La Nazionale di calcio maschile è un grande orgoglio per noi italiani, che abbiamo gioito, esultato e pianto in compagnia degli azzurri. Negli ultimi anni ci siamo tolti molte soddisfazioni: solo tre anni fa la conquista degli Europei, il secondo titolo nella storia della Nazionale, da sommare, ovviamente, ai quattro Mondiali vinti.
Ma come le soddisfazioni, sono arrivate anche le delusioni, ad esempio la mancata qualificazione a due Mondiali di fila: quello del 2018 e quello del 2022. Insomma, un periodo storico travagliato per gli azzurri, che comunque hanno aperto un nuovo ciclo e sono ripartiti.
Ma come è nato tutto?
Sono passati ben 115 anni da quel 13 gennaio del 1910, data della fondazione degli azzurri: il risultato di una decisione presa dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), che era stata fondata precedentemente.
La decisione fu presa a Milano: la FIGC decise di costituire una rappresentativa nazionale per partecipare a incontri internazionali, cavalcando l'onda di altre nazioni europee che già avevano la propria squadra. In Europa, ad esempio, l'Inghilterra era già ben strutturata, oltre a Scozia e Galles. Anche la Germania, i Paesi Bassi (la futura Olanda) e il Belgio avevano già qualche anno di vita.
Nella riunione tenutasi nel capoluogo lombardo fu deciso che la squadra avrebbe esordito quell'anno stesso. La scelta di creare una Nazionale andava di pari passo con il crescente interesse per il calcio in Italia e con la necessità di rappresentare il paese a livello internazionale.
In effetti, la Federazione impiegò qualche mese per assortire la squadra: il primo match fu organizzato e giocato contro la Francia, eterna avversaria degli azzurri nei decenni a venire, e si disputò il 15 maggio 1910 all'Arena Civica di Milano. Da quel match partì ufficialmente la storia di una delle rappresentative nazionali più gloriose al mondo.
Dopo il primo Mondiale giocato in Uruguay nel 1930 (un campionato che ottenne grande successo), la seconda competizione internazionale si giocò nel 1934 proprio in Italia, nel pieno del dominio fascista; infatti, molti ritengono ancora oggi che la "macchina" costruita da Mussolini fosse la prova della forza del PNF in tutto il mondo.
Ma l'Italia era veramente forte, guidata da un carismatico allenatore, Vittorio Pozzo. Gli azzurri dominarono le prime fasi e poi dovettero lottare con formazioni del calibro di Spagna, Austria e Cecoslovacchia. La vittoria della Nazionale proprio contro questi ultimi comportò la conquista della Coppa Rimet.
Nel Mondiale successivo, disputato in Francia, l'Italia travolse tutti: Norvegia, Francia, Brasile e infine l'Ungheria, in finale, per 4-2. Una gara spettacolare con doppiette di Gino Colaussi e Silvio Piola, che regalarono all’Italia il secondo titolo consecutivo.
Un altro iconico Mondiale è quello dell'82: gli azzurri, nelle prime partite, erano irriconoscibili e rischiavano di non superare neppure il girone. Un pareggio contro il Camerun salvò la pelle ai ragazzi, che però non furono di certo entusiasti quando scoprirono che nel girone successivo c'erano Argentina e Brasile ad aspettarli, e doveva passarne solo una.
Un incredibile Paolo Rossi trascinò i compagni nelle due vittorie che resero l'Italia indistruttibile e la portarono in finale, dove la Nazionale batté la Germania per 3-1.
Come dimenticare l'ultima vittoria, quella del 2006, dove l'Italia non fece sorprese: era una squadra forte quella allenata da Marcello Lippi, che partiva tra le favorite. Totti, Del Piero, Pirlo, Cannavaro e Materazzi; di certo non la migliore Nazionale di sempre, ma non aveva nulla da temere rispetto a tante altre rappresentative.
La semifinale perfetta contro la Germania in casa dei tedeschi confermò il talento e la fame di vittoria dei ragazzi, che poi andarono a conquistare la Coppa a Berlino contro la Francia.