La convention di sabato scorso del leader di Italia Viva Matteo Renzi, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, ha ribadito un punto fondamentale: le elezioni si vincono al centro, dove per centro si intende uno spazio politico dal potenziale ancora inespresso.
È proprio questo il motivo per cui, ormai da mesi, molte forze politiche moderate stanno intensificando i propri sforzi per riorganizzarsi e posizionare la propria bandierina nell'area. In un sistema bipolare come quello italiano, infatti, uno scarto del 2-3% delle preferenze può rivelarsi determinante per la vittoria o la sconfitta in una competizione elettorale. È questo pertanto anche il motivo per cui a destra e a sinistra si fa a gara per allargare le coalizioni verso il centro.
Vediamo allora quali sono attualmente le principali realtà del centro italiano e come potrebbe evolversi nei prossimi mesi la scena politica moderata. Si arriverà a una sintesi delle proposte con la costruzione di un nuovo Terzo Polo, o si manterrà l'attuale disorganicità con le singole forze che troveranno casa un po' a destra e un po' a sinistra?
Si parte dai due principali partiti del centro italiano, i due protagonisti del fallito esperimento del terzo polo: Italia Viva e Azione. I due leader, dopo la luna di miele delle elezioni del 2022, quando insieme sfiorarono l’8%, non sopportano più neanche di stare nella stessa stanza.
Eppure è stato proprio Matteo Renzi ad aver accesso la competizione tra i moderati, sottolineando - dal palco del Teatro Le Cartiere di Firenze - la necessità di costruire un centro che possa essere l’ago della bilancia per le future vittorie elettorali. Il leader di Italia Viva ha evidenziato come, al momento di tirare le somme, il 2% dei consensi risulta determinante.
Se, però, Renzi aspira a essere parte integrante della coalizione di centrosinistra, dall'altra parte c'è Carlo Calenda, leader di Azione che non vuole più avere nulla a che fare con Renzi. Calenda auspica la costruzione di un centro che si richiami ai valori repubblicani e che diventi punto di riferimento per gli elettori delusi sia dal centrosinistra che dal centrodestra.
ha dichiarato oggi il leader di Azione alla trasmissione l'Aria che Tira su La7.
Parlare di “centro cattolico” alleato strutturalmente con la sinistra e’ a mio avviso sbagliato. Le culture repubblicane, liberali e popolari devono convivere in un progetto politico indipendente da questa destra e questa sinistra, orientato al buon governo e al pragmatismo.…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 4, 2025
Poi c’è la grande scommessa dei riformisti e dei cattolici di area PD, che si stanno riorganizzando in movimenti che aspirerebbero a diventare qualcosa di più di una corrente interna del Partito Democratico.
Il prossimo fine settimana sarà decisivo per le sorti di quest'area, dato che ci saranno due appuntamenti importanti: il primo, a Orvieto, il 18-19 gennaio, dove si terrà l'assemblea nazionale di Libertà Eguale, l’associazione di Stefano Ceccanti ed Enrico Morando, alla quale parteciperà anche Paolo Gentiloni; il secondo, sempre il 18 gennaio, a Milano, con il battesimo di Comunità Democratica, un progetto politico dai contorni ancora sfumati, ma che ha l'ambizione di riorganizzare i cattolici di sinistra.
La kermesse è promossa da Graziano Delrio e vedrà l'intervento di Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti e dell'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate,Ernesto Maria Ruffini che il gossip politico individua come nuovo federatore dei cristiani democratici di centro. Rumors suggeriscono anche che la convention di sabato prossimo sia l'occasione per lanciare la leadership di Ruffini alla guida di un nuovo movimento che mira a trovare spazio nell'area di centro.
Non dimentichiamo poi il centro della destra di ispirazione popolare, dominato senza dubbio dal partito di Antonio Tajani, Forza Italia che - pur non essendo propriamente di centro - da tempo ha avviato una operazione per affermarsi come forza moderata e rassicurante di centrodestra e che punta a rosicchiare consensi per consolidare la sua posizione di secondo partito di governo.
Sempre a destra, quarta gamba dell'attuale maggioranza di Governo, c'è Noi Moderati di Maurizio Lupi che negli ultimi mesi sta crescendo nei sondaggi.
Tutti a caccia del voto moderato, quindi? La soglia che attualmente i sondaggi assegnano ai partiti di centro si aggira tra il 2% e il 3%, ma che è solo una parte del potenziale elettorale del centro, dal momento che esiste una vasta fetta di italiani - il 51% - che non si reca alle urne, delusa dalle proposte dei due principali poli di centrodestra e centrosinistra. È proprio a questa fascia di elettori che il centro vuole rivolgersi.
Arriviamo così alla determinazione del peso elettorale dei 'partiti del 2%', come spesso vengono definiti i partiti di centro. È quel 2% che – come sottolineato dal leader di Italia Viva - in un sistema come quello italiano può decretare la vittoria o la sconfitta di una coalizione.
Il centro italiano appare oggi come una galassia variegata composta da forze politiche spesso in conflitto, con tanti “pianeti” e pochi “satelliti” che cercano di trovare uno spazio in un centro politico che, al momento, in Italia è ancora da costruire.
Resta da capire se, nei prossimi due anni e mezzo (ovvero il lasso di tempo che li separa dalle elezioni politiche del 2027), il centro riuscirà a parlare con una voce unica e sarà capace di costruire un progetto ideologico a sè stante, oppure se continuerà a offrire agli elettori un’offerta politica spezzettata e confusa.
Un'analisi poco lusinghiera di quanto sta accadendo nel centro l'ha fatta il leader di Centristi per l'Europa, Pier Ferdinando Casini.
Ha detto il senatore a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora.
In sintesi, il centro italiano è costituito da una varietà di gruppi politici, con l'aspirazione a unire diverse forze moderate e costruire una proposta politica più coesa, ma rimane incerto se riuscirà a farlo in modo efficace.
Ecco, quindi, una sintesi delle principali realtà del centro italiano: