Ci ricordiamo i versi di “Ed è subito sera” ma pochi sanno che Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la letteratura, per un breve periodo dell’anno 1953 si dedicò alla pittura. Forse l’istinto oppure il desiderio di mettersi in gioco o “un gesto di provocazione o di ironico dispetto“, come lo definì la storica e critica d’arte Rossana Bossaglia. “In pochi si figurano invece un Quasimodo artista, alle prese con lo spazio bianco da far rinascere in pittura. Eppure accadde; una volta sola, o meglio in un periodo circoscritto, che lo vide misurarsi con la tecnica dell’acquerello” scrive Artribune presentando la rassegna dei suoi acquerelli al museo Riso di Palermo con il contributo scientifico di Carola Arrivas Bajardi, Cristina Costanzo, Evelina De Castro, Rosaria Raffaele Addamo.
Suscita grande curiosità la mostra delle opere del Nobel al museo Riso di Palermo
Sono passati più di trent’anni dalla prima presentazione. Era il 1993 e il figlio del poeta e della danzatrice Maria Cumani, Alessandro Quasimodo, pubblicava gli inediti nel volume La visione poetica del sogno: ventisette gouache e ventisette poesie di Salvatore Quasimodo (edizioni Sintesi, Bologna). Attorno alla mostra c’è molto interesse per la curiosità che spinge a conoscere il Nobel nella veste di pittore.