È vero, il primo Grande Slam dell'anno è ancora lungo, ma già stanno iniziando a delinearsi le personalità e le ambizioni di tutti i partecipanti alla gara. Da una parte ci sono ottimi giovani che non hanno intenzione di sfigurare, dall'altra ci sono i campioni, chi con più, chi con meno esperienza.
Come al solito, si è distinto immediatamente la leggenda Novak Djokovic, che a 37 anni non ha intenzione di cedere il passo, nonostante sia scivolato velocemente al settimo posto nel ranking mondiale. Magari il serbo non porterà a casa il trofeo, ma si è tolto un altro sassolino dalla scarpa e ha aggiornato il libro dei record: con l'ultima partita disputata, ora sono 430 le gare di Djokovic nei quattro tornei dello Slam.
Ma perché quel numero conta così tanto? Beh, un altro signore del tennis come Roger Federer si era fermato a 429, e ora il serbo ha battuto l'ennesimo record. Potrà ampliarlo ulteriormente, mettendo a dura prova chiunque, in futuro, voglia provare a superarlo.
E poi, ovviamente, ci sono i tre super favoriti del torneo, sul podio del ranking: il Numero Uno al mondo Jannik Sinner, il Numero Due Alexander Zverev, e il Numero Tre Carlos Alcaraz, che manda qualche frecciatina per infastidire l'altoatesino.
È vero che Jannik non si trova nel suo periodo migliore: a preoccupare non è il caso doping, che non impensierisce il campione italiano, ma tutte le procedure e le pressioni che ne derivano, soprattutto nei mesi a venire. Queste situazioni non aiutano la mente di un atleta, che dovrebbe essere focalizzata solo sugli eventi sportivi.
Dall'altra parte, però, c'è un altro campione: lo spagnolo Carlos Alcaraz, che risponde sul campo alle super prestazioni dell'italiano, chiamato a difendere il titolo di Melbourne conquistato lo scorso anno. Il giocatore di Murcia vuole entrare nella storia come il più giovane a completare il Career Grand Slam. Gli manca solo un Grande Slam per riuscirci: l'Australian Open. Lo spagnolo sembra molto determinato a centrare l’obiettivo, sia dal punto di vista fisico sia sotto il profilo psicologico. A dimostrarlo c'è il travolgente 6-0, 6-1, 6-4 inflitto al giapponese Nishioka nel secondo turno.
A Melbourne, il match dello spagnolo dura pochissimo: appena un’ora e venti minuti. Sembra quasi un riscaldamento per Alcaraz, che non perde tempo e si prepara a sfidare al terzo turno il portoghese Nuno Borges.
Lo spagnolo classe 2003 ha speso più volte dichiarazioni sul Numero Uno al mondo, in qualche modo elogiandone le imprese. Sotto sotto, il murciano teme Sinner, ma è determinato a batterlo. In una delle ultime interviste rilasciate, Alcaraz aveva dichiarato che quando si affrontano i migliori giocatori al mondo bisogna preparare i match sempre in maniera differente rispetto agli altri. L'approccio mentale è ciò che conta.
Evidentemente questo concetto non aveva funzionato qualche mese fa, quando Sinner ha letteralmente demolito Alcaraz al Six Kings Slam 2024. Ma il tennista spagnolo vuole la rivincita e sa che, per vincere contro Jannik, dovrà giocare al meglio. "Non puoi avere una brutta giornata se giochi con Sinner - aveva detto - perché probabilmente al 99 per cento perderai". Questo è un grande dato di fatto, testato da tutti gli avversari dell'altoatesino nell'ultimo anno.
Chissà se questo mantra funzionerà per lo spagnolo, che intanto festeggia l'ultima vittoria e aspetta di vedere cosa farà Jannik nei prossimi match. Tutto il mondo del tennis ora sogna un faccia a faccia tra i due, che potrebbero incontrarsi presto. Intanto, Alcaraz fa sapere che i suoi servizi sono migliorati e che, per batterlo, questa volta servirà molto più impegno.