La riforma della Giustizia tra i banchi di Montecitorio. Oggi 8 gennaio 2025, con la ripresa dei lavori della Camera e del Senato, i deputati saranno chiamati a esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni contro il testo della riforma. Particolarmente critico il punto che riguarda la separazione delle carriere dei magistrati, fortemente voluto da diversi esponenti della maggioranza. La riforma della giustizia è probabilmente uno dei punti cardine del programma elettorale del centrodestra.
In caso di esito positivo, si andrà al voto sugli emendamenti da parte dell’opposizione. L’obiettivo della maggioranza è riuscire a ottenere tutte le approvazioni necessarie per portare il testo in Senato prima della pausa estiva. Se dovesse arrivare il sì, si aprirebbe un nuovo capitolo per la giustizia italiana. Per ora, vista la composizione di Camera e Senato non sembrano esserci grandi problemi.
Un aiuto non indifferente potrebbe arrivare da Italia Viva e +Europa, partiti che fanno parte dell’opposizione che ritengono la riforma della giustizia necessaria. Restano totalmente contrari il Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra che ritengono le leggi contenute all’interno della riforma pericolose per l’esercizio della professione dei magistrati.
Il Parlamento e la riforma della Giustizia
Il 2025 si apre con la possibilità di portare a casa un obiettivo fondamentale per il governo Meloni. Il Parlamento dovrà esprimersi sulle pregiudiziali delle opposizioni sul testo della riforma, oggi saranno discussi gli emendamenti presentati dal centrosinistra sulla separazione delle carriere dei magistrati. L’appuntamento di oggi sembra quasi una formalità: il governo si prepara a incassare il primo via libera, seguiranno poi altri quattro voti.
La riforma introdurrebbe la separazione delle carriere dei magistrati. Questa misura prevede che le carriere dei pm, ai quali sono demandate le indagini, siano separate da quelle di chi deve giudicare. Sarà dunque necessario per i magistrati fare una scelta definitiva a inizio carriera, infatti è possibile cambiare ruolo (da pm a giudici) anche se questa prassi non è poi così frequente e deve avvenire una sola volta e nei primi dieci anni di carriera.
La misura ha sollevato molte polemiche all’interno della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati ha bocciato la riforma della giustizia e il centrosinistra, a eccezion fatta di Italia Viva e +Europa, si è schierata dalla parte dell’Anm.
La responsabilità civile dei magistrati e il nuovo Csm
La riforma della giustizia è, per certi versi, figlia di Forza Italia che da tanti anni invoca un approccio più garantista e meno politicizzato. Eppure la separazione delle carriere non è l’unico punto che preoccupa i magistrati: la Lega infatti ha spinto per il risarcimento nei confronti di chi subisce un processo temerario. La questione, che alla fine tocca il tema della responsabilità civile dei magistrati, è tornata in auge dopo l’assoluzione del vicepremier Salvini nel processo Open Arms, durato più di cinque anni.
A dar forza a questa ipotesi è lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio che, in un’intervista a “Il Messaggero” lo scorso dicembre, ha insistito sulla necessità di risarcire chi “finisce sulla graticola giudiziaria” in riferimento a processi diventati politici.
Sono otto gli articoli dei quali si compone la riforma della giustizia. Il Consiglio superiore della magistratura potrebbe uscire rivoluzionato: verrebbe infatti diviso in due, uno per la magistratura requirente e l’altro per la giudicante. La funzione disciplinare andrebbe all’Alta Corte, composta da 15 giudici. Le modifiche saranno apportate agli articoli 87, 102, 104, 105, 106, 107 e 110 della Costituzione.
Un lungo iter
Sembra tutto facile ma la riforma, passati i primi esami, dovrà affrontare molte sfide. Entro fine gennaio o inizio febbraio dovrebbe essere approvata, dopodiché sarà necessario che le Camere le approvino per ben due volte a maggioranza assoluta dei membri. Finora tutto volge a favore delle intenzioni del governo che potrebbe trovare un solido appoggio anche in alcuni membri dell’opposizione più garantisti e favorevoli a una riforma che ridisegni la magistratura.
Il disegno di legge finora ha avuto un iter piuttosto lento. Approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 24 maggio, è rimasto per lungo tempo nella lista dei lavori della commissione Affari costituzionali della Camera. Non resta che attendere che oggi si compia uno dei primi passi della riforma Nordio, a meno di sorprese.
La riforma della giustizia in tre punti
- Separazione delle carriere e polemiche: La riforma della giustizia, punto centrale del programma di centrodestra, introduce la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, obbligandoli a scegliere un ruolo all’inizio della carriera. Questa misura, insieme alla responsabilità civile dei magistrati, ha sollevato critiche da parte della magistratura e opposizioni come PD, M5S e Alleanza Verdi Sinistra, mentre Italia Viva e +Europa la sostengono.
- Responsabilità civile e nuovo CSM: La riforma prevede anche il risarcimento per processi temerari e un Consiglio Superiore della Magistratura diviso tra magistrati requirenti e giudicanti, con la funzione disciplinare affidata all’Alta Corte. Questi cambiamenti mirano a un sistema più garantista e meno politicizzato, sostenuto dalla Lega e dal ministro Nordio.
- Iter legislativo e prospettive: Approvata dal Consiglio dei Ministri nel maggio 2024, la riforma deve superare più voti parlamentari e affrontare un iter complesso. La maggioranza sembra avere i numeri per procedere, contando anche sull’appoggio di alcuni esponenti garantisti dell’opposizione. Oggi, 8 gennaio 2025, è previsto un primo passo con il voto sulle pregiudiziali di opposizione.