L'Italia seguirà il modello della Svizzera, introducendo il divieto anti-burqa? Secondo il leghista Igor Iezzi esiste un'urgenza dettata dagli episodi di violenza sessuale che hanno coinvolto specialmente giovani ragazze, in particolar modo a Milano durante le feste per il Capodanno.
A seguito di alcune denunce presentate dalle vittime di questa violenza, in molti hanno puntato il dito contro la pratica del "taharrush gamea", una vera e propria molestia di gruppo a danno di una donna o di una ragazza.
La Lega, secondo Iezzi, è pronta a proporre due pdl che mirano da un lato ad introdurre un nuovo reato, quello del "taharrush gamea" per l'appunto, e dall'altro quello di "costrizione all'occultamento del volto": questa proposta leghista era stata espressa in passato non soltanto dal leader Matteo Salvini ma anche dalla sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint, riferendosi esplicitamente proprio al burqa.
Il contesto politico e culturale attuale è molto delicato quando si tratta della percezione che l'islam ha in Occidente e più specificatamente in alcuni paesi europei. Molti blogger e politici di estrema destra da anni denunciano una presunta invasione da parte di persone nordafricane e arabe (specialmente giovani maschi), che mirano a sostituirsi alle popolazioni originarie di un certo paese anche con l'uso della forza.
In ciò rientrerebbe anche il fenomeno del "taharrush gamea", una violenza di gruppo da parte di un gruppo di uomini o ragazzi ai danni di una donna, che viene isolata e "protetta" da eventuali aiuti esterni grazie alla massa di corpi che la molesta. In Italia il termine è diventato di uso pubblico, specie da parte di esponenti di destra, dopo le molestie e violenze sessuali subite da alcune ragazze a Milano nei Capodanno del 2022 e del 2025.
Stop con l’integralismo islamico, presentate sue proposte di legge per dire no al burka e alle molestie di gruppo in piazza, il Taharrush gamea pic.twitter.com/ANfgRjD9Jw
— Igor Iezzi (@igoriezzi) January 15, 2025
Il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali, afferma che il suo partito è pronto ad affrontare quest'emergenza ma soprattutto rispolvera un vecchio cavallo di battaglia leghista: il divieto di indossare il burqa.
Un ban che la Svizzera ha fatto partire dal 1° gennaio 2025, anche se da molti è stato confuso nelle sue finalità: il referendum infatti chiedeva ai cittadini elvetici di vietare qualunque mezzo che coprisse integralmente il viso.
Tornando a Iezzi, il leghista è il primo firmatario delle due proposte di legge che per l'appunto mirano a rendere penalmente perseguibile l'uso del burqa e lo stupro di gruppo nella forma del "taharrush gamea":
L'obiettivo delle due leggi, nel caso in cui venissero approvate, ripetono uno dei temi più cari all'area conservatrice e di destra europea e non: l'integrazione in un dato paese passa necessariamente e obbligatoriamente dall'accettazione degli usi e dei costumi locali, in nome anche della difesa di una categoria considerata debole come quella delle donne.
La nota di Iezzi segue un recente commento del leader leghista Matteo Salvini, che a precisa domanda aveva applaudito alla decisione svizzera di rafforzare la propria sicurezza interna andando a colpire l'uso del burqa:
In Svizzera l'utilizzo dei referendum popolari è radicato nel costume politico da anni e spesso i cittadini dei vari cantoni si trovano a dover decidere pubblicamente su questioni che li riguardano molto da vicino.
Una differenza rispetto all'Italia è che i cantoni hanno prerogative e leggi ben delimitate rispetto a quelle che può decidere e modificare la confederazione, andando talvolta a creare situazioni di disparità fra un luogo e l'altro (ad esempio sulla tassazione, differente fra un cantone e l'altro).
Calano gli stranieri iscritti all'anagrafe. Potrebbe dipendere anche dal Covid, ma noi abbiamo messo in campo modalità stringenti sull'ottenimento della residenza. Poi facciamo costantemente pressing sulle aziende perchè implementino l'utilizzo di risorse umane del territorio. pic.twitter.com/Nlveqh7Ecf
— anna cisint (@annacisint) February 8, 2021
Per i cittadini elvetici è stato quindi normale recarsi alle urne nel marzo 2021, quando il 51,2% degli elettori aveva approvato la proposta entrata in vigore il 1° gennaio 2025 (insieme a disposizioni per aiutare la solvibilità delle banche o evitare i matrimoni con minori). Assieme a Francia e Austria, la Svizzera si pone in continuità con quelle decisioni politiche spiegate dai proponenti come di buon senso e a favore della sicurezza della collettività.
Va ricordato anche che la Svizzera è molto selettiva per quanto concerne la concessione della cittadinanza, andando a creare per molti una situazione di difficoltà per chi vorrebbe trasferirsi lì.
La "norma anti-burqa", che in realtà va a colpire chi si copre il viso integralmente in tutti i luoghi pubblici (stadi, uffici postali, trasporto pubblico, ecc.), viene considerata da alcuni in Svizzera come un pericoloso assist verso sentimenti islamofobi.
Come accennato ad inizio articolo, la Lega non è nuova a proporre un divieto che vada a colpire l'utilizzo del burqa, ritenendolo simbolo di quell'oppressione che le varie forme di islam imporrebbero alle proprie donne, ragazze e bambine.
Oggi ci sarebbe anche una maggioranza parlamentare sensibile ai temi della sicurezza e che ha deciso di lottare contro i fenomeni migratori, ma bisognerà vedere se Fratelli d'Italia e Forza Italia saranno d'accordo nell'appoggiare i due pdl leghisti.
'This sounds like a witch hunt. Lots of muslims are well integrated into Swiss society and they should not be punished for it.'@CaiWilsh asks whether Switzerland banning the burqa is a rights violation. pic.twitter.com/AKPmYOH9zF
— GB News (@GBNEWS) November 9, 2024
In passato non era stato soltanto Salvini a parlare della questione, ma anche esponenti locali come Anna Maria Cisint. La sindaca di Monfalcone ha raccontato in passato di aver subito diverse minacce di morte a causa di alcune sue decisioni molto contestate a livello locale. Oltre alla proposta di una petizione per una legge nazionale anti-burqa, Cisint aveva negato alla Comunità musulmana di Monfalcone un luogo dove pregare, ai cittadini bengalesi di praticare il gioco del cricket o alle donne di fare il bagno vestire in piscina o nel mare di Marina Julia.
Per Cisint nessuna volontà discriminatoria, ma soltanto l'interesse nel proteggere l'attrattività dei luoghi turistici o la cittadinanza di Monfalcone dalla radicalizzazione portata da cittadini stranieri. Radicalizzazione che nelle parole di Iezzi è uno spauracchio presente anche se non esplicitato, agitando l'introduzione di altre pene per punire quelle ritenute emergenze a livello nazionale.
Resta da capire se un'eventuale legge anti-burqa possa sopravvivere a ricorsi anche presso la Corte Costituzionale, che tramite la nostra Costituzione mira a proteggere la dignità di ogni cittadino italiano.
Proposte di Legge della Lega: Igor Iezzi, capogruppo della Lega, presenta due proposte di legge contro il burqa e le violenze di gruppo come il "taharrush gamea". La Lega propone di introdurre un nuovo reato di "costrizione all'occultamento del volto", mirando a vietare l'uso del burqa in Italia, ispirandosi alla recente decisione della Svizzera di introdurre un divieto simile.
Contesto politico e culturale: la Lega sostiene che il divieto di burqa sia necessario per proteggere la sicurezza e la cultura italiana, in un periodo di crescente preoccupazione per fenomeni di violenza, come le molestie di gruppo registrate a Milano durante il Capodanno. Iezzi e Salvini vedono il divieto come una misura di "civiltà" e di difesa delle donne e dei diritti civili.
Difficoltà e reazioni: la proposta leghista potrebbe incontrare resistenze politiche e giuridiche, con preoccupazioni circa la compatibilità con la Costituzione italiana e potenziali ricorsi. Inoltre, la Svizzera ha già introdotto una legge simile, ma in Italia la situazione politica è più complessa, con l'incertezza sul supporto di Fratelli d'Italia e Forza Italia.