Un apparente lieto fine per i familiari di Stefano Zini, scomparso da Rimini nel 2004 e ritrovato a vent'anni di distanza dal suo allontanamento.
Trentenne all'epoca dei fatti, l'uomo aveva fatto perdere le sue tracce, interrompendo i contatti con familiari, amici e conoscenti.
Negli ultimi giorni, la madre, che non ha mai smesso di cercare l'amato figlio, ha potuto finalmente trovare risposte alle sue domande e, anche se brevemente, riabbracciarlo.
La sparizione di Stefano coincide con un periodo di fragilità vissuto dall'allora giovane.
Dopo un breve soggiorno all'interno di una comunità nella provincia di Forlì, nel 2004, Zini lasciò la Romagna alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Nessun messaggio, chiamata o altra notizia è mai pervenuta ai genitori, entrambi vittime di un lungo silenzio assordante.
La madre dell'oggi cinquantenne ha denunciato la scomparsa dell'uomo alle forze dell'ordine soltanto nel 2022.
Le motivazioni legate a questa scelta restano tuttora ignote. Successivamente sono state avviate le ricerche di rito, in collaborazione con l'associazione Penelope Italia OdV.
L'ente no-profit, fondato da Gildo Claps, rappresenta oggi una rete di sicurezza e conforto per i familiari di persone svanite misteriosamente.
Negli anni, grazie alla catena di condivisione e informazione promossa dall'organizzazione di volontariato, sono giunti molteplici avvistamenti di Zini.
Stefano però, non si è mai nascosto, avendo scelto di vivere la sua vita nel pieno del libero arbitrio.
Per una mera casualità è stato identificato e ritrovato durante un controllo di routine dai carabinieri di Conegliano, in Veneto.
L'uomo ha fornito serenamente i propri documenti d'identità agli agenti, e l'identikit combaciava con quello presente nei loro database.
Oggi conduce una vita semplice, per strada, come clochard, un percorso che avrebbe scelto autonomamente.
Ad accompagnare la madre di Stefano in un primo incontro con il figlio è stata Marisa Degli Angeli, presidente della sezione Emilia-Romagna di Penelope Italia OdV.
La volontaria è la madre di Cristina Golinucci, la 21enne scomparsa nel 1992 da Forlì.
Zini, inizialmente diffidente nei confronti del genitore, ha infine parlato con la donna, sottolineando che non intende cambiare in alcun modo il proprio attuale stile di vita.
Nessun rientro a casa, dunque, una pillola amara per la madre, solo parzialmente rasserenata.
Per quanto Stefano Zini abbia scelto di vivere secondo le proprie regole, questa non può essere considerata una vera storia a lieto fine, soprattutto dal punto di vita di un genitore.
Nessuna madre o padre desidererebbe vedere un figlio condurre una vita così difficile, segnata da condizioni precarie e dalla mancanza di una rete di supporto.
La donna, oggi 87enne, nonostante il sollievo di averlo ritrovato, continua a sperare che lui possa reintegrarsi nella società.
Con l'aiuto dell'associazione Penelope Italia OdV, la donna auspica di offrirgli un sostegno concreto e di accompagnarlo verso un futuro migliore.
La speranza è che, dopo un periodo di riflessione, Stefano possa riconsiderare la sua decisione e, volontariamente, scegliere un percorso di cambiamento.
Solo allora si potrebbe parlare di un vero epilogo positivo.
Mentre per Stefano Zini si è rivelata cruciale l'ipotesi che potesse essere diventato un senzatetto, per Massimo Torregrossa questa possibilità si è rivelata un illusione.
L'ex sacerdote, scomparso il 13 agosto 2019 a Catanzaro, capoluogo della Calabria, era stato presumibilmente avvistato il 17 dicembre 2024 a Pineto, una cittadina in provincia di Teramo.
Un clochard, molto somigliante all'uomo, si aggirava nella cittadina in provincia di Teramo e aveva riacceso le speranze di una conclusione per quella drammatica vicenda.
Purtroppo, da un controllo approfondito effettuato dalle forze dell'ordine, è emerso che si trattava di una persona diversa.
Come per Stefano Zini, anche nel caso di Torregrossa si è ipotizzato che una vita da chlochard