Nessuno si illudeva che il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca avrebbe deposto le armi senza combattere e in effetti così è stato.
Nella conferenza stampa convocata all’indomani della decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge del regionale che gli consente di ricandidarsi per il terzo mandato consecutivo alle prossime elezioni in programma nell’autunno del 2025, De Luca non ha risparmiato nessuno, dal Governo ai vertici del Pd, mettendo bene in chiaro di non aver nessuna intenzione di fare un passo indietro.
Tra una citazione di Papa Giovanni Paolo II, con cui ha invitato il Governo a ‘non avere paura’ di dare la parola agli elettori, il combattivo governatore del PD ha bollato la decisione dell’esecutivo come ‘contra-personam’, ovvero mirata a colpire solo lui, citando i casi di regioni come Veneto, Marche e Piemonte che pur avendo approvato leggi identiche, non hanno subito lo stesso destino della Campania.
Infatti, in Veneto, Luca Zaia sta per concludere il suo terzo mandato consecutivo grazie a una legge simile a quella contro cui il Governo ha deciso di opporsi ieri.
Ma la vera notizia potrebbe essere un’altra, ovvero l’eventualità che il governatore campano stia valutando la possibilità di fondare un nuovo partito e staccarsi dal Partito Democratico.
Una notizia che probabilmente spaventa di più il centrosinistra che il centrodestra.
Terzo mandato, De Luca lancia un suo partito?
Il governatore della Campania è consapevole che quella che si appresta a combattere sarà una battaglia in solitaria, da combattere senza l’appoggio del suo attuale partito. La segretaria del Pd Elly Schlein, infatti, ha messo ben in chiaro l’intenzione di non ricandidarlo, indipendentemente dalla decisione della Consulta.
“Per quello che mi riguarda non si è modificata di una virgola la mia posizione e non si modificherà. Andiamo avanti.”
Ha detto De Luca confermando la sua intenzione di candidarsi e annunciando il ricorso contro l’impugnazione del Governo.
“Ci difenderemo davanti alla Corte Costituzionale e abbiamo la sensazione che avverrà quello che è accaduto per la legge sull’autonomia differenziata, sarà smantellata.”
Il governatore, però, non si è limitato a ribadire la sua posizione, ma ha rilanciato annunciando l’avvio di ‘una battaglia democratica’ e appellandosi ai cittadini per il sostegno. Parole che potrebbero sottintendere l’intenzione di De Luca di lanciare un nuovo progetto politico con cui candidarsi per la terza volta alla guida della regione Campania.
“Utilizzeremo questi mesi per promuovere una grande battaglia democratica. Proporremo ai cittadini un’alternativa alla politica politicante per la quale la Campania è solo merce di scambio e gli chiederemo di accompagnarci in questa battaglia”.
Ha detto De Luca che ha anche aggiunto:
“Faremo una grande campagna di iniziativa politica nei prossimi mesi e sfideremo tutti a un dibattito pubblico. Andremo avanti con ancora più determinazione e faremo appello ai nostri concittadini a cui chiederemo di metterci in condizioni di andare avanti. Faremo qui e in tutta Italia una battaglia di civiltà”.
Un messaggio al Partito Democratico?
Perchè il centrosinistra teme un partito di De Luca?
Nei prossimi giorni si capirà meglio se si sia trattato solo di una minaccia, o se il governatore campano è realmente intenzionato a intraprendere la corsa solitaria per la rielezione e, soprattutto, quali sono i contorni dell’iniziativa politica che intende intraprendere.
Nel frattempo, però, l’ipotesi di un nuovo soggetto politico a sostegno della candidatura di Vincenzo De Luca è un’eventualità che probabilmente agita più il centrosinistra che gli avversari del centrodestra che anzi, potrebbero addirittura essere avvantaggiati dalla decisione del governatore.
Il governatore, infatti, sembra intenzionato a portare avanti una battaglia legale e politica, con la possibilità di lanciare un proprio partito per sostenere la sua candidatura.
De Luca gode di un ampio consenso in Campania, cinque anni fa è stato eletto con quasi il 70% delle preferenze, molte delle quali si porterebbe dietro in caso di candidatura in solitaria sottraendole alla coalizione di centrosinistra con il concreto rischio di favorire la vittoria del candidato del centrodestra.
Difficilmente, infatti, la maggioranza arriverà spaccato all’appuntamento dell’autunno del 2025, rischio che invece potrebbe correre in Veneto se la Lega dovesse impuntarsi sul successore di Luca Zaia. La decisione del Governo su De Luca, infatti, ha ripercussioni dirette anche sull’eventuale quarto mandato del governatore veneto della Lega.
Ecco perché le dichiarazioni di oggi di Vincenzo De Luca sembrano più una dichiarazione di guerra per il suo stesso partito che per il centrodestra a cui, come di consueto, non ha risparmiato strali.
Perché il Governo ha impugnato la Legge Salva De Luca?
Nel corso del Consiglio dei Ministri, tenutosi giovedì 9 gennaio, il Governo ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la Legge regionale della Campania (n. 16 del 11/11/2024). Questa legge consente al governatore De Luca di ricandidarsi per il terzo mandato consecutivo, nonostante la Costituzione preveda per i Presidenti di Regione il vincolo del secondo mandato.
Il Cdm ha deciso di impugnare la Legge Salva De Luca, sostenendo che essa viola l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, nonché i principi di ragionevolezza e di uguaglianza nell’accesso alle cariche elettive fissati dagli articoli 3 e 51 della Costituzione.
Eppure, in maggioranza la decisione non è stata scevra di contrasti con la Lega in disaccordo rispetto alla posizione di Forza Italia e Fratelli d’Italia. È evidente, infatti, che lo stop al governatore campano rappresenta uno stop anche per Luca Zaia in Veneto.
Il governatore De Luca ha annunciato la presentazione di un ricorso e adesso la parola passa alla Consulta.
Terzo mandato per il governatore De Luca in sintesi:
- Controversia sul Terzo Mandato di De Luca: Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha deciso di non indietreggiare sul terzo mandato nonostante il Governo italiano abbia impugnato la legge regionale che gli consentirebbe di candidarsi, contestandone la legittimità.
- De Luca contro il Governo e il PD: De Luca ha criticato duramente sia l’esecutivo che il suo stesso partito, il Partito Democratico, che non intende sostenerlo nella sua ricandidatura. Il governatore ha ribadito la sua intenzione di andare avanti con la battaglia legale e politica.
- Possibile creazione di un nuovo partito: De Luca ha lasciato intendere la possibilità di lanciare un proprio partito per sostenere la sua candidatura e rompere con il PD. Questa mossa potrebbe portare a una corsa solitaria alle elezioni regionali del 2025.
- Rischi per il centrosinistra: La creazione di un nuovo partito da parte di De Luca potrebbe indebolire il centrosinistra in Campania, sottraendo voti e favorendo la vittoria del centrodestra, che potrebbe presentarsi unito alle prossime elezioni.
- Reazioni e implicazioni politiche: La decisione di fermare De Luca ha suscitato contrasti all’interno del Governo, con la Lega in disaccordo con altre forze della coalizione. La situazione potrebbe avere effetti anche su altri governatori, come Luca Zaia in Veneto.