14 Jan, 2025 - 18:43

Elezioni regionali in Veneto, l'ex sindaco di Verona Tosi sfida il suo passato leghista

Elezioni regionali in Veneto, l'ex sindaco di Verona Tosi sfida il suo passato leghista

Il candidato del centrodestra alle Regionali in Veneto quasi sicuramente non sarà della Lega. A dirlo è l'ex sindaco di Verona ed esponente di Forza Italia Flavio Tosi che ha spiegato nel corso della trasmissione di Rai Radio Uno "Un Giorno da Pecora" che potrebbe inserirsi anche lui nella corsa per Palazzo Balbi di quest'anno. L'ex sindaco di Verona potrebbe essere il candidato del centrodestra se la scelta toccasse a Forza Italia.

Potrebbe essere la rinvincita perfetta dell'ex sindaco sul Carroccio. Tosi infatti è stato espulso dalla Lega nel 2015 quando ha provato a candidarsi per la Regione contro il parere di Salvini che gli ha preferito Zaia. In quell'occasione fu proprio l'attuale governatore a trionfare, Tosi riuscì ad arrivare quarto con l'11% correndo da solo con la lista "Fare!". Tre anni fa, l'ex primo cittadino veronese è entrato in Forza Italia e forse quest'anno potrebbe ottenere la sua vendetta contro il partito che lo ha scaricato.

Zaia sembra non voler mollare la corsa per la presidenza del Veneto. L'attuale governatore ha detto che in caso di sblocco dei mandati è intenzionato a candidarsi, al di là dell'appoggio del centrodestra. Il governo di recente ha deciso di impugnare la legge sul terzo mandato voluta dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca condizionando anche la possibile riconferma di Zaia a Palazzo Balbi.

Tosi candidato del centrodestra in Veneto?

Una sfida contro il proprio passato. Sono passati esattamente dieci anni da quando Flavio Tosi è stato espulso dalla Lega, nel giro di soli due anni l'ex sindaco veronese era passato da possibile leader del Carroccio a dissidente. Tutto è iniziato nel 2013, quando Tosi ha annunciato di volersi candidare come segretario federale della Lega sfidando Matteo Salvini. Alla fine fu l'intervento dell'allora segretario uscente Roberto Maroni a mettere d'accordo i due contendenti: Salvini sarebbe diventato leader della Lega mentre Tosi sarebbe stato leader in pectore della coalizione di centrodestra.

L'ex sindaco ottenne anche un buon risultato alle elezioni europee del 2014 portando oltre 99mila consensi e confermandosi come uno dei politici più amati in Veneto. A inizio 2015, Tosi iniziò a avanzare pretese per candidarsi alla presidenza della Regione entrando in conflitto con il segretario federale Salvini che era intenzionato ricandidare Luca Zaia. In realtà le regionali furono solo un pretesto per entrare in conflitto dato che l'ex sindaco veronese e l'attuale vicepremier avevano visioni politiche molto distanti.

A marzo 2015, Salvini commissariò la Lega Veneta della quale Tosi era segretario da tre anni provocando non pochi attriti. Qualche giorno dopo il leader del Carroccio intimò all'allora sindaco veronese di lasciare la fondazione "Ricostruiamo il Paese" incassando un secco no. Questo rifiuto costerà il posto nella Lega a Tosi che verrà espulso qualche giorno dopo e definirà Salvini come "il peggio della peggior politica". L'ex sindaco partecipò ugualmente alle elezioni, correndo con la sua lista e registrando l'11% dei voti

La situazione attuale in Veneto

Tutti rivendicano un proprio candidato. Il centrodestra sembra più diviso che mai in Veneto e lo dimostra il fatto che ogni partito avanza un proprio nome: la Lega insiste per Zaia, in attesa dello sblocco del terzo mandato che negli ultimi giorni è stato impugnato dal governo. Se l'attuale presidente della Regione non fosse ricandidabile ci sono diversi nomi per sostituirlo: il vicesegretario federale della Lega Alberto Stefani, il sindaco di Treviso Mario Conte e il consigliere regionale - nonchè "delfino di Zaia" - Alberto Villanova.

Dal canto suo, Fratelli d'Italia insiste sulla scelta del candidato per Palazzo Balbi. Il partito di Giorgia Meloni ha registrato un risultato importante in Veneto nel corso delle elezioni europee dello scorso anno raccogliendo il 37,6% dei consensi mentre il Carroccio è finito terzo, quindi sotto il Pd, con il 13,1%. Questo risultato legittimerebbe FdI, secondo diversi esponenti del partito, nella scelta del candidato del centrodestra. Anche in questo caso, sono tre i nomi: il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l'europarlamentare Elena Donazzan e infine il coordinatore regionale di FdI, Luca De Carlo.

Nessun segnale dal centrosinistra. Lo scorso 14 dicembre si sono tenuti a Padova gli Stati generali con tutti i partiti e le liste civiche, presente anche il Movimento Cinque Stelle. Nel corso dell'assemblea è stato ribadito quanto è necessario correre uniti per provare un'impresa in un territorio considerato un "fortino del centrodestra". Chi sarà il candidato dunque? Da qualche mese si pensa possa essere il senatore del Pd Andrea Crisanti ma, per ora, non ci sono ufficialità.

L'avvertimento di Zaia

Prima il Veneto, poi la Lega e poi il centrodestra, evitando i "nomi calati dall'alto" dopo il blocco del terzo mandato. Ad avvertire gli alleati è il presidente della Regione Zaia. Il governatore ribadisce, a margine di un punto stampa organizzato alla sede della giunta regionale, che una corsa unitaria è quello che tutti si auspicano ma per farlo, bisognerà organizzarla bene. Difficile non leggere un avvertimento tra le righe da parte del presidente della Regione Veneto:

virgolette
Ovvio che noi speriamo una corsa unitaria ma è fondamentale che ci siano i presupposti per farla bene... E lo dice uno che se le corse solitarie le ha già fatte

Il messaggio è chiaro: evitare un braccio di ferro, soprattutto contro un candidato capace di raccogliere nelle elezioni del 2020 il 77% dei consensi. Ma sarà ancora così? Negli ultimi cinque anni la politica locale è cambiata: FdI ha raccolto molti più consensi e probabilmente l'assenza di Zaia condizionerebbe le scelte degli elettori. Il governatore tuttavia non sembra preoccupato:

virgolette
Abbiamo dieci mesi prima del voto e dieci mesi sono la notte che porta consiglio anche ai più irredentisti

Non resta che attendere i prossimi mesi per vedere che consigli porterà la notte.

L'articolo in sintesi

  • Candidature e rivalità nel centrodestra veneto: Flavio Tosi, ex sindaco di Verona ed esponente di Forza Italia, potrebbe candidarsi per la presidenza della Regione Veneto, sfidando il passato con la Lega, da cui è stato espulso nel 2015. La Lega intende ricandidare l'attuale governatore Luca Zaia, ma il terzo mandato è condizionato dalla recente impugnazione governativa.

  • Divisioni interne tra i partiti: Il centrodestra appare frammentato, con ogni partito che avanza propri candidati: la Lega, oltre a Zaia, valuta alternative come Stefani o Villanova; Fratelli d'Italia rivendica il diritto di proporre nomi forti come Urso, Donazzan o De Carlo, dopo aver ottenuto risultati rilevanti alle ultime europee.

  • Zaia avverte sugli equilibri politici: Il governatore del Veneto sottolinea l’importanza di una candidatura unitaria per evitare divisioni che potrebbero avvantaggiare gli avversari. Con dieci mesi al voto, la sua presenza o assenza come candidato potrebbe influire notevolmente sugli equilibri elettorali regionali.

 

 

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Francesco Fatone
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