Nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato l’intenzione di presentare, in uno dei primi Consigli dei Ministri del 2025, il Disegno di Legge delega per la ripresa della produzione dell’energia nucleare in Italia.
Contestualmente, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha reso noto il deposito in Parlamento della legge di iniziativa popolare, promossa insieme a numerose associazioni del settore, che mira a inserire il nucleare nel mix energetico nazionale.
Il dibattito sul ritorno dell’energia nucleare in Italia è oggi più che mai attuale, anche alla luce della crisi energetica scaturita dallo stop al gas russo da parte dell’Ucraina e dalle sue conseguenze sul piano economico.
Tuttavia, la crisi del gas russo ha riacceso anche un altro dibattito cruciale a livello europeo e nazionale: la necessità degli Stati di raggiungere un’indipendenza energetica. Una priorità che, secondo la deputata di Azione, Giulia Pastorella, avrebbe dovuto essere affrontata in maniera più incisiva dal Governo, come evidenziato in un’intervista a Tag24.it.
La domanda quindi è: tornerà il nucleare in Italia, e se sì, quando?
Quando tornerà il nucleare in Italia? Le mosse del Governo
Per il ritorno del nucleare in Italia occorrerà aspettare fino al 2030. Questo almeno è quanto indicato in una roadmap delineata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che si appresta a presentare il Consiglio dei Ministri la Legge Delega per la ripresa della produzione nucleare nel nostro Paese.
L’obiettivo dell’esecutivo, dopo aver incluso il nucleare nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (Pniec), è di approvare il disegno di legge entro la fine di quest’anno così da inserire l’energia nucleare nel pacchetto italiano di fonti energetiche utilizzate per la produzione dell’energia elettrica.
Il piano, illustrato dal Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, prevede la costruzione di centrali nucleari di piccole dimensioni (SMR), che si distinguono per livelli di sicurezza superiori anche rispetto agli impianti più recenti. La realizzazione e la gestione di tali impianti saranno affidate a una società ancora in fase di costituzione.
Nel Piano Clima del Governo si specifica che la quota di energia nucleare prodotta dovrà essere considerata come un supporto per lo sviluppo e l’espansione delle energie rinnovabili. Questo approccio sembra voler placare le preoccupazioni degli ambientalisti e di coloro che si oppongono al ritorno del nucleare in Italia, dopo quasi quarant’anni di assenza.
La proposta di legge di Azione sarà discussa in Parlamento?
Nei giorni scorsi il leader di Azione Carlo Calenda ha anche annunciato l’imminente presentazione in Parlamento di un’altra proposta di legge di iniziativa popolare volta a favorire la ripresa della produzione dell’energia nucleare in Italia per ampliare il pacchetto che compone il cosiddetto mix energetico nazionale.
Il costo dell’energia torna ad essere un’emergenza. L’impatto sulle imprese manifatturiere rischia di favorire le delocalizzazioni. Ci sono tre cose da fare: 1) disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello del gas; 2) ampliare il settore degli sconti alle aziende…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 4, 2025
Il Parlamento non è obbligato a discutere la legge e c’è il rischio che questa iniziativa finisca nel dimenticatoio, come accaduto in passato con altre proposte simili.
Un timore che è condiviso anche dalla vice-segretaria nazionale di Azione, Giulia Pastorella che ha auspicato una maggiore attenzione da parte del Parlamento su questa iniziativa.
“Le firme necessarie sono già state ampiamente raggiunte proprio nelle prime settimane, tale è stato l’entusiasmo e adesso ci sembra giunto il momento di presentarla. La nostra speranza è che venga considerata la sua sostanza, sicuramente, e che non si faccia, come sempre succede in Italia, che siccome è una proposta dell’opposizione, allora bisogna ripartire da zero, che quindi il governo possa trarne spunto come minimo per un’iniziativa e che sia proprio concretamente parte integrante della proposta di governo.”
Nucleare, Pastorella: “Indipendenza energetica è priorità”
Perché il tema del ritorno del nucleare, bocciato da ben due referendum negli ultimi quarant’anni, è tornato così prepotentemente al centro del dibattito nazionale?
A spingere in questa direzione ha contribuito sicuramente anche la complessa situazione geopolitica determinatasi a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, che ha messo in evidenza la necessità per il nostro Paese di raggiungere una maggiore indipendenza energetica, non solo per motivi economici, ma anche per ragioni di sicurezza nazionale. Un esempio lampante di questa urgenza è quanto sta accadendo nelle ultime settimane con la crisi del gas russo che ha determinato un’ impennata dei costi dell’energia per le famiglie e le aziende italiane.
La necessità di ampliare il mix energetico per garantire una maggiore indipendenza dell’Italia da fonti di approvvigionamento estere è stata evidenziata anche dall’esponente di Azione:
“Il ritorno al nucleare è un tema urgente per tre ordini di motivi. Il primo è la questione del caro energia. Il secondo motivo non trascurabile per la questione decarbonizzazione è la transizione ecologica. E il terzo motivo, invece, è geopolitico: deve preoccupare quanto siamo dipendenti da player internazionali in uno scenario sempre più inaffidabile e sempre più instabile. Quindi per questi tre ordini di motivi è urgentissimo ed è fondamentale.”
Pastorella ha criticato, inoltre, il modo in cui il Governo ha gestito l’attuale crisi energetica. Per la deputata di Azione l’esecutivo avrebbe potuto agire in modo più tempestivo ed efficace per mitigare, almeno in parte, le conseguenze del blocco del gas dalla Russia, visto che l’intenzione di Kiev di interrompere i rifornimenti verso l’Europa era conosciuta da tempo.
“Sicuramente si sarebbero potute fare delle scelte diverse sull’approvvigionamento e sui vari partenariati. C’è anche un tema di disaccoppiamento di prezzo dell’energia e, infine, non aspettare l’ultimo secondo per fare delle scelte come quella del nucleare che ci metteranno chiaramente anni per essere implementate.”
Nucleare in Italia? Pastorella: “Finché non vedo, non credo”
Tutt’altro che positivo è, infine, il giudizio sulla Legge delega per il nucleare approntata dal Governo. La deputata di Azione è apparsa scettica sull’effettiva intenzione del Governo di andare fino in fondo sulla questione della ripresa della produzione di energia nucleare in Italia.
“Sono come San Tommaso: finché non vedo, non credo. Il governo ha più volte ha fatto aperture al ritorno al nucleare, ma, poi in concreto non è stato fatto nulla. Spero che questa volta ci sarà, invece, un passo avanti concreto e che non si butti la palla avanti, come Giorgia Meloni ha più volte fatto su altre tecnologie che ancora non esistono.”
Ha concluso la deputata di Azione.
Il ritorno del nucleare in Italia in sintesi
Ecco una sintesi in cinque punti sul futuro del nucleare in Italia:
- Ritorno del nucleare previsto per il 2030: Il governo italiano, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha delineato una roadmap che prevede il ritorno del nucleare nel mix energetico nazionale, con l’obiettivo di avere i primi impianti operativi non prima del 2030.
- Sostegno all’indipendenza energetica: La crisi del gas russo e la crescente instabilità geopolitica hanno evidenziato come il nucleare rappresenti una soluzione strategica per ridurre la dipendenza energetica del Paese e garantire una maggiore sicurezza nazionale.
- Centrali nucleari di piccole dimensioni (SMR): Il piano del Governo prevede la costruzione di centrali nucleari modulari di piccole dimensioni (SMR), che offrono elevati standard di sicurezza e dovrebbero essere integrate con le fonti rinnovabili, come parte di un mix energetico più sostenibile.
- Legge delega e iniziative parlamentari: Il governo sta preparando un disegno di legge delega sul nucleare, mentre il partito Azione ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per inserire il nucleare nel mix energetico nazionale, sostenuta da numerose associazioni pro-nucleare.
- Scetticismo e sfide politiche: Nonostante il consenso crescente sul ritorno del nucleare, ci sono ancora dubbi e scetticismo, in particolare riguardo alla tempestività e all’effettiva implementazione del piano.