La serie sudcoreana Squid Game è diventata un fenomeno globale con l’attesissima seconda stagione. Come altre produzioni di successo provenienti dalla Corea del Sud, tra cui il pluripremiato film Parasite, affronta con spietata efficacia il tema delle disuguaglianze sociali.

Debolezza, discriminazione, sfruttamento o semplice sfortuna: gli eventi raccontati nella serie riflettono la dura realtà della società sudcoreana portando sotto i riflettori le scelte di una classe dirigente le cui decisioni continuano ad avere ripercussioni per milioni di cittadini. Tuttavia, l’impatto della disuguaglianza che la serie rappresenta non è un tema estraneo al pubblico internazionale.

Squid Game, il ritratto della società della Corea del Sud

Con il rilascio della seconda stagione di Squid Game, l’attenzione globale si concentra nuovamente sulle dinamiche sociali della Corea del Sud: disuguaglianze profonde, ingiustizia sociale e una feroce competizione che caratterizzano la vita quotidiana di molti cittadini. La serie offre uno spaccato impietoso delle sfide strutturali che affliggono il paese evidenziando temi che risuonano ben oltre i suoi confini.

Le origini di disuguaglianza sociale

La Corea del Sud è un paese che ha registrato una rapida ricostruzione dopo la devastazione della guerra di Corea del 1950-1953. Per comprendere a fondo le dinamiche che hanno plasmato la società di oggi, bisogna risalire agli anni ’70. In quel periodo, il modello economico perseguito puntava tutto sulla crescita economica.

Durante la dittatura, terminata nel 1987, il legame stretto tra politica e grandi conglomerati industriali (chaebol) ha gettato le basi delle attuali disuguaglianze. Il risultato è stato un successo economico straordinario che ha portato la Corea del Sud a essere una delle “quattro tigri asiatiche” insieme a Hong Kong, Singapore e Taiwan. Ciò è stato ottenuto al costo di sacrificare diritti sociali, solidarietà, diritti dei lavoratori di organizzarsi e un welfare pubblico robusto.

Le crisi economiche

Il periodo di crescita costante, che offriva opportunità di arricchimento a chi era disposto a lottare per ottenerne di più, ha subito una brusca interruzione con i cambiamenti dell’economia globale. Prima la crisi finanziaria asiatica del 1997, poi quella globale del 2008, hanno profondamente alterato le dinamiche del mercato del lavoro.

Le condizioni occupazionali si sono deteriorate con un seguente peggioramento del reddito medio e un’escalation delle disuguaglianze sociali, della precarietà e della povertà. Questi eventi hanno segnato una frattura sempre più evidente tra ricchi e poveri, che continua a definire le sfide della Corea del Sud contemporanea. Questi anni segnati da una evoluzione costante sono stati caratterizzati da un’ondata di scioperi di massa. Uno dei più noti, citato anche in Squid Game, è quello del Ssangyong Motor Company del 2009.

Il periodo post-pandemico

Come molte altre nazioni, anche la Corea del Sud ha subito gravi ripercussioni economiche a causa della pandemia di COVID-19 che ha ulteriormente ampliato il divario tra le fasce di reddito più basse e quelle più alte. L’aumento dei tassi di interesse per contrastare l’instabilità finanziaria ha aggravato le difficoltà economiche delle famiglie meno abbienti mentre i prezzi degli immobili hanno raggiunto livelli record, rendendo la proprietà di una casa un sogno sempre più lontano per molte persone.

Perché la storia della serie riflette la realtà sudcoreana

Squid Game offre uno spaccato crudo della società sudcoreana, stratificata tra anziani, donne, immigrati e una crescente disparità tra ricchi e poveri. Il Paese mette sotto pressione non solo chi fa parte del mercato del lavoro, ma anche i giovani, in particolare gli studenti universitari. I prezzi esorbitanti delle case, il peso delle tasse e un sistema finanziario basato su prestiti facili e tassi di interesse elevati spingono molte persone a indebitarsi per sopravvivere. In questa realtà, la disoccupazione e la precarietà amplificano le difficoltà quotidiane, creando un ciclo di difficoltà economiche da cui è sempre più difficile uscire.

La serie porta sotto i riflettori le sfide per superare le disuguaglianze e le difficili condizioni di vita. Viene raccontato, in chiave distopica, fino a che punto le persone sono disposte a spingersi per liberarsi dai propri debiti. Partendo dalla realtà sudcoreana, la serie accende una riflessione globale sul capitalismo e sulle sue conseguenze.

Il 20 per cento della popolazione sudcoreana guadagna 166 volte di più rispetto al 20 per cento che ha i redditi più bassi. Questo dato è in incremento rispetto alle 105 volte registrate nel 2018. Le condizioni in cui si trova il paese è comune per molti paesi. L’indice Gini che misura la distribuzione della ricchezza nazionale colloca la Corea del Sud più o meno alla pari con la Germania.

La prima stagione ha esplorato temi come la disperazione economica, il sacrificio umano per il profitto e l’inesorabile competizione che permea ogni aspetto della vita moderna. La storia del protagonista, Gi-hun, si ispira alle lotte dei lavoratori della Ssangyong Motor Company del 2009, che protestarono contro il licenziamento del 40 per cento del personale.

I personaggi e i luoghi raffigurati nella serie, come il dormitorio stesso, riflettono un problema più ampio di disuguaglianza, sfruttamento e la sensazione di sentirsi intrappolati. La serie esplora le difficoltà di categorie vulnerabili, come migranti, anziani e disertori nordcoreani. Nella prima stagione, la relazione tra il lavoratore migrante Ali e gli uomini sudcoreani evidenzia una dinamica gerarchica, sottolineando ancora una volta le disparità sociali.

Il crescente divario sociale riportato dal film Parasite

Con queste caratteristiche, Squid Game si inserisce in una tradizione di recenti produzioni sudcoreane, come il film premio Oscar, Parasite. Entrambe le opere affrontano la crescente crisi del debito che colpisce le famiglie della classe media, mettendo in luce le difficoltà economiche e le disuguaglianze che affliggono la società sudcoreana.

Il film, infatti, come Squid Game, offre una critica alla società sudcoreana, ma allo stesso tempo fa riflettere sulla società moderna. In Parasite, viene mostrato il contrasto tra i quartieri poveri e quelli più eleganti di Seul. Nonostante la costante competizione per scuole, università e successivamente nel mondo del lavoro, le ingiustizie sistemiche sono palesemente sbilanciate a favore delle élite.

Molte persone in tutto il mondo soffrono a causa dell’impennata dei prezzi immobiliari, del divario salariale e della disoccupazione giovanile. I capolavori sudcoreani, con le loro rappresentazioni estreme della realtà del paese, riescono a toccare un problema universale che va al di là dei confini nazionali.