Dopo il ritorno in Italia di Cecilia Sala, i riflettori si spostano su Mohammad Abedini che a giorni potrebbe essere liberato. L’ingegnere iraniano 38enne è accusato della vendita di tecnologia bellica al regime iraniano ed è stato fermato lo scorso 16 dicembre all’aeroporto Malpensa di Milano, esattamente tre giorni prima che Cecilia Sala venisse arrestata a Teheran e poi condotta al carcere di Evin con accuse ancora oggi poco chiare. Qualche giorno dopo l’arresto della reporter, la storia di Abedini è stata resa nota da diversi quotidiani lasciando intendere che fosse legata a quella di Cecilia Sala.
La vicenda dell’ingegnere 38enne è stata sicuramente oggetto di discussione nell’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A chiedere l’arresto di Abedini, lo scorso 16 dicembre, sono stati proprio gli Usa. I droni che sarebbero stati venduti dall’ingegnere avrebbero causato la morte di alcuni soldati statunitensi e Washington voleva, fino a qualche giorno fa, che il 38enne fosse mandato dall’Italia agli Usa.
Ora però le condizioni sono cambiate. Trump ha rassicurato Meloni che non ci saranno ripercussioni sui rapporti tra Roma e Washington in caso di liberazione di Abedini, considerato quasi al pari di una moneta di scambio con Cecilia Sala. Non resta che attendere i prossimi passi da parte della giustizia italiana. L’iraniano, quindi, potrebbe tornare presto a Teheran.
I prossimi passi per vedere Abedini liberato: cosa deve succedere
Anche il caso Abedini è vicino alla chiusura. La settimana scorsa è arrivato da parte del procuratore generale Francesca Nanni un difficile no alla liberazione di Abedini, anche per forza della richiesta degli Usa che ritenevano che l’ingegnere potesse scappare. Ora che Cecilia Sala è di nuovo in Italia, l’atteggiamento intorno alla vicenda del 38enne sembra essere più tranquillo. Secondo alcune fonti giudiziarie riportate anche dai quotidiani statunitensi, Abedini potrebbe essere rilasciato nei prossimi giorni. L’uomo, per ora, è ancora detenuto nel carcere di Opera.
Nella giornata di ieri, 8 gennaio 2025, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il Guardasigilli è stato lapidario in merito ai temi discussi: non si è parlato di Abedini e della sua possibile liberazione. Eppure Nordio potrebbe avere un ruolo decisivo per il ritorno dell’ingegnere in Iran.
Le tre date
Sono tre le date da segnare in rosso sul calendario: l’11, il 15 e il 20 gennaio 2025. In questi tre giorni potrebbero esserci importanti evoluzioni nel caso Abedini, condizionate probabilmente dai rapporti internazionali tra Usa e Italia. L’undici gennaio, quindi sabato prossimo, Giorgia Meloni incontrerà l’ormai uscente presidente degli Stati Uniti Joe Biden: si tratta di una visita di fine mandato che coinvolgerà, nei giorni precedenti all’incontro con la premier, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco. Per quanto possa sembrare un confronto sulla diplomazia, non si esclude che sabato prossimo, a Villa Doria Pamphilj, si parli anche della situazione del 38enne.
Il 15 gennaio invece si terrà l’udienza in cui la Corte di Appello esaminerà la richiesta dell’avvocato di Abedini di scontare la pena agli arresti domiciliari. L’ingegnere, al momento, è in arresto provvisorio e detenuto nel carcere di Opera. Resta aperta la possibilità che arrivino ulteriori novità anche dal governo italiano. Il 20 gennaio, infine, è la data di insediamento del presidente statunitense Donald Trump alla Casa Bianca. Gli Usa, prima di allora, potrebbero comunicare all’Italia di non essere più interessati ad Abedini.
Con la rinuncia all’arresto provvisorio, il ministro Nordio dovrà solo comunicare alla Corte d’Appello questa decisione e Abedini verrebbe scarcerato e potrà lasciare l’Italia. La vicenda potrebbe concludersi addirittura prima del 15 di gennaio, anche nella remota ipotesi in cui gli Usa decidano di non prendere posizione.
Sala e Abedini sono realmente due casi connessi?
Negli scorsi giorni, quando Cecilia Sala non era ancora stata liberata e si parlava di Abedini come una “moneta di scambio” è arrivata una comunicazione da Teheran – passata quasi in sordina: la vicenda che vede coinvolto l’ingegnere iraniano sarebbe completamente sconnessa dall’arresto e dalla detenzione di Cecilia Sala. La giornalista, come è stato spiegato sempre da Teheran, è stata fermata con l’accusa di aver violato la legge islamica.
Nonostante tutto, si continua a pensare che Abedini sia il vero motivo per cui Sala è stata fermata in Iran. Se così non fosse bisognerebbe chiedersi cosa potrebbe accadere. La liberazione dell’iraniano sembra ormai cosa fatta ma resta il punto interrogativo sulla “moneta di scambio”: cosa ha dato l’Italia per liberare la giornalista? A rafforzare questa ipotesi è anche l’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al TG1 nella giornata di ieri:
“Gli stessi iraniani hanno separato le due cose. Intanto godiamoci il rientro in Italia di Cecilia Sala, una brava giornalista”
Non resta che attendere e osservare come si evolverà la vicenda intorno ad Abedini nei prossimi giorni.
Il caso Sala e Abedini in tre punti
- Il caso Abedini e i legami con Cecilia Sala: L’ingegnere iraniano Mohammad Abedini, detenuto in Italia dal 16 dicembre 2024 su richiesta degli USA per la presunta vendita di droni al regime iraniano, potrebbe essere rilasciato nei prossimi giorni. Si ipotizza che il suo caso sia stato collegato alla detenzione della giornalista Cecilia Sala in Iran, nonostante Teheran abbia ufficialmente negato ogni connessione tra le due vicende.
- Evoluzioni imminenti e date chiave: Tre date cruciali potrebbero definire il futuro di Abedini: l’11 gennaio, con un incontro tra Giorgia Meloni e il presidente uscente Joe Biden; il 15 gennaio, con l’udienza sulla richiesta di arresti domiciliari; e il 20 gennaio, data dell’insediamento di Donald Trump. Gli Stati Uniti potrebbero decidere di ritirare l’interesse per il caso prima di questa ultima data.
- Diplomazia e tensioni internazionali: L’Italia si trova in un delicato equilibrio tra la pressione americana e la volontà di mantenere rapporti sereni con Teheran. La liberazione di Cecilia Sala è stata interpretata come un possibile scambio diplomatico, ma resta da chiarire cosa l’Italia abbia eventualmente concesso all’Iran per ottenere il rilascio della giornalista.