Si è fatta attendere, ma alla fine è arrivata la risposta di Chris Brown. Il cantante ha denunciato la Warner Bros. e Ample per diffamazione, dopo il rilascio del controverso documentario "Chris Brown: A History of Violence" dello scorso 27 ottobre 2024. A distanza di quasi 3 mesi, l'artista di "With You" ha diffuso la notizia, grazie a un post pubblicato sul suo profilo ufficiale di Instagram.
Cifra da capogiro, ben 500 milioni di dollari, quella richiesta da Chris Brown alla nota casa cinematografica Warner Bros. per risarcire gli eventuali danni d'immagine e lo stress provocati dalla diffusione del documentario. Una diatriba prevedibile, dato il delicato e sensibile contenuto della docuserie.
"Chris Brown: A History of Violence", in effetti, disponibile sul canale Investigation Discovery, ha tirato sotto le luci dei riflettori l'icona R&B per le accuse di violenza sessuale ai danni di una misteriosa donna, che, però, ha voluto mantenere l'anonimato. La serie investigativa, così, ha ricostruito il terribile passato oscuro di Chris Brown, già noto alle autorità e ai media per le sue inclinazioni violente.
In un Paese già nella morsa degli scandali, dopo l'orribile Caso Puff Daddy, la docuserie "Chris Brown: A History of Violence" ha gettato altra benzina sul fuoco. Stavolta, protagonista della "gogna mediatica" il cantante di "Forever", Chris Brown, accusato da una donna - identificata come Jane Doe - di averla drogata e violentata sullo yacht proprio di P. Diddy.
Sofferto il racconto della vittima, riportato dalla rivista People, nel quale spiegava le modalità dello stupro perpetrato dall'artista. Queste le sue parole:
Eppure, la misteriosa Jane Doe non è l'unica donna ad aver denunciato il comportamento aggressivo e violento di Chris Brown. In precedenza, anche le ex fidanzate Rihanna e Karrueche Tran hanno accusato il 35enne di maltrattamenti domestici, percosse e minacce. Tuttavia, a differenziare i tre episodi, sarebbe il modo in cui Brown avrebbe violentato Jane Doe, una maniera che ha ricordato troppo da vicino quella adoperata da P. Diddy durante i suoi "Freak Off".
Il documentario, quindi, non ricostruisce solamente quest'ultima vicenda, ma tira nuovamente in ballo tutti i casi giudiziari a carico del cantante di "Under The Influence". Anzi, a tal proposito la stessa vittima ha dichiarato di aver deciso di raccontare la propria storia poiché: "Nessuno dei testi smentisce l'avvenuta violenza sessuale. Voglio che la gente se ne renda conto e la smetta di svergognare le vittime e/o di chiamarle bugiarde solo perché amano un artista che nemmeno conoscono".
Ecco il trailer del documentario "Chris Brown: A History of Violence":
Variety è riuscita a ottenere il testo della denuncia di Chris Brown contro la celebre Warner Bros., la casa produttrice a monte del progetto insieme alla Ample e agli altri produttori, per "diffamazione" e "inflizione intenzionale di stress emotivo". Il cantante, quindi, è sul piede di guerra e ha chiesto 500 milioni a mo' di risarcimento per i danni subiti dalla diffusione del documentario.
Secondo quanto dichiarato da Chris Brown, infatti, quando descritto e detto nella docuserie sarebbe frutto delle menzogne della presunta vittima, così come le prove a sostegno della violenza. Ad annunciare la decisione lo stesso cantante, che con un post Instagram ha mostrato il testo della denuncia redatta dallo studio legale McCathern, Shokouhi e Evans.
Nella lettera si legge:
Chris Brown e i suoi legali, comunque, hanno spiegato nel documento della causa che il racconto della violenza sessuale sarebbe stato smentito più volte. Persino le prove documentate nella serie tv sarebbero state "screditate più e più volte e la stessa Jane Doe era autrice di violenza domestica contro i suoi partner e molestatrice".
Non solo, gli avvocati hanno tenuto a sottolineare come la verità dietro le presunte accuse di maltrattamenti, abusi e violenze a carico del cantante, vincitore di un Grammy, sia già stata riconosciuta e approfonditamente eviscerata in un altro documentario, risalente allo scorso 2017 e dal titolo "Chris Brown: Welcome To My Life".
"Da allora - hanno continuato i legali - Chris Brown è cresciuto da quelle esperienze e la sua evoluzione parla da sé". Però, né la casa cinematografica statunitense né gli altro produttori della docuserie hanno commentato la notifica della denuncia. Dunque, non è chiaro, al momento se la questione finirà in tribunale o se le parti abbiano intenzione di raggiungere un accordo privato.