Sono già trascorsi due anni da quel doloroso giorno al Royal Marsden Hospital di Londra, quando Gianluca Vialli ci ha lasciati, circondato dall’affetto della sua famiglia e del mondo intero. La sua battaglia contro una grave malattia, affrontata con coraggio e determinazione, ha ispirato milioni di persone. Fino all’ultimo, Vialli ha condiviso il suo viaggio con il pubblico, utilizzando i social per raccontare la sua lotta, trasformandosi in un esempio di resilienza e forza.
Oggi ricordiamo uno degli uomini più significativi del calcio italiano, ripercorrendo i momenti che hanno segnato una carriera leggendaria, dentro e fuori dal campo.
Gianluca Vialli, l’anniversario di morte: due anni fa la scomparsa
Il ragazzo di Cremona è stato una delle bandiere della Sampdoria, il simbolo dei blucerchiati, a fianco al suo partner Roberto Mancini: con il collega facevano una delle coppie d’attacco più forti di sempre ed erano soprannominati “i gemelli del gol”.
Vialli era arrivato a Genova nel lontano ’84, acquistato proprio dalla Cremonese, il contesto calcistico in cui il giocatore era cresciuto, il contesto che lo aveva lanciato nel calcio che conta. Ma fu sotto la guida di Vujadin Boškov (allenatore della Samp) che l’attaccante diventò un gigante dell’area di rigore. Solo con i Doria Vialli mise a segno ben 85 reti in poco più di 200 presenze.
Un attaccante sopraffino, Gianluca Vialli, una punta che oggi sarebbe difficile trovare, che in carriera aveva vinto quasi tutto. Ma alla Sampdoria le imprese realizzate dalla sua squadra furono tante: a partire dall’ultimo, storico, scudetto vinto nel 1991. Non solo, perché i genovesi andarono a tanto così dal compiere un’altra impresa, quella della Coppa Campioni, persa per un soffio contro il Barcellona di Johan Cruijff (la partita terminò 1-0 per i blaugrana).
Il vero amore di Vialli: la Juventus
Più che vero amore, la donna che tutti vorrebbero, la Vecchia Signora. Con la Juventus Gianluca Vialli c’è stato per tanto tempo, e lei gli ha dato tutto quello che poteva.
Appena un anno dopo il suo arrivo la punta cremonese conquistò una Coppa Uefa, un trofeo più che meritato per i bianconeri, che nella doppia finale contro il Borussia Dortmund strabordarono con un pesante 6-1 finale, tra andata e ritorno. Vialli contribuì con un gioco frizzante e numerosi assist ai suoi compagni.
Vialli ha avuto un ruolo centrale anche nella conquista dello scudetto nella stagione 1994-1995. La Juve non vinceva uno scudetto da ben 10 anni. E poi la conquista più importante di tutte, quella che tutti sognano da bambini: la coppa dalle grandi orecchie. Contro l’Ajax la Juventus vinse ai rigori (4-2) volando sul tetto d’Europa, e quella coppa la alzò proprio Vialli, il capitano della Vecchia Signora.
L’ultima impresa con gli Azzurri
Difficile dimenticare, oltre le imprese da calciatore, il miracolo sportivo portato a termine con la nazionale italiana nell’estate del 2021. In quel periodo l’eroe di Samp e Juve lottava già con il cancro; eppure aveva deciso di non rinchiudersi tra quattro mura e impiegare tutto il suo tempo per impartire nozioni ai giovani, educarli sulla mentalità calcistica, forgiare nuovi campioni.
In quella nazionale italiana ce n’erano tanti, ma nessuno avrebbe mai creduto possibile la vittoria di un Europeo. Lo stesso Leonardo Bonucci aveva sottolineato le difficoltà che un torneo del genere riserva. A detta di molti si tratta di una competizione ancora più ardua del Mondiale, perché il calcio europeo è il centro del mondo, e tutti vogliono giocarci, si conoscono, si studiano.
Eppure “Stradivialli”, nella sua sinergia sviluppata con il compagno di una vita, Roberto Mancini, ha lavorato sulla testa degli azzurri, preparando discorsi motivazionali, riservando consigli speciali per ciascuno di loro. Rimarrà nel cuore di tutti l’ultimo discorso nello spogliatoio prima della finale contro l’Inghilterra al Wembley Stadium, un po’ come quello di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”.