13 Jan, 2025 - 19:30

Cambiano le regole sulle dimissioni volontarie: arriva la stretta su chi abusa della NASPI

Cambiano le regole sulle dimissioni volontarie: arriva la stretta su chi abusa della NASPI

Il 12 gennaio 2025 sono entrate in vigore le novità introdotte del Disegno di Legge Lavoro collegato alla Legge di Bilancio, che riguardano, tra l’altro, anche le dimissioni volontarie per le assenze ingiustificate.

Questa è, sicuramente, la modifica più rilevante perché, in alcuni casi, si va a equiparare l’assenza ingiustificata dal lavoro con le dimissioni volontarie. Tale modifica ha ripercussioni dirette sulla NASPI, rendendo l’accesso all’indennità di disoccupazione più stringente e a prova di furbetti.

Nell’articolo, vediamo subito cosa cambia e quali sono le conseguenze, senza dimenticare di spiegare, in linea generale cosa si intende con dimissioni volontarie.

Cosa sono le dimissioni volontarie e quando si verificano

Le dimissioni volontarie rappresentano l'atto con cui un lavoratore decide di recedere unilateralmente dal contratto di lavoro. Nonostante le difficoltà legate alla crisi e alla scarsità di opportunità occupazionali, in alcuni casi il lavoratore si trova costretto, sebbene a malincuore, a interrompere il proprio rapporto di lavoro, scegliendo di rinunciare spontaneamente al posto occupato.

Il lavoratore che decide di presentare le proprie dimissioni volontarie è tenuto a rispettare un periodo di preavviso, finalizzato a dare al datore di lavoro il tempo necessario per trovare un sostituto in grado di assumere le sue mansioni. Il termine del preavviso è stabilito dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), che generalmente lo equiparano a quello prevista in caso di licenziamento, garantendo così un trattamento paritario per entrambe le parti.

Infatti, se il lavoratore presenta le dimissioni senza rispettare il periodo di preavviso, il datore di lavoro ha il diritto di richiedere un risarcimento. Solitamente, il risarcimento corrisponde al valore delle giornate di preavviso non lavorato, quale compensazione per il danno subito dalla mancata copertura temporale.

Quando le dimissioni volontarie vengono equiparate alle assenze ingiustificate

Nell’articolo 19 del DDL Lavoro, collegato alla Legge di Bilancio 2025, è contenuta una norma che modifica, in parte, la disciplina sulle dimissioni volontarie.

Se il lavoratore si assenta ingiustificatamente oltre il termine previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato o, in assenza di tale previsione, per più di quindici giorni, il datore di lavoro deve informare la sede territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro.

Quest'ultimo può verificare la veridicità della segnalazione. In tal caso, il rapporto di lavoro si considera risolto per volontà del lavoratore. Con le suddette novità, si vanno a equiparare le assenze ingiustificate con le dimissioni volontarie.

Quali sono le conseguenze per l’accesso alla NASPI

Le novità introdotte dal collegato Lavoro sulle dimissioni volontarie ha effetto direttamente sull’accesso alla NASPI.

Con le modifiche introdotte, il lavoratore non può accedere all’indennità di disoccupazione. La legge vuole semplificare la cessazione del rapporto di lavoro se le assenze ingiustificate di lungo periodo hanno solo l’obiettivo di fruire della NASPI.

Infatti, l’obiettivo della maggioranza è quello di evitare che i lavoratori dipendenti spingano i datori di lavoro a licenziarli per le lunghe assenze, per poter richiedere appunto l’indennità di disoccupazione. Una pratica senza dubbio scorretta che si cerca di estirpare per far sì che l’indennità spetti davvero solo a chi ne ha effettivamente diritto perché ha perso il posto di lavoro involontariamente e non utilizzando pratiche poco trasparenti e disoneste.

La stretta ai furbetti della NASPI, secondo i partiti di opposizione, potrebbe comportare il rischio del ritorno alle cosiddette dimissioni in bianco.

La stessa Legge di Bilancio ha introdotto criteri di accesso all’indennità di disoccupazione molto più stringenti. Dal 10 gennaio 2025, infatti, chi si dimette da un contratto di lavoro e, durante i successivi 12 mesi viene licenziato da un nuovo lavoro a termine, deve dimostrare di avere almeno 13 settimane di contributi relativi proprio all’ultimo impiego per poter accedere alla NASPI.

Per riassumere

Il 12 gennaio 2025 sono entrate in vigore novità sul tema delle dimissioni volontarie introdotte dal Disegno di Legge Lavoro, che ora equiparano le assenze ingiustificate dal lavoro a dimissioni volontarie.

In caso di assenza ingiustificata oltre il limite previsto, il lavoratore può essere considerato come se si fosse dimesso. Queste modifiche influenzano l'accesso alla NASPI, restringendo le condizioni per ottenere l'indennità di disoccupazione, che non sarà concessa a chi si dimette volontariamente o approfitta delle assenze lunghe per ottenere il sussidio.

Inoltre, sono stati introdotti criteri più severi per accedere alla NASPI, come la necessità di aver accumulato 13 settimane di contributi nel nuovo impiego per chi si dimette e successivamente viene licenziato.

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Sara Bellanza
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