempre tornato. Era entusiasta dei piccoli obiettivi raggiunti".

L'allontanamento del 40enne

"Quel maledetto sabato è uscito per fare un giro, come da routine, lì a Bellano, e gli operatori gli hanno chiesto di comprare delle mozzarelle", spiega.

"Non perché gli servissero urgentemente, ma per spronarlo a tornare sempre di più alla normalità".

"Alvin quel giorno era tranquillo. È andato via intorno alle 16:30, come confermato dagli infermieri, il personale sanitario e dai carabinieri", specifica il padre.

"Nella sua stanza, più precisamente in una borsa, ha lasciato tutti i suoi effetti personali, tra cui il cellulare e i documenti d'identità".

"Senza smartphone, giustamente, non è stato possibile tracciarlo mediante GPS, e le forze dell'ordine non hanno potuto fare molto", sottolinea Ignazio.

"Mi stranisce che abbia lasciato tutto lì, non portando nulla con sé. Come ha fatto a sostentarsi e vivere fino a ora?", continua il genitore.

Nessuna confidenza su nuove conoscenze

A questo punto, una domanda sorge spontanea: e se il 40enne fosse stato aiutato da qualcuno a ricominciare una nuova vita lontano da tutto e tutti?.

"Alvin non mi ha mai parlato di nuove conoscenze, di potenziali amici o di una compagna di vita", spiega Ignazio.

"Al massimo mi raccontava di quando andava a prendere il cappuccino dal barista: momenti di vita quotidiana, ma niente di tutto questo".

Un allontanamento che non convince, come nel caso di Giacomo Solinas, scomparso da Gonnesa, l'8 luglio 2023.

La vita in clinica

"Se mi ha tenuto qualcosa nascosto riguardo a potenziali conoscenze, purtroppo non me l'hai mai detto, o non saremmo qui". 

"Nonostante gli ottimi rapporti con il personale sanitario, si trattava comunque di un ospedale".

"Mio figlio non era di certo in villeggiatura e, nonostante l'impegno, potrebbe non aver resistito all'impulso di andar via...".

Il bisogno della terapia farmacologica

"Alvin deve seguire la sua terapia farmacologica, ma potrebbe averla interrotta da troppo tempo".

"Gli bastava attendere un altro po' di tempo e sarebbe tornato a casa: i miglioramenti erano oggettivi".

"Ovviamente mi chiedeva ogni tanto: 'Papà, prima o poi tornerò a casa, staremo insieme, vero?'. Ci eravamo accordati per una data in cui sarebbe uscito".

"Eravamo tutti abbastanza tranquilli, perché la sua scelta era volontaria ed era un ragazzo in regola. Se si fosse impuntato ad andar via, nessuno avrebbe potuto fermarlo".

"Dunque non aveva necessità di fuggire, gli bastava firmare e basta. Nessuno rischiava una denuncia penale o problemi di alcun tipo. Doveva solo attendere qualche mese".

L'appello alle istituzioni e gli avvistamenti

"Mi appello alle istituzioni per continuare a portare avanti le ricerche di mio figlio, come è stato fatto in passato", prosegue il genitore. 

"Anche in borghese, gli agenti si sono subito recati nei luoghi di alcuni potenziali avvistamenti, senza ottenere, purtroppo, risultati concreti. 

"Negli scorsi anni ho ricevuto delle segnalazioni. Secondo un testimone che non ho mai conosciuto, ma che ha parlato con i carabinieri, mio figlio sarebbe stato accompagnato da Bellano la sera della scomparsa e lasciato nelle vicinanze di Sondrio, nei pressi di un centro commerciale".

"Questo è stato il primo avvistamento certo, il secondo proprio a Sondrio. Tutte le altre testimonianze ricevute non sono state così attendibili".

L'ipotesi di un aiuto esterno

"Quando un figlio scompare improvvisamente, sono tante le domande che ti balenano in testa. A volte mi sono chiesto se qualcuno stia offrendo ospitalità ad Alvin, se lo stia coprendo per qualche motivo", continua.

"Perché è incredibile come se la stia cavando senza documenti, effetti personali e farmaci. Tutti gli avvistamenti raccontavano di aver visto un uomo sorridente, pulito e ben curato".

"Ovviamente non so più com'è. L'idea è che possa aver conosciuto, ma non credo sia accaduto".

"Nelle condizioni in cui Alvin era in clinica, non sta facendo un favore a mio figlio a nasconderlo e ospitarlo. Se prendeva dei farmaci, vuol dire che ne aveva bisogno".

"Converrà con me che questa è l'ipotesi meno tragica. Potrebbe essere stato vittima di malintenzionati e in pericolo", conclude. 

"Alvin torna presto a casa, risolveremo tutto"

"Alvin, torna da me. Io nel frattempo continuerò a cercarti, ma non per riportarti in struttura, non accadrà. Sarai libero di scegliere autonomamente ciò che è meglio per te". 

"Figlio mio, basta dirmi dove ti trovi e verrò a prenderti, te lo prometto. Chiamami, comunicami che stai bene, che tutto prosegue per il verso giusto".

"Poni fine a questo incubo, ti voglio bene e non smetterò mai di pensarti". 

 

 

 

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Antonio Preziosi
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