Non si è ancora spenta l'eco delle proteste, composte nella forma ma clamorose nella sostanza, dei magistrati nelle varie inaugurazioni dell'anno giudiziario 2025 che si sono tenute in tutta Italia. Coccarda tricolore al petto e copia della Costituzione in mano, a Napoli molti magistrati hanno lasciato il proprio posto quando è intervenuto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Che magistratura e governo spesso discutano su cosa sia meglio per le rispettive categorie non è certo una novità, ma la recente approvazione alla Camera della riforma sulla separazione delle carriere ha aperto la concreta possibilità di una modifica costituzionale dai risvolti importanti.
Tag24 ha contattato Luca Palamara, ex magistrato e candidato alle Europee 2024 per Alternativa Popolare: il suo commento ribadisce le sue posizioni in passato riguardo al correntismo nella magistratura italiana e alla necessità di porvi rimedio.
Non manca anche una stoccata alle proteste che hanno caratterizzato le giornate giudiziarie del 25 e 26 gennaio 2025: "Ancora una volta la sinistra giudiziaria è centrale nel governo della magistratura".
Era uno dei punti nel programma del governo, molto più caro a Forza Italia che a Fratelli d'Italia o alla Lega, ma il primo sì della Camera al ddl costituzionale lo scorso 16 gennaio ha fatto iniziare l'iter per l'introduzione nel nostro ordinamento giuridico della separazione delle carriere dei giudici.
Molti esponenti forzisti, appoggiati anche da quelli di Azione e di Italia Viva, si sono detti contenti per una riforma che garantirà la terzietà della parte giudicante nei processi, dividendola da chi - come i Pubblici ministeri - gestisce le indagini. Questa è anche la convinzione del Guardasigilli Carlo Nordio, che ha visto con triste stupore le proteste in tutta Italia da parte dei magistrati, preoccupati che il potere politico arrivi a incidere anche sulla loro indipendenza.
Il nostro grido di allarme in difesa della Costituzione.
— ANM Associazione Nazionale Magistrati (@ANMagistrati) January 25, 2025
Oggi in tutto il Paese con la Carta in mano e il tricolore sulle toghe. pic.twitter.com/wtxafWjQ3U
A tal proposito, Tag24 ha contattato Luca Palamara, il più giovane presidente dell'Associazione nazionale magistrati (ANM, dal 2008 al 2012) e capolista per la circoscrizione Italia centrale alle Europee 2024 per Alternativa Popolare: in passato aveva già definito la separazione delle carriere "una battaglia di civiltà giuridica".
Molti esponenti di destra, specialmente quelli di FI e FdI, si sono detti convinti che le proteste dei magistrati fossero un segnale non positivo: considerata la certezza esternata da Nordio e dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto che la separazione delle carriere garantirà l'indipendenza della magistratura, è però preoccupante questo rigetto in toto dell'idea di cambiamento.
Il senatore forzista Maurizio Gasparri ha parlato addirittura di "eversione" perseguita da parte delle minoranze politicizzate presenti all'interno della magistratura, e il commento di Palamara sulla vicenda sembra non discostarsene molto.
Se anche la protesta è legittima, come lo stesso Nordio ha tenuto a precisare in questi giorni, per Palamara è altrettanto importante riconoscere quanto ci sia anche una motivazione politica che orienti una parte della magistratura, preventivamente refrattaria a qualunque tentativo di riforma portata avanti dai governi, tanto più se sono di centrodestra.
Un altro punto importante nel dibattito politico riguarda sia il sorteggio dei componenti che andranno a formare i due Csm, quello giudicante e quello requirente che la preoccupazione che il potere giudiziario finisca condizionato irrimediabilmente da quello esecutivo.
Le tre forze al governo hanno idee diverse riguardo il primo punto, e persino il viceministro Sisto ha avanzato recentemente i propri dubbi sull'efficacia dello strumento del sorteggio.
Una vicenda che all'apparenza non sembra smuovere animo alcuno nei palazzi di Giustizia. E questa è la cosa forse più allucinante. #Palamara pic.twitter.com/bzHgSnesMp
— Daniela Santanchè (@DSantanche) March 26, 2021
Tutti però hanno un unico obiettivo: evitare che la magistratura soffra ancora per la formazione al suo interno delle correnti politiche, che - queste sì - arrivino a indirizzarne l'attività giuridica e comunicativa in senso contrario agli obblighi e ai doveri della categoria.
Palamara ricorda a tal proposito la sua esperienza quando era presidente dell'ANM, dicendosi convinto che molte delle rimostrante mostrate dai magistrati siano dettate dalla paura che manchi loro una qualche forma di appoggio politico.
C'è necessità anche di creare la possibilità di una turnazione all'interno della stessa magistratura, dando la possibilità a figure giovani di lavorare senza condizionamenti:
Riguardo al timore che i magistrati con la riforma Nordio siano poi succubi dell'esecutivo, il candidato di Alternativa Popolare rigetta con poche e chiare parole questa paura:
La #magistratura oggi è già profondamente condizionata dalla politica tramite le correnti, come abbiamo visto nel caso Palamara. Di questa riforma il fatto più importante è il #sorteggio dei componenti dei due CSM che renderà più difficile per correnti e politica controllare i… pic.twitter.com/Dtl2HFOR4Q
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 19, 2025
Un ultimo punto è dedicato anche a ciò che attende il ministero della Giustizia in un prossimo futuro. Ci sono le carceri italiane che soffrono da anni di sovraffollamento, così come scontano la mancanza di personale propriamente preparato; nei tribunali italiani esiste un'altra mancanza, quella di giudici che si facciano carico anche di tutti quei procedimenti che le nuove fattispecie di reato introducono.
Secondo Palamara, il ministro Nordio deve lavorare innanzitutto su quest'aspetto, dotando dei mezzi necessari i magistrati affinché il loro lavoro non si rallenti fino a ingolfare i tribunali; dall'altro mediare fra chi ritiene necessario una riforma sostanziale della giustizia in Italia e chi, invece, ritiene che i correttivi non debbano essere tanto dirompenti da inficiarne l'indipendenza:
Proteste dei magistrati e separazione delle carriere: le recenti proteste dei magistrati contro la riforma sulla separazione delle carriere hanno scatenato un acceso dibattito, con critiche da parte di alcune forze politiche di destra che vedono in queste manifestazioni un'opposizione politica, specialmente dalla "sinistra giudiziaria". La riforma mira a separare le funzioni giudicanti da quelle di pubblici ministeri, ma i magistrati temono un possibile indebolimento della loro indipendenza.
Ruolo politico delle correnti nella magistratura: Luca Palamara, ex presidente dell'ANM, evidenzia come la magistratura sia spesso influenzata dalle correnti politiche interne, che potrebbero compromettere l'autonomia del sistema giudiziario. Palamara sostiene la necessità di un sorteggio per le nomine nei CSM, ritenuto un antidoto alle correnti politiche che condizionano l'attività giuridica.
Sfide future per la giustizia italiana: il ministro della Giustizia Carlo Nordio è chiamato a risolvere diverse problematiche, tra cui il sovraffollamento delle carceri e la carenza di magistrati. Palamara sottolinea la necessità di una riforma che non comprometta l'indipendenza della magistratura, ma che al contempo migliori le risorse e le condizioni di lavoro, affrontando le emergenze attuali del sistema giudiziario.