14 Jan, 2025 - 20:03

Riforma della giustizia, i magistrati invocano lo sciopero

Riforma della giustizia, i magistrati invocano lo sciopero

Il percorso costituzionale della riforma della giustizia è ancora lungo ma i magistrati potrebbero indire nei prossimi mesi uno sciopero contro le misure volute dal governo Meloni. Questo emerge dalle dichiarazioni del presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia. Non sono ancora chiare le tempistiche della protesta ma nei prossimi giorni potrebbero essere rese note.

La speranza della magistratura è che la riforma non incassi i due terzi dei consensi da parte del Parlamento così da andare al referendum confermativo. Una mossa che permetterebbe ai cittadini di dire la propria, in quel caso le associazioni legate alla magistratura promettono di portare avanti la loro battaglia contro la riforma in vista del voto.

Tra le proposte inserite all'interno del tanto atteso pacchetto di norme portato avanti dal governo Meloni, sono presenti alcuni cambiamenti che impatteranno sulla giustizia italiana. Preoccupa la separazione della carriere così come la divisione del Consiglio Superiore di Magistratura. Prevista anche l'istituzione di un'Alta Corte che vigili sugli atteggiamenti dei magistrati. 

Sciopero dei magistrati contro la riforma della giustizia

La protesta è un'opzione che l'Anm si riserva in vista dell'approvazione della riforma della giustizia. A dirlo è il presidente dell'associazione, Giuseppe Santalucia, che ha spiegato che lo sciopero potrebbe essere messo in atto dopo la prima lettura o dopo il via libera da parte della Camera dei deputati e del Senato.

Non è ancora chiaro come si svolgerebbe una protesta del genere ma è auspicabile che i tribunali possano restare fermi per qualche giorno contro la riforma che prevede diversi punti che non convincono la magistratura.

Per ora i tempi sono prematuri. La riforma della giustizia affronterà infatti un lungo iter per essere approvata e per entrare in vigore: i tempi potrebbero dilungarsi fino alla prossima estate anche se il governo spera di approvarla quanto prima. A sostegno della maggioranza, ci sono anche Italia Viva e +Europa da sempre vicini alle istanze che la riforma della giustizia porta avanti.

La speranza di un referendum sulla giustizia

Resta concreto l'ostacolo referendum confermativo. La riforma infatti dovrà passare per entrambe le Camere ed essere approvata con due successive deliberazioni, se non arriverà l'approvazione con la maggioranza di due terzi si andrà al referendum. Se questo scenario dovesse essere confermato andrà fatto a tre mesi dalla pubblicazione della legge da parte di un quinto dei membri della Camera, cinque consigli o 500mila elettori.

Il governo cerca di allontanare la possibilità del referendum che oggi sembra remota perché la riforma dovrebbe incassare i consensi anche di altre forze politiche oltre che dell'intero centrodestra. Eppure la possibilità di un referendum resta viva, come ha specificato lo stesso Santalucia:

virgolette
Visto che quasi sicuramente non ci saranno i due terzi in Parlamento si andrà al referendum confermativo, e noi rafforzeremo la nostra presenza tra i cittadini affinché conoscano i dettagli di questa riforma e votino no alla consultazione referendaria. Siamo convinti che la Costituzione non vada modificata su questi punti, come intende fare la maggioranza di governo

A questo pacchetto di leggi, che rivoluzionerebbe la magistratura italiana, è legata una percentuale di successo del governo Meloni. Il centrodestra ha inserito la riforma della giustizia nel suo programma elettorale nel 2022 e una mancata approvazione potrebbe destabilizzare il governo.

Cosa contiene la riforma

L'obiettivo del pacchetto di leggi portato avanti dal Guardasigilli Carlo Nordio è quello di modernizzare la magistratura italiana, affrontando una serie di criticità storiche che da anni il centrodestra e le forze moderate come Italia Viva e +Europa denunciano. Al centro del dibattito c'è sicuramente la separazione delle carriere che prevede una divisione, appunto, delle carriere dei procuratori e dei giudici. I magistrati dovranno pertanto scegliere di rivestire a inizio carriera un ruolo.

La contestata misura punta all'eliminazione del conflitto di interessi e favorire lo sviluppo di specifiche competenze. L'Anm e altre associazioni legate al mondo della magistratura ritengono che la separazione delle carriere sia pericolosa: più esponenti di questi movimenti ritengono che si tratti di un sovvertimento della Costituzione.

All'interno della riforma è prevista anche la divisione del Consiglio superiore di magistratura: uno per i procuratori e un secondo per i giudici. Infine altro punto cardine del ddl è l'istituzione dell'Alta Corte per i Magistrati per vigilare sul sistema giudiziario.

Punti salienti dell'articolo

  • Possibile sciopero dei magistrati: I magistrati potrebbero indire uno sciopero contro la riforma della giustizia voluta dal governo Meloni, con l'Associazione Nazionale Magistrati che si riserva questa opzione se la riforma dovesse essere approvata. La protesta potrebbe coinvolgere la sospensione delle attività dei tribunali, ma le tempistiche non sono ancora definite.

  • Contenuti della riforma e opposizione: La riforma prevede la separazione delle carriere tra giudici e procuratori, la divisione del Consiglio Superiore di Magistratura e la creazione di un'Alta Corte per monitorare i magistrati. La magistratura critica questi provvedimenti, ritenendoli contrari alla Costituzione, e spera di fermare la riforma tramite un referendum.

  • Rischio di referendum confermativo: Se la riforma non ottiene il consenso di due terzi del Parlamento, potrebbe andare a referendum. Il governo cerca di evitare questa eventualità, ma l'Associazione Nazionale Magistrati si prepara a sensibilizzare i cittadini per contrastare la riforma e ottenere un voto negativo.

 

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Francesco Fatone
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