L’Italia sta portando avanti trattative con SpaceX di Elon Musk per un accordo che mira a garantire telecomunicazioni sicure tramite Starlink. Secondo un articolo di Bloomberg del 5 gennaio, il governo italiano sta discutendo i dettagli di un contratto che prevede l’uso dei sistemi di comunicazione satellitare per supportare l’esecutivo.

Il presunto accordo tra il governo italiano e SpaceX

Il governo Meloni è in trattative con l’azienda aerospaziale fondata dal magnate della tecnologia Elon Musk per un accordo volto a fornire telecomunicazioni sicure all’esecutivo italiano tramite Starlink. Si tratta del più grande progetto di questo genere mai realizzato.

Il tutto sarebbe in revisione da metà del 2023. Le discussioni si concentrano su un contratto quinquennale. L’accordo in trattativa, del valore di 1,5 miliardi di euro, prevede la fornitura all’Italia di sistemi di crittografia di alto livello per i servizi telefonici e internet utilizzati dall’esecutivo. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’intesa includerebbe anche servizi di comunicazione per l’esercito nella zona del Mediterraneo e l’implementazione dei servizi satellitari “direct to cell”.

L’articolo ha riportato, citando fonti anonime, che “il progetto è già stato approvato dai servizi segreti italiani e dal Ministero della Difesa”. Tuttavia, questa affermazione è stata smentita con una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha chiarito:

I colloqui con SpaceX rientrano nelle normali consultazioni che le istituzioni statali intrattengono con le aziende, in questo caso con quelle che forniscono connessioni sicure per esigenze di comunicazione dati criptate.

La stessa nota di Palazzo Chigi ha precisato che, durante la recente visita del premier a Mar-a-Lago per incontrare Donald Trump, la questione non è stata oggetto di discussione.

Cos’è Starlink

La costellazione satellitare gestita da SpaceX è utilizzata in decine di paesi in tutto il mondo per l’accesso a internet dallo spazio. Ogni piccolo satellite della rete copre con il proprio segnale una specifica area, e la presenza di centinaia di satelliti in orbita consente di garantire la connessione a internet in una vasta area, anche in zone remote e difficilmente raggiungibili dalle infrastrutture terrestri.

Non si tratta del primo servizio di fornitura di connessioni internet a banda larga dallo spazio. Tuttavia, l’azienda di Elon Musk ha introdotto una modifica rivoluzionaria: invece di lanciare grandi e, di conseguenza, pochi satelliti, ha optato per il trasporto di un numero molto maggiore di piccoli satelliti grazie ai razzi Falcon 9, progettati dalla SpaceX e altamente riutilizzabili. Questa rete di oltre 7mila satelliti è posizionata in orbita bassa, più vicina alla Terra. Questa combinazione di fattori ha permesso di garantire una maggiore connettività, migliorando le prestazioni della rete rispetto ai sistemi satellitari tradizionali.

La diffusione del servizio, però, dipende dall’autorizzazione dei singoli governi. Starlink fornisce la connessione in oltre 100 paesi e territori. Oltre all’accesso per utenti privati, l’azienda di Musk ha esteso la propria offerta includendo soluzioni di comunicazioni sicure destinate ai governi.

L’alternativa europea a Starlink

Il caso Starlink non riguarda solo l’espansione di nuove tecnologie e il successo delle aziende di Elon Musk ma offre anche indizi sull‘inserimento dell’uomo più ricco del mondo nella sfera politica internazionale. La sua crescente influenza, attraverso collaborazioni con governi e l’impegno in progetti strategici, suggerisce che Musk stia cercando di modellare il futuro delle telecomunicazioni e, al contempo, di rafforzare il proprio ruolo.

L’articolo dell’agenzia statunitense riporta che il governo stava prendendo in considerazione diversi progetti sulla questione, incluso il progetto IRIS² dell’UE. Il piano prevede la costruzione di satelliti mirati alla comunicazione governativa e di sicurezza, con il coinvolgimento di aziende europee nel settore delle tecnologie spaziali e delle telecomunicazioni. Tuttavia, nonostante le preoccupazioni sulla compatibilità e la potenziale esposizione di dati sensibili del paese all’azienda di Musk, le tempistiche del progetto IRIS² potrebbero spingere i singoli governi a cercare alternative. La costellazione satellitare, infatti, non sarebbe pronta all’uso prima del 2030. Inoltre, il costo del progetto IRIS² supererebbe i 10 miliardi di euro, rispetto al contratto da 1,5 miliardi di Starlink.

Anche se la scelta ha sollevato domande sul rapporto tra Meloni e Musk e sull’allineamento di Roma con le priorità strategiche del blocco, va notato che, se sarà siglato un accordo, il CEO di SpaceX si garantirà un importante cliente tra gli Stati membri dell’UE. Questo rafforzerebbe ulteriormente la presenza di Starlink in Europa, consolidando il suo ruolo nel settore.