Un inverno dalle temperature non particolarmente rigide, ma che rischia di pesare molto sui bilanci familiari e delle aziende italiane. A ciò si aggiunga anche la decisione dell'Ucraina di non rinnovare, dal 1° gennaio 2025, l'accordo con la Russia per far transitare il gas sul suo territorio: un insieme di eventi che le opposizioni giudicano affrontate in modo pavido e inadeguato da parte del governo di Giorgia Meloni.
Ne è convinto il leader di Azione Carlo Calenda, che oggi 14 gennaio 2025 torna a chiedere un passo in avanti per far tornare in Italia l'energia nucleare per scopi civili: le promesse del ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sono parole vuote e che non rispondono alla necessità di assicurare all'Italia l'indipendenza sul piano energetico.
Questa è la posizione non soltanto di Azione ma anche dei Radicali Italiani, che hanno visto terminare con successo la raccolta firme sulla questione nucleare in Italia. L'alternativa a non usarla, secondo Calenda, è peggiore del male stesso: "Tornare al gas russo sarebbe un ricatto energetico".
Una delle voci di spesa che maggiormente impatta sulle tasche delle famiglie e delle aziende italiane riguarda i costi dell'energia. Energia per produrre, creare, riscaldarsi e via discorrendo: da quando è iniziata la guerra fra Ucraina e Russia in molti si sono preoccupati che lo stato russo, interrompendo i flussi di gas verso l'Europa, impattasse enormemente su tutti i paesi dell'UE.
Ciò che è accaduto in Germania, che non è riuscita a integrare il ricorso alle energie rinnovabili e la necessità di sostenere le proprie industrie, è un qualcosa che il governo italiano non sembra aver compreso in tutta la sua gravità. Azione è uno dei partiti che, assieme ai Radicali Italiani, più si è speso per rimettere al centro del dibattito pubblico la necessità di far tornare in Italia l'uso dell'energia nucleare.
Carlo Calenda lo ha ripetuto anche oggi 14 gennaio 2025 fuori Montecitorio, criticando soprattutto il lassismo e l'inattivismo del ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Aspettare fino al 2030 per la costruzione di reattori nucleari di piccola taglia farebbe perdere tempo che l'Italia non ha più.
Ecco com'è stata propotta l'energia elettrica UE nel 2024:
— Giuseppe Zollino (@GiZollino) January 10, 2025
1) il 36,6% dell'energia elettrica era variabile e intermittente (solare, eolico e idro fluente);
2) il 63,4% era continua modulabile, di cui 24,4% nucleare e 5,6 idro a bacino, cioè il 31% modulabile a emissioni quasi… pic.twitter.com/QYMpdROCDq
Il leader di Azione aveva spiegato nelle scorse settimane di voler presentare un'altra proposta di legge di iniziativa popolare che considerasse nel mix energetico italiano anche l'energia nucleare. Calenda però ammette amaramente che su questo punto il governo non ha alcun interesse ad ascoltare le proposte dell'opposizione:
Calenda poi sottolinea come Pichetto Fratin, pur indicando che nel prossimo Piano Clima del governo ci sarà spazio per il nucleare, abbia posto un limite temporale troppo in avanti:
Nel frattempo Matteo Hallissey, presidente di Radicali Italiani, ha espresso in una nota la propria felicità nel constatare che in Italia il nucleare venga considerato come un qualcosa di necessario per abbassare il prezzo delle bollette. Impegnarsi in una crociata che assume talvolta aspetti antiscientifici è, per Hallissey, un qualcosa che la politica non dovrebbe mai fare:
La proposta di legge popolare elaborata dal Comitato "Nucleare, sì grazie" è stata depositata al Senato grazie al raggiungimento del numero minimo di firme. Azione, come detto, è il principale partito che spinge per portare la discussione al livello successivo, cioè in Parlamento e in una forma che impegni il governo a fare qualcosa di concreto.
Nei giorni scorsi anche la deputata di Azione, Giulia Pastorella, aveva indicato che dipendere esclusivamente da un ristretto numero di paesi per il proprio approvvigionamento energetico non è una scelta saggia da parte del governo.
Il ritorno al nucleare è un tema urgente per 3 motivi. Il primo è la questione del caro energia. Il secondo motivo non trascurabile per la questione decarbonizzazione è la transizione ecologica. E il terzo motivo, invece, è geopolitico. La mia intervista https://t.co/hIDS42QW8c
— Giulia Pastorella (@PastorellaGiu) January 8, 2025
Nella proposta del Comitato, che può esser letta nelle due immagini in basso, viene indicato che è possibile per l'Italia ottenere grandi vantaggi sfruttando le tecnologie già esistenti. Lo stesso Calenda insiste su questo punto, anche per far capire che è possibile avere una discussione seria e scevra di pregiudizi:
Pastorella e Calenda hanno spiegato diverse volte in passato che diversificare le fonti energetiche è per l'Italia una necessità geopolitica urgente. La lentezza con la quale tanti progetti vengono sviluppati e messi in campo non depone poi a favore dello sviluppo di determinate aree italiane, come il Sud, nonostante le rassicurazioni espresse in tal senso dalla stessa premier Meloni.
L'energia è il campo fondamentale per la decarbonizzazione. Lo sviluppo del Sud è legato a questo campo economico e al ribaltamento sociale. @GPichetto pic.twitter.com/S6eCVxZboq
— Forza Italia (@forza_italia) October 26, 2024
La preoccupazione di cui si accennava all'inizio dell'articolo, cioè che la Russia usi le sue scorte di petrolio e gas come arma di ricatto contro l'Unione Europea, è per Calenda una certezza che si unisce ai punti elencati sopra. Tornare all'energia russa sarebbe una scelta dissennata e che porterebbe tanti in Italia a sperare nella benevolenza del paese guidato da Vladimir Putin:
Le difficoltà economiche che la Germania sperimenta da un paio di anni sarebbero la prova lampante della bontà del ragionamento del leader di Azione: chiuso il capitolo del Nord Stream 2 (visto molto male dagli Stati Uniti), il paese tedesco ha dovuto riconsiderare persino il bando del carbone come fonte energetica.
Ciò ha causato un cortocircuito fra il bisogno di sostenibilità ambientale e quello di non scontentare chi, soprattutto nell'est della Germania, ha stipendi più bassi e quindi soffre di più un aumento delle bollette:
Critica alla gestione energetica del governo: Carlo Calenda e Azione criticano il governo Meloni per la gestione insufficiente della crisi energetica, sottolineando l'inadeguatezza delle soluzioni proposte, come l'assenza di un piano concreto per il ritorno del nucleare in Italia. Il governo, secondo Calenda, è sordo alle necessità del paese e troppo lento nell'agire.
Necessità del nucleare per l'indipendenza energetica: Calenda ribadisce che il nucleare è fondamentale per garantire l'indipendenza energetica dell'Italia e abbassare i costi dell'energia. L'assenza di azioni concrete sul nucleare e la proposta di rinnovare l'accordo con la Russia per il gas sono considerate scelte dannose, con rischi geopolitici e economici.
Proposta legislativa e sfide geopolitiche: Azione, insieme ai Radicali Italiani, ha presentato una proposta di legge per integrare il nucleare nel mix energetico italiano, cercando di stimolare il dibattito e l'adozione di tecnologie nucleari moderne. Inoltre, si evidenzia la necessità di diversificare le fonti energetiche per evitare dipendenze geopolitiche, come quella dalla Russia.