Sono ripresi i negoziati per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. I nuovi colloqui si tengono in Qatar. Gli Stati Uniti hanno espresso ottimismo su un possibile accordo, nonostante i numerosi tentativi falliti durante il 2024.

Dopo l’annuncio della tregua tra Hezbollah e Israele dello scorso novembre, l’attenzione internazionale si concentra ora sulla possibilità di una soluzione diplomatica per Gaza. Tuttavia, mentre i negoziati proseguono, la violenza nella Striscia continua senza sosta con scenari in costante evoluzione.

Riprendono i colloqui per la tregua a Gaza

Sono ripresi i colloqui indiretti tra Israele e Hamas. I negoziatori di entrambe le parti hanno confermato l’esistenza di trattative ufficiali. Il gruppo libanese ha annunciato di essere pronto “a raggiungere un accordo”. Anche il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha confermato la ripresa delle trattative.

I colloqui indiretti condotti da Stati Uniti, Egitto e Qatar erano in stallo da mesi, mentre l’amministrazione di Joe Biden ha intensificato gli sforzi per ottenere un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Ad agosto 2024, i negoziatori israeliani e quelli di Hamas hanno ripreso una serie di incontri, senza tuttavia raggiungere un accordo. L’anno appena concluso è stato caratterizzato da numerosi tentativi falliti di tregua tra le due parti.

L’amministrazione statunitense punta a siglare un accordo tra le parti prima della fine del mandato presidenziale, ma il raggiungimento di un’intesa appare complesso. Il nodo centrale dei colloqui riguarda il rilascio degli ostaggi, accompagnato da questioni di fiducia reciproca legate al possibile ritiro dell’esercito israeliano dall’enclave.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva giurato di proseguire le operazioni militari a Gaza finché Hamas non fosse stata completamente distrutta. Il gruppo ha preso in ostaggio almeno 250 israeliani di cui 96 sono ancora a Gaza. Secondo l’esercito israeliano, 34 di loro sono stati uccisi.

Un eventuale accordo potrebbe quindi arrivare dopo l’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio. Il tycoon ha recentemente lanciato una dura minaccia a Hamas. Ha avvertito che se gli ostaggi trattenuti a Gaza non verranno rilasciati entro la data del suo ritorno alla Casa Bianca, l’organizzazione “pagherà l’inferno”.

La nuova ondata di bombardamenti

La ripresa dei colloqui avviene in un momento di crescente intensificazione degli attacchi a Gaza. Oltre 130 palestinesi hanno perso la vita tra venerdì 3 e sabato 4 gennaio, in una nuova ondata di violenze che ha alimentato ulteriormente l’escalation del conflitto. Secondo il Ministero della Salute del territorio, da ottobre 2023, il bilancio delle vittime è sqalito a 45.700 palestinesi.

Gli Stati Uniti pianificano una vendita di armi a Israele per 8 miliardi di dollari

Con l’avvicinarsi del passaggio di potere alla Casa Bianca, l’amministrazione di Joe Biden ha notificato al Congresso un accordo per la vendita di armi a Israele per un valore di 8 miliardi di dollari. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la sicurezza a lungo termine di Israele, fornendo scorte di munizioni essenziali e capacità di difesa aerea. L’accordo dovrà essere approvato dalla Camera dei Rappresentanti e dalle commissioni del Senato prima di essere formalmente ratificato.

Gli Stati Uniti, storici alleati di Tel Aviv, sono il principale fornitore di armamenti per il paese.

Nonostante i numerosi tentativi di risolvere il conflitto e la crescente pressione internazionale, la strada verso una soluzione duratura tra Israele e Hamas rimane complessa. Con l’intensificarsi delle violenze e l’arrivo di una nuova amministrazione statunitense, il futuro di Gaza appare nebuloso. Mentre gli Stati Uniti si preparano ad aumentare il loro supporto a Israele, la comunità internazionale dovrà affrontare le sfide morali e politiche di sostenere la sicurezza senza compromettere la ricerca di una pace duratura nella regione.