Continuano le polemiche contro il ministro Salvini dopo l'ennesimo caos treni che sabato, a partire da un guasto verificatosi alla stazione di Milano, ha messo in ginocchio i trasporti di mezza Italia.
Quanto accaduto non è infatti un episodio isolato, ma si inserisce in una lunga serie di disservizi che ha caratterizzato il sistema ferroviario negli ultimi mesi. L’apice dei disagi, si ricorderà, si era già registrato lo scorso 2 ottobre, quando un banale chiodo su un cavo provocò un blocco totale della circolazione ferroviaria a livello nazionale.
A peggiorare la situazione e alimentare le critiche, l’assenza di una reazione concreta da parte del ministro Salvini. Nonostante il suo abituale utilizzo dei social network, il ministro è rimasto in silenzio nella giornata di sabato, suscitando malumori non solo tra i cittadini, ma anche all'interno della stessa maggioranza di Governo. Se Forza Italia ha offerto una timida difesa, Fratelli d’Italia ha invece evitato di schierarsi in favore del leader leghista.
Ben si comprende, dunque, come il nuovo caos treni e le mancate risposte del ministro Salvini continuino a essere al centro delle critiche delle opposizioni, compatte nel denunciare l’inadeguatezza della sua gestione al Ministero dei trasporti.
Una posizione, questa, ribadita a Tag24 anche da Silvia Fregolent, senatrice di Italia viva, la quale proprio oggi ha condiviso sui suoi canali social un episodio, accaduto stamane, che conferma come i disservizi ferroviari rappresentino ormai un problema quotidiano per i cittadini:
«Una volta partito il treno, il mio amico ha ricevuto un messaggio con cui si segnalava un guasto della linea ad Alta velocità e un ritardo superiore ai 60 minuti. La comunicazione offriva la possibilità, per il viaggiatore, di optare per un cambio treno. Peccato che il treno fosse già partito. Questo episodio dimostra davvero efficacemente il problema legato ai trasporti e, più precisamente, al ministro Salvini».
Secondo la senatrice Fregolent, i problemi del settore ferroviario sono evidenti da mesi e la crisi di sabato, purtroppo, è solo l'ultimo episodio di una serie:
«Sabato è stato il caos. Il problema, tuttavia, è che i ritardi causati da incidenti simili sono all’ordine del giorno.
Basti pensare alle continue disfunzioni che hanno caratterizzato il trasporto ferroviario la scorsa estate. Allora il ministro giustificò il caos con la necessità di investire i fondi del Pnrr per migliorare la tratta più utilizzata del Paese, la Milano – Napoli. A questo fine fu motivata anche la decisione di iniziare i lavori nel periodo di Ferragosto, la quale di fatto lese i diritti di tutti quei lavoratori e tutte quelle famiglie che hanno la possibilità di andare in ferie solo in quel periodo.
Il problema, tuttavia, è che il sacrificio che Salvini ha richiesto agli italiani in quelle settimane non ha portato a nessun minimo miglioramento del servizio, come abbiamo potuto constatare in questo tragico autunno».
Secondo la senatrice di Italia viva, pertanto, a nulla servono le giustificazioni utilizzate dal ministro ogni qualvolta si verifica una crisi del sistema trasporti. Anche perché il problema non riguarda la sola circolazione ferroviaria:
«Le giustificazioni del ministro Salvini, che attribuisce i disservizi ai lavori infrastrutturali in corso, sono assolutamente insufficienti. Anche perché Trenitalia e RFI – che hanno ricevuto la quota maggiore dei fondi Pnrr destinati ai trasporti – sono, insieme al MIT, gli ultimi in classifica per capacità di spesa.
Il problema legato al ministro è generalizzato. In questo momento il Paese vive uno stallo che va dai treni dalle autostrade, passando per il trasporto pubblico non di linea e per il trasporto aereo, con la vendita della nostra compagnia di bandiera a Lufthansa».
Uno stallo, quello descritto dalla senatrice di Italia viva, che non trova le dovute risposte in un ministro che spesso appare impegnato in altro:
«Il ministro Salvini si esprime su tutto: politica estera, banche, cronaca. L’unica cosa di cui non parla e non si occupa è il Ministero dei trasporti. Il suo compito dovrebbe essere quello di far sì che i fondi del Pnrr per le infrastrutture siano pienamente utilizzati per migliorare la mobilità del Paese.
I risultati ottenuti, invece, dicono che nulla migliora e che i guasti continuano a verificarsi sempre sulle stesse linee. Per questo continueremo a chiedere l’istituzione di una Commissione di inchiesta che indichi come e dove sono stati spesi i soldi del Pnrr».
A peggiorare la performance del ministro, nell'opinione della senatrice, lo scarso interesse mostrato dallo stesso nei confronti delle tematiche del mondo dei trasporti. Dall’assoluzione nel processo Open Arms, infatti, Salvini non ha smesso di ribadire il suo interesse per il Viminale:
«Salvini non fa mistero di voler tornare al Ministero dell’interno. Un desiderio, a mio parere, motivato dal fatto che, da quel dicastero, Salvini riusciva a controllare la Bestia, ovvero quel modo di fare politica scandalistico e diffamatore nei confronti degli avversari.
Sappiamo come Salvini abbia utilizzato per anni quel metodo per aumentare il consenso. Consenso che oggi è in forte declino: la Lega è infatti il terzo partito della coalizione di Governo, superata persino da Forza Italia. Un miracolo, se consideriamo che FI è guidata da un leader la cui principale caratteristica è l’incapacità di assumere posizioni nette.
La possibilità che Salvini torni agli Interni è in ogni caso nulla. La Meloni non ha intenzione di favorirlo ed è consapevole che un Salvini troppo visibile sarebbe un problema per l’intero Governo».
Il problema, secondo la senatrice di Italia viva, è che un caos come quello che sabato potrà verificarsi nuovamente, proprio a causa dell’immobilità del ministero guidato dal leader della Lega:
«Salvini in questi due anni non ha mai fatto il ministro delle Infrastrutture. Tutti i piani annunciati al suo insediamento – dal piano idrico all’aumento delle tratte dell’Alta velocità, passando per i porti strategici e funzionali – sono stati disattesi. I proclami del primo giorno di scuola mai realizzati.
L’unica cosa che il ministro fa è commentare, al pari di un qualsiasi osservatore della domenica. Questo è il fenomeno Salvini: un politico che non studia ma parla e fa danni. E per questo è pericoloso».