“Decesso per un mix di droghe”. Queste le prime informazioni trapelate dall’autopsia sul corpo semi carbonizzato di Fabiana Piccioni, la 46enne trovata morta giovedì 9 gennaio 2025 nelle campagne di Giulianova, in provincia di Teramo.

In un primo momento si era ipotizzato un femminicidio. Una tesi che ora sembrerebbe essere esclusa, considerando inoltre che non sono stati trovati segni di violenza, né fisica né sessuale, sul cadavere della donna.

Resta il giallo su chi abbia trasportato il corpo nel luogo in cui è stato rinvenuto e abbia cercato di dargli fuoco.

Il servizio del programma Rai “La vita in diretta” sul ritrovamento di Fabiana

Fabiana Piccioni, cosa è emerso dall’autopsia

L’incarico per l’autopsia sul corpo di Fabiana Piccioni è stato conferito al medico legale Antonio Tombolini, di Macerata. Ritrovato in una macchia di verde, con gli arti inferiori e parte della testa bruciati, a una prima ispezione non presentava segni di violenza.

Un elemento confermato dall’esame autoptico, che ha anche chiarito quale sarebbe stata la causa della morte: un arresto cardiocircolatorio provocato da un mix di droghe e alcol, in particolare cocaina e oppiacei. I polmoni, inoltre, non presentano alcuna traccia di fumo. Un dettaglio che conferma come il corpo sia stato dato alle fiamme quando ormai la donna era già priva di vita.

Non è stato ancora possibile stabilire quando la 46enne sia morta, ma maggiori informazioni potrebbero arrivare dai campioni prelevati e che saranno analizzati.

La testimonianza dei genitori

Fabiana Piccioni era scomparsa lo scorso 2 gennaio, allontanandosi da casa in bicicletta. Lavorava come estetista, non era sposata e viveva con i suoi genitori. Sono stati proprio loro ad ammettere, al momento della denuncia di sparizione, che la figlia era entrata “in un brutto giro”. Avevano anche fatto il nome di un uomo che la 46enne frequentava.

In passato Piccioni era stata segnalata per uso di sostanze stupefacenti. Ora i familiari, assistiti dall’avvocato Pier Francesco Manisco, avrebbero fatto di nuovo riferimento all’uomo che, stando a quanto riferito, pensano possa essere coinvolto nella tragica vicenda.

La madre ha raccontato di averla sentita l’ultima volta su WhatsApp il 2 gennaio: un messaggio vocale in cui affermava di “stare bene”, seppur tra i singhiozzi. Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Teramo: al momento non ci sarebbero indagati.

Il servizio del Tg3 Abruzzo sul caso

Il cordoglio sui social

La tragica scomparsa di Fabiana Piccioni ha sconvolto l’intera comunità di Giulianova. In molti parlano di lei come una donna sempre sorridente.

“Il mio triste pensiero oggi è rivolto alla tragica scomparsa di Fabiana Piccioni, mia compaesana e persona di mia gradita conoscenza. Fabiana, Spero tu possa trovare finalmente la pace che non hai trovato qui su questo cattivo, becero, scellerato e brutale mondo infame” scrive Andrea.

“Un pugno nello stomaco e mille ricordi affiorano, riposa in pace amica mia e sentite condoglianze alla famiglia” sono le commoventi parole di Emanuela. “Una morte brutale, inspiegabile, che sia fatta giustizia! Mancherai a tutta Giulianova e la tua risata rimarrà per sempre in città” scrive Moira.

Gli aggiornamenti sul caso di Fabiana Piccioni in tre punti

  • Cause della morte e autopsia: Fabiana Piccioni, 46 anni, è morta per arresto cardiocircolatorio causato da un mix di droghe (cocaina e oppiacei) e alcol. Non sono stati riscontrati segni di violenza sul corpo, e il fuoco è stato appiccato solo dopo la sua morte, come confermato dall’autopsia.
  • Le circostanze e il giallo: Non è stato ancora determinato chi abbia trasportato il corpo di Fabiana nelle campagne di Giulianova e chi abbia cercato di bruciarlo. La donna era scomparsa il 2 gennaio 2025 e, secondo i genitori, era coinvolta in un “brutto giro” di persone, incluso un uomo che potrebbe essere coinvolto nel caso.
  • Reazioni e indagini: La comunità di Giulianova è scossa dalla morte di Fabiana. Non ci sono indagati al momento, ma le indagini dei carabinieri proseguono sotto la supervisione della Procura di Teramo. I familiari continuano a sospettare di un uomo legato alla vittima.