Puntuale come ogni anno, la cerimonia in memoria delle tre vittime della strage di Acca Larentia crea polemiche. Oggi, 7 gennaio 2025, circa 1300 persone si sono recate di fronte all’ex sede del Movimento Sociale Italiano – nel quartiere romano Tuscolano – dove nel 1978 sono stati uccisi tre militanti del Fronte della Gioventù: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e qualche ora più tardi Stefano Recchioni – morto durante una manifestazione tenutasi poche ore dopo l’assassinio dei primi due giovani. Ad aprire il fuoco contro i due ragazzi furono estremisti di sinistra.

Da anni, di fronte al portone dell’edificio dove si è consumata la strage si radunano militanti di estrema destra che – dopo aver deposto un mazzo di fiori – leggono i nomi dei caduti urlando “presente”. La cerimonia finisce quasi sempre con saluti romani. Ogni anno si creano polemiche intorno a questo rituale del quale molti esponenti del centrosinistra chiedono l’abolizione alle istituzioni.

A poca distanza dalla manifestazione dell’estrema destra, è stato organizzato un presidio antifascista. I due gruppi, anche grazie alle forze dell’ordine, non sono entrati in contatto e non hanno dato vita a scontri. L’unico momento di tensione è stato creato da un militante della sinistra radicale che ha contestato la cerimonia di Acca Larentia urlando: “Viva l’Italia antifascista, m***“, l’uomo è stato identificato. In questo momento le forze dell’ordine lavorano per risalire ai nomi anche dei presenti al corteo svoltosi di fronte al portone dell’ex sede del Msi.

Si è tenuta anche una manifestazione istituzionale, alla quale ha preso parte il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli che ha detto che la scelta dell’amministrazione capitolina di rimuovere la targa in memoria di Recchioni è un atto vile.

La cerimonia ad Acca Larentia e le polemiche

Solito copione che si ripete ormai da quasi cinquant’anni. Già nel primo pomeriggio, sotto la targa commemorativa di Stefano Recchioni – ultimo militante ucciso il 7 gennaio 1978 – erano comparsi manifesti e fiori, vicino c’erano anche quattro lumi accesi. Nel tardo pomeriggio arrivano i militanti di estrema destra a rendere omaggio ai tre ragazzi uccisi. Tra questi, ci sono anche alcuni membri del movimento Casapound. In testa al gruppo s’intravede il presidente Gianluca Iannone.

Un secondo spezzone del corteo porta una corona di fiori da riporre sotto al portone dell’ex sede del Movimento Sociale Italiano. Quando gli esponenti di estrema destra arrivano nel luogo della strage, un militante chiede a tutti di disporsi in fila, mentre un altro legge i nomi dei tre ragazzi uccisi 47 anni fa. A ogni nome segue un “presente” urlato dai militanti che tendono il braccio per fare il saluto romano. Segue un minuto di silenzio.

Pochi attimi prima della commemorazione, un ragazzo ha urlato all’indirizzo di uno spezzone del corteo: “Viva la resistenza, m*****“. Il giovane è stato identificato dalle forze dell’ordine così come molti dei presenti all’evento di oggi.

La manifestazione antifascista

A pochi metri dalla commemorazione per le vittime di Acca Larentia, si è svolta una manifestazione antifascista. I partecipanti, rispetto all’evento di estrema destra, erano pochi. Le decine di persone che marciato dietro lo striscione “Alberone antifascista” scandendo cori e accendendo fumogeni. L’Alberone è la area urbana che fa parte dei quartieri Appio-Latino e Appio-Tuscolano.

Non ci sono stati scontri tra le due fazioni in piazza. Tra le bandiere presenti nel corteo degli antifascisti c’è anche quella della Palestina.

Le polemiche dello scorso anno

Non mancano le polemiche sui saluti romani, anche quest’anno al centro del dibattito. Nel 2024 durante il corteo che si è svolto sempre ad Acca Larentia, si sono registrati episodi analoghi. La Corte di Cassazione, a seguito delle continue polemiche, ha stabilito che il saluto romano è penalmente rilevante se è idoneo a integrare il pericolo di riorganizzazione del partito fascista. Una sentenza, che a detta di molti, non avrebbe apportato quasi nessuna modifica alle normative già vigenti.

Dopo i fatti dello scorso anno, trentuno persone rischiano un processo. L’indagine è portata avanti dal procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, e all’interno di essa si contestano violazioni della legge Mancino e Scelba. Nessun commento da parte di Fratelli d’Italia, alcuni esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno voluto però rendere omaggio ai tre caduti di quella sera di gennaio del 1978 con dei post commemorativi sui social.

La commemorazione di Acca Larentia in tre punti

  • Commemorazione e polemiche ad Acca Larentia: Il 7 gennaio 2025, circa 1300 persone hanno partecipato alla cerimonia annuale in memoria di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, militanti uccisi nel 1978 ad Acca Larentia. La cerimonia, organizzata da militanti di estrema destra con saluti romani e omaggi simbolici, è accompagnata ogni anno da critiche e richieste di abolizione da parte del centrosinistra, alimentando polemiche sulla persistenza di gesti fascisti.
  • Manifestazione antifascista parallela: A poca distanza, si è tenuta una manifestazione antifascista con decine di partecipanti che hanno sfilato pacificamente senza scontri con il corteo della destra, grazie alla gestione delle forze dell’ordine. L’iniziativa ha visto cori e striscioni contro il fascismo, con simboli come la bandiera palestinese, sottolineando la tensione politica tra le due fazioni.
  • Rilievi legali e controversie passate: I saluti romani durante la cerimonia sono al centro del dibattito legale e sociale, con riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione che ne valuta la rilevanza penale. Lo scorso anno, episodi simili hanno portato all’apertura di procedimenti per violazione delle leggi Mancino e Scelba, mentre l’omaggio istituzionale ai tre caduti rimane una questione divisiva.