Alberto Trentini arrestato in Venezuela, interviene Tajani, i genitori: "Situazione drammatica"
"La situazione è drammatica". I genitori di Alberto Trentini, il cooperante del Lido di Venezia arrestato il 15 novembre 2024 in Venezuela, hanno deciso di lanciare un nuovo appello. L'hanno fatto con un comunicato diffuso attraverso la loro avvocata, Alessandra Ballerini, come già avvenuto ieri, 14 gennaio 2025. Quando hanno portato alla ribalta la vicenda legata al figlio 45enne, di cui non si hanno più notizie da due mesi.
Nella nota sottolineano che la missione umanitaria di Alberto debba costituire "un ponte" di dialogo tra l'Italia e il Paese Sudamericano, con l'obiettivo di riportarlo a casa al più presto.
Intanto, dopo aver chiesto al Governo di porre in essere "tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari" affinché sia rilasciato, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato di aver convocato l'incaricato d'affari venezuelano, che sarà ricevuto dal segretario generale della Farnesina, l'ambasciatore Riccardo Guariglia.
Sulla piattaforma change.org è stata lanciata una petizione per il ritorno di Alberto in patria, che in meno di 24 ore ha raccolto oltre 3mila firme.
La denuncia del caso Trentini da parte dell'associazione Articolo 21
Alberto Trentini arrestato in Venezuela, l'appello dei genitori
Alberto Trentini è stato arrestato mentre svolgeva il suo lavoro per un’organizzazione umanitaria internazionale impegnata a portare aiuti in Venezuela, un paese che sta vivendo una grave crisi. Dal 14 novembre i suoi familiari non sono più riusciti a mettersi in contatto con lui e sono estremamente preoccupati per le sue condizioni di salute.
Alberto, infatti, soffre di pressione alta e altre patologie e potrebbe non avere i farmaci salvavita con sé. Nella nota condivisa sui profili social dell'avvocata Alessandra Ballerini si legge che, sempre nel "pieno rispetto" della sovranità del governo bolivariano, così come dei rapporti tra Italia e Venezuela, i gentiori invocano "l'attenzione di tutte le istituzioni dei due Paesi". Con l'obiettivo che Alberto venga liberato, affinché possa tornare a casa da amici e parenti.
La tradizione di familiarità tra Italiani, una delle più importanti comunità nel paese sudamericano, e Venezuelani impone questo segnale di pacificazione
aggiungono.
Nella giornata di ieri i familiari del cooperante, sempre affiancati dal proprio legale, si erano rivolti al Governo italiano. Chiedendo che, nei confronti di Alberto, mostrassero lo stesso impegno e la stessa dedizione profusi per Cecilia Sala, la connazionale detenuta in Iran e rilasciata dopo 21 giorni.
L'intervento della Farnesina sul caso
La risposta del ministro degli Esteri Tajani non si è fatta attendere. Il capo della Farnesina, nella mattinata di oggi 15 gennaio 2025, ha fatto sapere di aver disposto la convocazione dell'incaricato d'affari venezuelano a Roma, per protestare contro la mancanza di informazioni su Alberto Trentini.
Secondo quanto riferito, la Farnesina è al corrente su dove sia detenuto Trentini, ma non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità venezuelane, né è stato permesso che ricevesse delle visite.
Il ministero, inoltre, protesterà anche per la decisione del Venezuela di ridurre a tre il numero di diplomatici accreditati nelle ambasciate di Italia, Francia e Paesi Bassi. Il motivo? La risposta, definita "ostile", all'insediamento di Nicolas Maduro per un terzo mandato presidenziale.
Ho fatto convocare stamani l’incaricato d’affari del #Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al…
Lui ora è ostaggio di quel Paese, ma è solo una pedina. Bisogna forzare il silenzio su questa vicenda, forse l'interrogazione parlamentare ha cominciato a smuovere le coscienze
ha dichiarato all'Ansa Armanda, madre di Alberto Trentini.
La petizione online e il dibattito sui social
Nella giornata di ieri, dopo la nota diffusa dai genitori del 45enne, è stata lanciata una petizione online sulla piattaforma change.org: "Per il ritorno a casa di Alberto Trentini- Free Alberto". Sono oltre 3mila le firme finora raccolte.
Tra "le ragioni per firmare", lasciate da chi ha deciso di aderire alla petizione, c'è la testimonianza di Marcelo, che racconta: "Conosco Alberto, profondamente umanista e sempre impegnato per cause giuste".
La vicenda del cooperante originario del Lido di Venezia è dibattuta anche sui social, dove in molti chiedono che la stessa attenzione rivolta a Cecilia Sala sia indirizzata anche ad Alberto. "Perché nessuno si muove? È accettabile che un cittadino venga inghiottito nel vuoto di un sistema giudiziario torbido senza che nessuno alzi la voce?" si chiede Alfredo.
"Dopo Cecilia Sala, è ora di riportare a casa Alberto Trentini" scrive Luana. Anche le reti di organizzazioni della società civile Aoi, Cini e Link2007 esprimono "grande preoccupazione" per la situazione del cooperante italiano sparito, unendosi alle richieste della famiglia.
Il caso di Alberto Trentini, cosa sappiamo
Arresto di Alberto Trentini in Venezuela: Alberto Trentini, cooperante italiano di 45 anni, è stato arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024 mentre svolgeva una missione umanitaria. I suoi genitori, preoccupati per la sua salute, hanno lanciato un appello per sollecitare il governo italiano a intervenire e ottenere il suo rilascio.
Richiesta di intervento diplomatico: Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha convocato l'incaricato d'affari venezuelano per protestare contro la detenzione senza comunicazioni ufficiali e per le difficoltà diplomatiche con il Venezuela. La Farnesina è a conoscenza del luogo di detenzione, ma non sono stati concessi accessi né informazioni ufficiali.
Petizione online e supporto pubblico: Una petizione online ha raccolto oltre 3.000 firme per chiedere il ritorno di Alberto in Italia. Il caso sta suscitando un ampio dibattito sui social, con numerosi cittadini e organizzazioni della società civile che chiedono che venga fatta la stessa attenzione riservata ad altri casi simili, come quello di Cecilia Sala.