Il dibattito sul tema pensione è sempre molto caldo e, spesso, causa reazioni contrastanti tra Governo e sindacati.
Da qualche ora, al centro della polemica c’è l’ipotetico inasprimento dei requisiti pensionistici. Scatta il caos pensioni dopo la denuncia della CGIL di un aumento dei requisiti dal 2027. Un aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi.
Cos’è successo? Qual è la verità?
Aumentano i requisiti delle pensioni secondo la CGIL
La CGIL ha lanciato l’allarme su un presunto aumento di tre mesi dei requisiti pensionistici. Una nota che ha subito scatenato una polemica politica. Infatti, l’opposizione ha immediatamente attaccato il Governo, mentre la Lega ha espresso una ferma opposizione a qualsiasi modifica.
Secondo la CGIL l’INPS avrebbe aggiornato gli applicativi aumentando i requisiti di accesso alla pensione di 3 mesi. Così, a partire dal 2027, per accedere alla pensione di vecchiaia saranno necessari 67 anni e tre mesi.
Non si è fatta attendere troppo la risposta dall’Istituto. In serata, è arrivata la smentita ufficiale da parte dell’INPS. L’ente ha chiarito che “le certificazioni saranno redatte secondo le tabelle attualmente in vigore“, mettendo fine alle voci sui presunti “nuovi requisiti pensionistici“.
La comunicazione breve ma decisa dell’INPS ha contribuito a placare le ipotesi e a rassicurare i cittadini sul mantenimento delle condizioni attuali per l’accesso alla pensione.
Qual è stata la risposta dell’INPS
La risposta dell’INPS non si fa attendere. L’Istituto fa chiarezza e smentisce le voci su presunti cambiamenti nei requisiti pensionistici.
L’ente conferma che le certificazioni rimangono basate sulle tabelle attualmente in vigore, senza alcun aggiornamento o modifica improvvisa.
La nota del 9 gennaio 2024 è la seguente:
“L’INPS smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”.
La precisazione arriva dopo le preoccupazioni sollevate dalla CGIL, che temeva che l’Istituto avesse modificato e non comunicato presunte variazioni ai requisiti pensionistici, generando confusione tra i lavoratori. Con la presa di posizione, l’Istituto intende togliere qualsiasi dubbio e rassicurare i cittadini, confermando che non ci saranno variazioni nei requisiti pensionistici.
La comunicazione dell’INPS arriva come un salvagente per cittadini, sindacati e forze politiche, pronti a uscire dal caos che si era generato nelle ultime ore. Un caos più che altro mediatico su un tema sempre molto caldo che, in un modo o in un altro, è sempre pronto a generare discussioni.
Si è acceso lo scontro politico
Il dibattito politico si è acceso subito. Sono arrivate subito dure critiche e preoccupazioni dalle opposizioni e non si sono fatte attendere neppure le repliche dalla maggioranza di Governo.
Il senatore della Lega e sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha smentito fermamente le voci sull’aumento dei requisiti pensionistici, definendo la notizia come “trapelata in modo improprio e avventato”.
Durigon ha dichiarato, altresì, che qualora si registrasse un aumento delle aspettative di vita, la Lega farà di tutto per scongiurare l’ipotesi.
Per il momento, comunque, si è solo stabilito che nel 2025 e nel 2026 l’età per andare in pensione resta a 67 anni. Per quanto riguarda la pensione anticipata, sono previsti 42 anni e 10 mesi, e per le donne, 41 anni e 10 mesi.
Uno scenario che comunque penalizza soprattutto i nati nel 1960, esclusi da Quota 100. Infatti, per usufruire di Quota 100, erano richiesti 62 anni compiuti entro il 2021 e 38 anni di contributi versati.
Con l’aumento dei requisiti, i nati nel 1960 sono nuovamente bloccati e tagliati fuori dalla pensione anticipata.
Cosa devi sapere sul presunto aumento delle pensioni in sintesi
Il dibattito sulle pensioni è acceso, con il Governo e i sindacati spesso in contrasto. Recentemente, la CGIL ha denunciato un presunto aumento dei requisiti pensionistici dal 2027, parlando di 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese di contributi per la pensione anticipata.
L’INPS ha però smentito tali voci, confermando che non ci saranno modifiche. La situazione ha generato polemiche politiche, con l’opposizione che ha criticato il Governo e la Lega che ha respinto l’ipotesi di aumento.