13 Jan, 2025 - 16:24

Governo e Donzelli contro i centri sociali: "Covi di violenza da chiudere, a sinistra nessuna condanna".

Governo e Donzelli contro i centri sociali: "Covi di violenza da chiudere, a sinistra nessuna condanna".

Ritorna al centro del dibattito politico la presunta pericolosità dei centri sociali antagonisti, studenteschi, anarchici e di estrema sinistra, colpevoli delle violenze che sono esplose dopo la morte a Milano di Ramy Elgaml.

Gli scontri principali con le Forze dell'Ordine si sono avuti a Bologna e a Roma, dove la Digos avrebbe identificato una trentina di manifestanti colpevoli di atti vandalici e violenze. La comparsa di scritte antisemite a Bologna ha aumentato ancora di più la tensione e dal governo non sono mancati esponenti, come Maurizio Gasparri o Giovanni Donzelli, che chiedono la chiusura dei centri sociali anche grazie al Ddl sicurezza.

Da sinistra invece arriva il generico invito del Partito Democratico a "non strumentalizzare la situazione", che se considerata dal punto di vista dell'espressione del dissenso può esser considerata preoccupante.

Sempre il governo, infatti, ha chiesto al centro sociale torinese dell'Askatasuna 6,8 milioni di euro in danni per gli scontri contro la TAV: una strategia per mettere a disagio chi non ne condivide le politiche?

Donzelli: "A sinistra c'è un problema di violenza"

Bologna torna al centro dello scontro politico fra la maggioranza di centrodestra e l'opposizione di centrosinistra. Nella città emiliana persone legate agli ambienti anarchici, a gruppi antagonisti e ai collettivi studenteschi si sarebbero rese responsabili di attacchi contro le Forze dell'Ordine e delle scritte antisemite apparse su alcuni muri vicino la locale sinagoga.

Ciò ha preoccupato ulteriormente una città che già agli inizi di novembre 2024 aveva visto un corteo di CasaPound e uno organizzato dai gruppi antifascisti sfilare a poca distanza l'uno dell'altro, con il corollario di manifesti con il volto della premier Giorgia Meloni e della ministra Anna Maria Bernini macchiati da una mano insanguinata.

Gli scontri fra gruppi antagonisti e Forze dell'Ordine avevano già all'epoca messo in allarme esponenti di governo come Matteo Salvini, che aveva chiesto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di chiudere i "centri sociali covi di zecche comuniste".

Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, a distanza di mesi non si accoda esplicitamente alla richiesta ma è altrettanto netto nell'indicare una precisa responsabilità da parte della sinistra nel non chiarire una volta per tutte da che parte stia:

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Troppe volte forse la sinistra era distratta ad annunciare un pericolo fascismo per attaccare il governo Meloni quando in realtà forse doveva guardare nel suo album di famiglia perché a sinistra c'era un problema serio di violenza che stava montando, antisemitismo, intolleranza, odio verso le Istituzioni. Bisogna essere seri tutti e condannare la violenza dei centri sociali e fare in modo che venga sempre rispettata la legge.

Secondo Donzelli, dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra si è perso solo tempo nel denunciare un presunto "pericolo fascista" senza considerare invece come più urgente la questione di cosa significhi avere centri sociali nelle maggiori città italiane.

Il centrodestra, specie nelle parole di molti esponenti di Fratelli d'Italia, evoca scenari molto simili a quelli vissuti fra anni '60 e '70: gli "anni di piombo" in cui la violenza politica dilagava per le strade italiane e le stragi contro la collettività (da piazza Bologna all'Italicus) riempivano con i loro tragici bollettini i palinsesti e i quotidiani dell'epoca.

FdI è particolarmente toccata dalla questione centri sociali: non si contano soltanto i video sui canali social del partito in cui si mettono alla berlina ragazzi o ragazze che si esprimono contro la premier Meloni (certamente con parole forti), prefigurando persino minacce fisiche, ma c'è anche l'aggressione che un banchetto di FdI aveva subito l'11 gennaio a corso Racconigi (Torino).

Gli aggressori erano esponenti del centro sociale autogestito Gabrio, ma ciò non ha fermato politici come Galeazzo Bignami o Augusta Montaruli a chiedere al sindaco torinese Stefano Lo Russo di interrompere ogni forma di dialogo contro l'Askatasuna.

Gasperri: "L'Askatasuna è una minaccia"

La convinzione che la sinistra sia connivente con quanto i centri sociali esprimono nelle proteste è fortemente radicata anche nelle dichiarazioni della Lega: detto del leader Salvini, ci sono stati altri esponenti come Isabella Tovaglieri dettisi convinti che il disinteresse delle amministrazioni comunali abbia creato il terreno perfetto per lo scontro.

Il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, ha voluto oggi 13 gennaio 2025 utilizzare gli incidenti a Torino, Bologna e Roma per spingere sull'approvazione il prima possibile del Ddl Sicurezza.

Nonostante la preoccupazione espressa da molti che l'aumento dei reati e dei periodi di detenzione possa aggravare ancora di più il peso esercitato dai molti detenuti nelle carceri italiane, Gasparri non crede che si possano trovare punti d'incontro fra mondo della politica e quello dei centri sociali. La repressione legislativa è l'unica strada:

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Le aggressioni che stanno subendo poliziotti e carabinieri vanno stroncate. Così come è urgente chiudere i centri sociali violenti, come Askatasuna a Torino, che rappresenta una minaccia ormai da anni. Per non parlare dell'atteggiamento di alcuni settori della magistratura che si schierano contro le forze di polizia o di chi, come ha fatto Gabrielli, mette in discussione il loro operato.

Probabile che l'esponente di Forza Italia si sia riferito anche a ciò che è successo pochi giorni fa a Torino, una città che sta provando a fare qualcosa di simile con quanto accaduto anni fa a Milano con il centro sociale Leoncavallo.

L'ex sindaco meneghino Giuliano Pisapia aveva chiesto alla famiglia Cabassi, proprietaria dei locali in via Wattau, di trovare un punto d'incontro con chi anima il centro sociale: ad oggi il Leoncavallo risulta ancora abusivo e i suoi occupanti risultano ancora sotto sfratto esecutivo, ma esiste un progetto per il quale questi dovrebbero pagare ai Cabassi un affitto di 500mila euro annui.

Italia Viva: "Rispetto per le Forze dell'Ordine"

Ancora la cronaca poi offre un altro aggancio per descrivere l'atteggiamento del governo contro i centri sociali: l’Avvocatura dello Stato ha chiesto 6 milioni e 800mila euro di danni agli esponenti dell'Askatasuna, a processo oggi per gli scontri occorsi al cantiere Tav e per altre manifestazioni avvenute a Torino.

La Regione Piemonte ha commentato questa richiesta, avanzata dagli avvocati per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei ministeri della Difesa e dell’Interno, come un forte segnale contro ogni forma di illegalità e violenza non soltanto contro le strutture della TAV, ma anche contro le Forze dell'Ordine.

Anche a Bologna il sindaco Matteo Lepore ha avanzato una prima stima dei danni nella cifra di 70mila euro, ma a oggi il punto principale è che il governo si è schierato senza se e senza ma a protezione dei poliziotti coinvolti negli scontri, lasciando all'opposizione la posizione scomoda di non poter ignorare questo punto con il rischio di esser accusati di voler fomentare le violenze.

Maria Chiara Gadda, vicepresidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, riassume il pensiero del suo partito con la richiesta di non strumentalizzare gli scontri bolognesi per dar contro le Forze dell'Ordine: non bisogna dimenticare che tanti e tante poliziotti e poliziotte sono in difficoltà contro chi vuole soltanto distruggere.

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Le forze dell'ordine meritano sempre rispetto. Ai facinorosi che hanno messo a ferro e fuoco le città, interessa usare il nome di Ramy per devastare interi quartieri. Si tratta delle stesse persone che colgono qualsiasi occasione simile per creare disordini nelle città, per scagliarsi contro le forze di polizia e per mettere in difficoltà i cittadini che abitano nelle zone teatro dei disordini.

Come accaduto spesso in Francia, molte città italiane sono diventate terreni di scontri anche violenti perché gli spazi per l'espressione del dissenso - come i centri sociali - sono stati sempre più cancellati o ristretti da ordinanze restrittive operate sia da politici di sinistra che di destra.

La violenza che molti giovani esprimono sembra diventata l'unica cifra espressiva e stilistica per segnalare un disagio che coinvolge un livello politico, economico, sociale e legale.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Scontri e violenze dei centri sociali: i centri sociali di sinistra sono accusati di violenze, vandalismi e antisemitismo, soprattutto a Bologna e Roma, dopo la morte di Ramy Elgaml. Il governo, con esponenti come Donzelli e Gasparri, chiede la chiusura di questi luoghi, invocando il Ddl sicurezza.

  • Divisioni politiche: il centrodestra accusa la sinistra di non condannare la violenza dei centri sociali, evocando scenari simili agli "anni di piombo". Esponenti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia spingono per una repressione più severa, mentre il Partito Democratico invita a non strumentalizzare la situazione.

  • Giudizi su Askatasuna e altri centri sociali: il governo ha chiesto 6,8 milioni di euro in danni al centro sociale torinese Askatasuna per gli scontri contro la TAV, mentre le forze dell'ordine sono difese dai politici di centrodestra, che accusano la sinistra di proteggere i violenti.

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Pasquale Narciso
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