Gli scontri di piazza in occasione delle manifestazioni per Ramy a Roma e Bologna hanno alzato il livello dello scontro politico sulle norme per la sicurezza durante le manifestazioni e per la tutela dell’incolumità delle forze dell’ordine.
Il centrosinistra accusa il centrodestra di utilizzare i disordini di sabato 11 gennaio per accelerare l’approvazione del Ddl Sicurezza atteso nelle prossime settimane in aula al Senato proseguendo un progetto ‘liberticida’ iniziato già nei primi mesi di Governo con la famosa norma ‘anti-Rave’.
La maggioranza, invece, accusa l’opposizione di coprire i violenti dei centri sociali e invoca la solidarietà alle forze dell’ordine lanciando l’ipotesi di uno ‘scudo penale’ per gli uomini in divisa.
Al di là della dialettica tra le parti, ci sono i fatti e le azioni del Governo che da un lato preme per l’approvazione di norme più severe per la gestione della sicurezza e dall’altra opera tagli ai fondi destinati ai comuni per il contrasto del disagio sociale, ambito in cui nasce, cresce e si incattiviscono le rivendicazioni e la rabbia sociale.
A sollevare la questione in un’intervista sul Corriere della Sera il sindaco di Napoli, nonché presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi che, con un approccio opposto a quello del Governo, ha sottolineato la necessità di investire di più per il contrasto al disagio.
Ma davvero il Governo ha operato tagli ai fondi per il welfare e il contrasto del disagio sociale?
Nella manovra di Bilancio 2025 si concentrano la maggior parte dei tagli operati dall’esecutivo Meloni ai fondi per il welfare e agli enti locali, tagli che in nome della strategia di riduzione della spesa pubblica che avranno un impatto significativo sui servizi locali e sul welfare.
Tra i principali tagli ci sono una riduzione delle risorse per le politiche sociali con i tagli al fondo per la lotta alla povertà e il sostegno agli Enti del Terzo Settore; l'azzeramento del fondo di contrasto alla povertà educativa minorile e il ridimensionamento del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” (PINQuA) con un taglio lineare di 800 milioni.
Su tutto pesa poi il ‘cappello’ dei tagli agli enti locali con una forte riduzione dei finanziamenti statali a Comuni e Province, diminuiti di oltre 4 miliardi. Il fondo per investimenti a favore dei comuni, inoltre, è stato ridotto di 2,1 miliardi l’anno dal 2029 al 2034. La contrazione generalizzata di tali fondi non potrà che avere conseguenze negative sull’assistenza ai cittadini vulnerabili ampliando la sacca dell’emarginazione sociale.
In mancanza di misure specifiche, la carenza di risorse a disposizione dei comuni rischia, infine, di avere ricadute negative anche nei fondi destinati alla polizia locale.
Da segnalare, però, l’aumento del fondo di solidarietà comunale che è stato portato a 56 milioni nel 2025 e il rifinanziamento del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli nella misura di 10 milioni di euro per l’anno 2025 e di 20 milioni di euro per l’anno 2026.
La risposta del Governo ai disordini di piazza di sabato scorso e in generale all’aumento delle tensioni durante le manifestazioni è stata un'accelerazione dell’approvazione del Ddl Sicurezza fermo in commissione al Senato e la proposta di uno scudo penale per le forze dell’ordine.
Dopo l’approvazione alla Camera a settembre 2024, il disegno di legge è fermo al Senato dove è in corso la discussione degli emendamenti. Negli ultimi due giorni la maggioranza sta spingendo per concludere la discussione e portare velocemente il testo in aula per l’approvazione senza modifiche.
Il disegno di legge è da mesi al centro di accese polemiche per l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento delle pene per reati già esistenti. In merito alla questione ordine pubblico e sicurezza, il pacchetto prevede tra l’altro pene più severe per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (viene introdotta un'aggravante specifica per la resistenza e la minaccia a un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza), la dotazione di bodycam per le forze dell’ordine, l’introduzione di limitazioni alla libertà di manifestare con la contestata norma anti-Ghandi. Viene introdotto il Daspo urbano e il divieto di blocchi stradali, con sanzioni più dure per chi viola queste norme.
Sempre nelle ultime ore ha trovato il sostegno unanime delle forze di maggioranza, la proposta del deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami di introdurre uno scudo per le forze dell’ordine così da metterle al riparo da eventuali inchieste in caso di reati commessi per legittima difesa durante il servizio. La maggioranza starebbe valutando se inserirlo come emendamento al Ddl sicurezza o se procedere con un decreto legge ad hoc.
Chi veste una #divisa e si impegna per proteggere i cittadini deve essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro con la massima serenità.
— Giorgio Maria Bergesio (@GiorgioBergesio) January 14, 2025
Con il ddl #Sicurezza stiamo introducendo misure concrete per tutelare le forze dell'ordine pic.twitter.com/iq8Dbspaxq
Pronti alle barricate in Senato contro l’accelerazione dell’approvazione del disegno di legge sulla sicurezza, i partiti di opposizione fermi nell’accusare la maggioranza di strumentalizzare gli incidenti di Roma e Bologna.
Non si nasconde il senatore di Sinistra Italiana Giuseppe De Cristofaro che rivendica l’intenzione di fare ostruzionismo in tutte le sedi contro il Ddl 1660.
"Il Ddl sicurezza arriverà in Aula solo quando sarà finito l'esame in Commissione. Siamo arrivati all'articolo 14, gli articoli sono 38. Ci sono molti emendamenti, molti dei quali presentati da me."
dichiara De Cristofaro che poi aggiunge:
"Sto facendo ostruzionismo e non ho nessun problema a rivendicarlo perché ritengo una serie di norme contenute nel Ddl sicurezza assolutamente incompatibili con uno Stato democratico e non intendo rinunciare alla battaglia politica. Vediamo il Governo cosa deciderà di fare. Naturalmente spero che prevalga la saggezza, anche se ci credo a poco, che alcune norme, almeno quelle più discutibili, vengano riviste e in quel caso ovviamente il DDL tornerà alla Camera per la terza lettura."
Governo che - secondo il senatore di Sinistra Italiana - starebbe provando a strumentalizzando i fatti degli ultimi giorni.
"Se il Governo pensa di poter utilizzare le vicende che sono accadute sabato in piazza per accelerare, per mortificare la discussione parlamentare, deve sapere questa cosa è del tutto inaccettabile. Per quello che riguarda noi, per quello che riguarda l'opposizione, sicuramente proseguiremo la nostra battaglia politica."
De Cristofaro ribadisce le preoccupazioni per la tutela di alcune libertà sancite dalla Costituzione come il diritto di manifestare.
"Il governo lavora semplicemente sull'inasprimento delle pene e sulla costruzione di una serie di nuovi reati, se il Ddl andasse effettivamente in porto così com'è, aumenterebbero il numero di reati e aumenterebbero le pene e però verrebbero sostanzialmente messi in discussione alcuni capisaldi dello Stato democratico, per esempio la libertà di manifestare. Parliamo di libertà di manifestare in forma ovviamente non violenta. Non vorrei che ci trovassimo senza accorgercene in una situazione più simile all'Ungheria."
Il senatore campano, infine, che concorda sulla necessità di maggiori investimenti da parte del Governo contro il disagio sociale per intervenire sulla radice della violenza evidenziata anche dal sindaco di Napoli, Manfredi.
"Manfredi ha ragione e pone l'accento esattamente su quello che è uno dei temi di cui stiamo discutendo ovvero che dinanzi al fatto che ci possano essere elementi di illegalità ci sono due modi per rispondere: agendo solo sul tipo repressivo, oppure cercando di intervenire sul disagio sociale. Credo che se si pensa di risolvere i problemi del Paese semplicemente con una stretta di ordine pubblico, non credo si farà molta strada".
Ecco una sintesi in cinque punti dell'articolo: