A due anni dall'introduzione del Decreto Carburanti, la situazione dei prezzi dei carburanti in Italia non sembra essere migliorata. Nonostante le promesse di intervento e le misure adottate dal governo Meloni, gli aumenti di benzina e diesel continuano a colpire duramente gli automobilisti.
Nelle ultime settimane, le compagnie petrolifere hanno ritoccato ulteriormente i prezzi, portando i costi alla pompa ai livelli più alti dal 2022. In questo contesto, anche le organizzazioni dei consumatori e i sindacati dei gestori denunciano l’escalation dei prezzi, che inevitabilmente si riflette anche sui costi dei beni di consumo.
A due anni dall’approvazione del decreto, le soluzioni sembrano insufficienti, mentre la polemica politica si fa più intensa. La domanda che aleggia è: quando finirà questo ciclo di aumenti senza fine?
Ieri le compagnie hanno ulteriormente ritoccato in salita i prezzi raccomandati di benzina e diesel. Aumenti ormai quotidiani che incidono sul costo finale alla pompa con picchi ‘al servito’ tra i più alti dal 2022.
Una situazione denunciata nelle scorse ore anche da Faib e Fegica i due principali sindacati dei gestori di impianti di carburanti che hanno accusato Enilive di aver aumentato di 5 centesimi i prezzi dei carburanti in meno di due settimane:
A denunciare la situazione fuori controllo è anche il Codacons:
“Rispetto a fine dicembre, un pieno costa agli automobilisti italiani in media oltre 2 euro in più.”
Scrive l’associazione dei consumatori in una nota stampa diffusa oggi, denunciando il rischio che l’escalation dei prezzi dei carburanti si riversi a cascata anche sui prezzi dei beni di consumo, dal momento che l’88% delle merci oggi in Italia viaggia ancora su gomma.
Continua il Codacons che chiede al Governo un intervento del Garante dei prezzi.
Ma quanto costa in questi giorni fare il pieno all’auto? In base all’ultimo aggiornamento dei prezzi dei carburanti pubblicati sul sito del Ministero del Made in Italy (13 gennaio 2025) basate sulle rivelazioni dell’Osservatorio dei Prezzi il prezzo medio della benzina è fermo a 1,79 euro al litro mentre il gasolio è a 1,70 euro al litro rispetto agli 1,69 di sabato 11 gennaio.
Sulla rete autostradale i prezzi restano stabili rispetto a quanto rilevato sabato 11 gennaio, con il prezzo medio del gasolio fermo oggi a 1,80€/litro e la benzina a 1,89€/litro.
Questi i prezzi medi che non riflettono, però, i prezzi al distributore dove – in alcune città – hanno raggiunto anche i 2 euro al litro per la benzina e in alcune tratte autostradali sfiorano i 2,5 euro al litro.
La domanda che tutti – automobilisti e non si stanno facendo in queste prime settimane del 2025 è: perché il prezzo di benzina e diesel continua ad aumentare?
Le ragioni sono diverse e alla base c’è l’aumento del costo al barile del petrolio che ieri ha toccato gli 81 dollari a barile nel mercato europeo. L’aumento è dovuto principalmente alle sanzioni Usa alla Russia per la guerra in Ucrania.
Ci sono poi gli aumenti delle aziende – come nel caso di Enilive denunciato dai sindacati – che si riflettono sul costo ai distributori.
C’è, infine, anche la questione dell’aumento delle accise che in realtà è un allineamento tra le imposte sul gasolio e quello della benzina inserito nella Manovra 2025 e che prevede un progressivo pareggio delle due tasse. In pratica le accise sul diesel aumenteranno rispetto agli attuali 62 centesimi, mentre quelle sulla benzina scenderanno rispetto agli attuali 73. L’obiettivo è far sì che queste due cifre si incontrino a metà strada, fino ad allinearsi, entro il 2030. Nei prossimi giorni l’aumento delle accise dovrebbe diventare effettivo e contribuirà all’aumento del costo del carburante.
A gennaio 2023 il Governo Meloni, a pochi mesi dal suo insediamento, dovette fronteggiare i costi impazziti di benzina e gasolio. Un aumento causato dalla difficile congiuntura geopolitica creatasi a seguito del conflitto russo-ucraino. L’esecutivo corse ai ripari con l’approvazione del Dl Carburanti contenente una serie di misure volte a combattere le conseguenze delle speculazioni sui costi dei carburanti, calmierando i prezzi finali al consumatore.
Il Dl approvato dal Parlamento entrò in vigore a marzo 2023 e prevedeva l’obbligo per i gestori di esporre ai distributori un cartello che riportasse i prezzi medi di benzina, gasolio e gas indicati quotidianamente sul sito del Mimit, così da consentire agli automobilisti di confrontarli con il costo effettivo al distributore con pesanti sanzioni per i trasgressori. Furono rafforzati i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi e fu istituita una Commissione di allerta rapida per individuare eventuali violazioni.
???? Benzina, la mossa del governo: gestori obbligati ad esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello di vendita@ClimateWatch
— Ultimora.net - POLITICS (@ultimora_pol) January 10, 2023
A due anni dall’entrata in vigore del Dl carburanti è cambiato molto poco. Nelle ultime settimane i prezzi sono ritornati ad aumentare vertiginosamente a livelli mai toccati dal 2022. Le misure introdotte, come l’obbligo di esporre i prezzi medi, non sono riuscite a fermare l’aumento.
Il contesto geopolitico non è mutato, anzi è peggiorato con l’apertura del fronte di guerra mediorientale e l’allineamento delle accise rischia di complicare ulteriormente la situazione.
A due anni di distanza esatti, dal gennaio 2023, i prezzi della benzina e del gasolio sono schizzati nuovamente alle stelle così come le polemiche. A gennaio di due anni fa, ad esempio, il prezzo medio della benzina era di 1,833 euro, poco al di sopra di quello attuale di 1,790 euro.
Nel grafico disponibile sul sito del Ministero dell’Ambiente è possibile seguire l’andamento del costo dei carburanti dal 1996 a oggi.
Nulla è cambiato nei prezzi dei carburanti e identica si ripropone la polemica politica, con le opposizioni che, dopo aver ribattezzato nei mesi scorsi l’aumento delle accise come ‘tassa Meloni’, in queste settimane è tornata a ‘inchiodare’ la maggioranza alle proprie responsabilità.
Il Pd ha presentato un’interrogazione al Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso sull’aumento dei costi della benzina.
Il deputato del Partito Democratico Antonio Misiani chiede alla premier di rispondere sui rincari dei carburanti, ma anche sul caro bollette luce e gas.
Accuse arrivano anche dalla deputata del M5S Emma Pavanelli che sottolinea:
Ecco una sintesi in cinque punti della questione aumento carburanti:Aumenti dei prezzi dei carburanti: