Un accordo di cessate il fuoco è stato raggiunto per porre fine a 15 mesi di conflitto nella Striscia di Gaza. L'annuncio giunge dopo settimane di colloqui mediati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, nel pieno di un rigido inverno che ha aggravato le sofferenze dei civili a Gaza e in un contesto di tensioni in Medio Oriente che hanno complicato la posizione dell'Iran, storico avversario di Israele.
Secondo quanto affermato dalla Casa Bianca, la tregua inizierà immediatamente. Ma il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha annunciato in una conferenza stampa a Doha che l'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio.
In base a una sezione dell'accordo, redatta in inglese e approvata da Hamas, Israele sposterà le proprie forze verso est, ritirandosi dalle aree densamente popolate della Striscia di Gaza.
Contestualmente, Hamas rilascerà 33 ostaggi in cambio di 100 prigionieri palestinesi condannati all'ergastolo, come indicato nel documento. Israele, inoltre, libererà 1.000 detenuti palestinesi non coinvolti negli attacchi del 7 ottobre. Il testo prevede anche la liberazione di un numero indefinito di prigionieri palestinesi che verranno trasferiti all'estero o rilasciati a Gaza.
"I mediatori (Qatar, Stati Uniti ed Egitto) lavoreranno per garantire l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza", ha annunciato Al Thani. Lo sceicco ha sottolineato che saranno predisposti meccanismi per monitorare eventuali violazioni, ma la reale efficacia dell’accordo dipenderà dall’impegno delle parti coinvolte e dal continuo sostegno dei mediatori.
Questo accordo per il cessate il fuoco rappresenta prima vera pausa nella violenza dopo la fine della tregua temporanea del 1° dicembre 2023. Va precisato che non esiste alcun percorso condiviso tra Hamas e Israele verso la pace, ma siamo comunque di fronte ad un capitolo importante della guerra.
L'intesa raggiunta rappresenta indubbiamente una vittoria per il presidente americano eletto Donald Trump, che è riuscito dove ha fallito Joe Biden. Quest'ultimo era visto come un filosionista, ma anche come grande avversario di Netanyahu. Alla fine, Biden non è riuscito a piegare il presidente israeliano, cosa che invece ha fatto Trump, costringendolo a cedere sulla questione del rilascio degli ostaggi.
Contrariamente alle previsioni, Trump non si è schierato unilateralmente con Netanyahu. Il tycoon infatti pensa che si debba arrivare ad un accordo tra Arabia Saudita e Israele, con la benedizione degli Stati Uniti. Secondo questo accordo, Israele dovrebbe rinunciare all'annessione e ai propositi di ricolonizzazione di Gaza e forse anche al controllo di alcuni punti strategici, come il corridoio Filadelfia, ovvero la zona cuscinetto lungo il confine tra Egitto e la Striscia di Gaza.
Ovviamente le Forze di Difesa Israeliane non sono d'accordo e la guerra continuerà, ma il dato importante è che Trump ha scelto una linea molto chiara: quella di recuperare gli Accordi di Abramo, anche a costo di sacrificare Netanyahu.