La società madre di Facebook, Meta, ha annunciato che interromperà il suo programma di verifica dei fatti con partner esterni, sostituendolo con un nuovo sistema basato sulle “note della comunità”. Lo ha dichiarato Mark Zuckerberg, presidente dell’azienda.
“Innanzitutto, torneremo alle origini concentrandoci sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul rafforzamento della libertà di espressione sulle nostre piattaforme”, ha detto Zuckerberg in un video pubblicato sul sito ufficiale di Meta.
“Concretamente, elimineremo il sistema di verifica dei fatti gestito da terze parti e introdurremo le note della comunità, ispirandoci al modello di X, a partire dagli Stati Uniti”, ha aggiunto.
Meta, stop al fact-checking: per ora solo negli Usa
Meta ha specificato che questa decisione non riguarderà l’Unione Europea. L’azienda prevede di rivedere prima i suoi obblighi normativi sulla moderazione dei contenuti nell’UE, per poi eventualmente implementare modifiche. Questa strategia emerge in un contesto in cui Meta e altre aziende tecnologiche sembrano voler guadagnare il favore della nuova amministrazione del presidente eletto Donald Trump negli Stati Uniti.
Meta ha anche nominato una figura di spicco del Partito Repubblicano a capo della politica globale e ha incluso Dana White, un noto alleato di Trump, nel proprio consiglio di amministrazione.
Brendan Carr, scelto da Trump per guidare la Federal Communications Commission, ha commentato l’annuncio di Zuckerberg su X condividendo un meme che raffigura l’attore Jack Nicholson che annuisce entusiasta. Carr si è impegnato a combattere quello che definisce il “cartello della censura” imposto dalle Big Tech.
Meta aveva lanciato il suo programma di fact-checking con partner esterni nel dicembre 2016, in risposta alle critiche per il ruolo della piattaforma nelle elezioni presidenziali statunitensi che portarono alla vittoria di Trump.
Anche altre piattaforme, come Twitter, avevano adottato sistemi simili, fino a quando Elon Musk ha acquisito Twitter nel 2022. Da allora, il sito ha introdotto un sistema che consente agli utenti di aggiungere note della comunità ai post virali, eliminando la necessità di verificatori esterni.
Oltre a Facebook e Instagram, Meta gestisce anche WhatsApp, la popolare applicazione di messaggistica.
Regalo di Zuckerberg a Trump?
Questa decisione di Meta arriva a meno di due settimane dall’insediamento della nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti, durante il quale Musk assumerà un ruolo di supervisione del nuovo “Dipartimento per l’efficienza governativa”.
Recentemente, Meta ha drasticamente ridotto il programma di fact-checking e deciso di abbandonare le regole di moderazione dei contenuti introdotte dopo il 2016, quando emersero prove di operazioni di manipolazione delle informazioni sulle sue piattaforme, volte a influenzare le elezioni e, in alcuni casi, a incitare violenza o persino genocidi.
Durante le ultime elezioni americane, Meta è stata criticata per il suo approccio passivo alla moderazione dei contenuti. Richiamando le dichiarazioni fatte da Mark Zuckerberg l’anno scorso, Kaplan ha spiegato che le politiche di moderazione dell’azienda non erano concepite per proteggere gli utenti, ma rappresentavano una risposta alle pressioni sociali e politiche.
Kaplan ha anche puntato il dito contro i verificatori di fatti, accusandoli di “pregiudizi” che avrebbero portato a una moderazione eccessiva. “Ci siamo ritrovati con troppi contenuti, spesso interpretati come discussioni politiche legittime, sottoposti a fact-checking”, ha scritto Kaplan.
Zuckerberg ha attribuito parte della responsabilità ai “media tradizionali”, accusandoli di aver spinto Meta a implementare le sue politiche di moderazione dopo le elezioni del 2016. “I media hanno insistito sul fatto che la disinformazione rappresentasse una minaccia per la democrazia”, ha dichiarato Zuckerberg. “Abbiamo cercato di affrontare queste preoccupazioni in buona fede, ma i fact-checker sono stati troppo politicizzati, minando più fiducia di quanta ne abbiano costruita”.
Questa nuova direzione potrebbe danneggiare i media statunitensi che collaborano con Meta per il fact-checking, come Reuters e USA Today. Nina Jankowicz, ex responsabile del consiglio per la disinformazione del governo Biden, ha definito la decisione di Zuckerberg un “atto di sottomissione a Trump” e una mossa che accelera il declino della qualità del giornalismo.
Nel tentativo di eliminare pregiudizi percepiti, Zuckerberg ha annunciato il trasferimento del team di fiducia e sicurezza di Meta dalla California al Texas. Secondo lui, questo spostamento verso un contesto culturale diverso potrebbe migliorare la fiducia degli utenti.
Come funziona il sistema di “note della comunità”?
Meta adotterà anche un sistema di “note della comunità”, sul modello di quello introdotto da X. Le correzioni dei post saranno scritte da volontari e approvate da altri utenti per garantirne la neutralità. Kaplan ha sottolineato che questo sistema, che richiede consenso tra persone con visioni diverse, potrebbe prevenire valutazioni faziose.
Nonostante ciò, esperienze precedenti con le “Community Notes” su X, inizialmente chiamate BirdWatch, hanno dimostrato che questa soluzione potrebbe non arginare la disinformazione o i discorsi di odio, ma addirittura peggiorare il problema.
Zuckerberg, che di recente ha visitato Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago, ha promesso di collaborare con il presidente eletto per contrastare i governi che promuovono la censura, sia in Europa che in America Latina.
La decisione di Meta ha scatenato dure critiche. Il Real Facebook Oversight Board, un gruppo di attivisti, ha definito questa scelta “un grave passo indietro”. Secondo loro, l’abbandono del fact-checking e della moderazione è un segnale che le piattaforme di Meta saranno sempre più aperte alla propaganda di estrema destra. “Twitter è diventato una fogna dopo aver rinunciato al fact-checking, e Zuckerberg sembra voler seguirne l’esempio”, hanno dichiarato.