Dal 1° gennaio 2025, il blocco delle forniture di gas russo da parte di Kiev ha scosso l’intera Europa, mettendo sotto pressione il fabbisogno energetico di paesi come l’Italia. Ma cosa significa davvero per le nostre bollette?
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, poiché la decisione del governo ucraino era nota da tempo e i governi europei, compreso quello italiano, hanno avuto il tempo di correre ai ripari.
Il governo italiano ha comunicato che i depositi nazionali di gas sono pieni. Pertanto, il Paese non rischia di restare al freddo o senza energia. Ciononostante il costo dell’energia elettrica (alimentata principalmente dal gas) continua a salire e il caro bollette spaventa le famiglie.
Quanto aumenteranno i costi dei consumi energetici? E soprattutto, cosa ha fatto il Governo per tutelare le famiglie e le fasce più deboli?
Quanto aumenteranno le bollette di luce e gas?
La principale preoccupazione degli italiani in questi primi giorni del 2025 è sicuramente il caro-bollette. La crisi del gas russo conseguenza del protrarsi della guerra in Ucraina ha fatto arrivare alle stelle il prezzo del gas che sui mercati di riferimento di Amsterdam ha sfiorato i 50 euro megawatt/ora con un aumento del +2,38%.
Aumenti che incideranno concretamente sul portafoglio degli italiani se si considera che il gas è utilizzato per la produzione dell’energia elettrica e per il riscaldamento delle abitazioni. In concreto gli aumento si tradurranno in un incremento del 30% dell’importo finale delle bollette.
Il presidente del Codacons, Gianluca Di Ascenzo ha spiegato a Tag24.it che gli italiani spenderanno in media un euro in più al giorno per l’energia elettrica, ovvero 30 euro in più al mese. Un aumento a cui poi occorrerà aggiungere il rincaro che subiranno inevitabilmente anche i consumi di gas e metano.
“Purtroppo questo 2025 inizia con i rincari già certificati dall’Arera per quanto riguarda l’energia elettrica e a breve sapremo anche cosa accadrà con il gas già soggetto che in questo periodo dell’anno a rincari fisiologici dovuti all’aumento del fabbisogno dei consumatori”,
spiega il presidente del Codacons, che entra poi nel dettaglio di come la difficile congiuntura geopolitica stia influenzando negativamente il costo delle materie prime energetiche, fornendo qualche cifra:
“Secondo alcuni analisti andiamo incontro a un aumento di luce e gas complessivamente di circa 1 euro al giorno, tra gas e luce elettrica. Le stime vanno dai 270 euro ai 360 euro in più l’anno per questo 2025.”
Dati e cifre che vanno inseriti nel giusto contesto, trattandosi infatti di stime basate sugli aggiornamenti comunicati dall’Autorità Nazionale per l’Energia (Arera) e che riguardano gli aumenti dei costi dei cosiddetti ‘consumatori vulnerabili’. Aumenti che a cascata si rifletteranno anche su quanti invece ‘navigano’ nel mercato libero.
“L’autorità ha comunicato l’aumento della tariffa per consumatori vulnerabili (over 75, titolari di bonus, chi risiede in zone a rischio calamità naturali, titolari di 104) di circa il 18%. Quindi ci aspettiamo che questo effetto, che riguarda circa 3 milioni e mezzo di consumatori, possa poi ripercuotersi anche su chi si trova nel mercato libero, dandoci le dimensioni di quanto aumenterà nei prossimi mesi il costo dell’energia”.
Spiega ancora Di Ascenzo.
Perché i rincari avranno effetti negativi sull’occupazione?
La priorità in questo momento, secondo il presidente del Codacons è tutelare le famiglie italiane e soprattutto le fasce più vulnerabili già colpite dai rincari.
L’aumento stimato del costo delle materie prime energetiche inoltre avrà ripercussioni negative anche sull’occupazione.
Il costo dell’energia per le aziende, soprattutto quelle del settore dell’industria pesante, rappresenta già oggi un fattore di crisi. In Italia l’energia elettrica costa in media tre o quattro volte in più rispetto agli altri Stati Europei facendo lievitare i costi di produzione delle aziende e danneggiandone la competitività sul mercato.
Energia elettrica, l'Italia🇮🇹 è il quarto Paese più caro d'Europa: con un prezzo medio di 361,9 euro per Megawattora, si colloca subito dopo Belgio🇧🇪 e Irlanda🇮🇪.
— Class CNBC (@classcnbc) December 20, 2024
Al primo posto la Germania🇩🇪, che ha preferito il gas al nucleare. La nazione con la bolletta più leggera?… pic.twitter.com/Ms8JrQDrk6
Molte aziende sono già oggi costrette a continui stop produttivi perché incapaci di sostenere i costi. A pagarne le conseguenze i lavoratori costretti a lunghi periodi di cassa integrazione.
Il caso delle acciaierie di Terni, nei giorni scorsi al centro di un tavolo di confronto del Mimit, è emblematico di come la crisi energetica e l’aumento dei costi di approvvigionamento stia già avendo conseguenze drammatiche anche sul piano occupazionale e di riflesso sociale.
Un ulteriore aumento del costo delle materie prime energetiche contribuirà inevitabilmente a peggiorare la situazione mettendo a rischio altri posti di lavoro.
Il Governo ha fatto tutto il possibile per evitare i rincari?
Il Governo fa sapere che l’Italia non corre il rischio di restare a corto di gas dal momento che si è provveduto a massimizzare le giacenze nazionali. Avere i ‘serbatoi’ pieni però non metterà al riparo dai rincari dal momento che i costi risentiranno comunque dell’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie energetiche sui mercati internazionali.
Nelle ultime ore il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha chiesto nuovamente all’Europa di diminuire il ‘price cap’ da 180 a 56/60 euro per prevenire eventuali speculazioni finanziarie come avvenne a inizio 2023.
Ma si sarebbe potuto fare altro per evitare i rincari? Si sarebbe potuto investire maggiormente nelle fonti di energia rinnovabile, per ridurre la dipendenza dal gas nella produzione di energia elettrica. Un gap evidenziato anche dal presidente Di Ascenzo.
“L’Italia si è mossa in tempo a livello internazionale per assicurarsi l’approvvigionamento di gas, però le tensioni internazionali fanno sì che i prezzi salgano comunque poiché rispondono alle leggi di mercato. Le rinnovabili purtroppo non sono ancora così diffuse. Nel corso degli anni sta aumentando l’utilizzo delle fonti rinnovabili, però l’utilizzo di queste fonti d’energia non è in grado di colmare da solo il fabbisogno delle famiglie.”
Di conseguenza, il gas resta una fonte chiave, e le tensioni geopolitiche, insieme alla scarsità di gas disponibile, continuano a influenzare i costi.
Le critiche delle opposizioni
A puntare il dito contro il Governo e le sue politiche energetiche sono soprattutto i partiti di opposizione. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, ad esempio, che accusa l’esecutivo di non aver fatto nulla per tutelare le famiglie italiane dai rincari.
“Il Governo non ha previsto nulla contro il carovita bocciando tutte le nostre proposte. Si sono impegnati solo a mettere in campo risorse record sulle armi per portare avanti una strategia fallimentare sulla guerra in Ucraina, che a pagare sono – come sempre – i cittadini con spese militari e rincari in bolletta.”
scrive Conte sui suoi canali social.
Il leader di Azione Carlo Calenda, invece, rilancia la necessità di introdurre il nucleare nel mix energetico nazionale.
Il costo dell’energia torna ad essere un’emergenza. L’impatto sulle imprese manifatturiere rischia di favorire le delocalizzazioni. Ci sono tre cose da fare: 1) disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello del gas; 2) ampliare il settore degli sconti alle aziende…
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) January 4, 2025
Consigli per risparmiare: il vademecum del Codacons
Cosa fare dunque? Il presidente del Codacons dà alcuni consigli per risparmiare sulla bolletta.
Il primo consiglio consiste nell’essere più attenti a ridurre gli sprechi di energia.
“Dobbiamo cercare di essere tutti più consapevoli dei nostri consumi energetici. Può sembrare banale, ma evitare di lasciare accese le luci nelle stanze quando non occorre, spegnere le spie di stand-by dei dispositivi elettrici o utilizzare quando c’è la possibilità elettrodomestici ad alta efficienza, sono tutti piccoli passi che possono aiutare a ridurre la bolletta.”
Un altro strumento utile per i consumatori è il comparatore delle offerte energetiche messo a disposizione dall’Arera. Questo portale consente di confrontare le tariffe dei vari operatori, aiutando i consumatori a scegliere la soluzione più conveniente.
“Il portale delle offerte racchiude le principali offerte di tutti gli operatori, è accessibile a chiunque, è molto semplice da utilizzare, basta inserire il CAP, il tipo di utenza, il consumo annuo indicato sulla bolletta e attendere che il sistema individui tutte le offerte presenti sul mercato evidenziando quelle più convenienti.”
Un ultimo consiglio consiste nel consultare periodicamente il sito dell’Arera per verificare l’esistenza di eventuali bonus e sconti previsti per determinate categorie.
“Una vittoria che abbiamo ottenuto nell’ultimo periodo è stata quella di rendere automatico il riconoscimento del bonus energetico per le fasce vulnerabili. Prima per ottenerlo occorreva recarsi ad un Caf e farne richiesta. Comunque invitiamo tutti quanti a consultare il sito dell’Arera, dove ci sono tutte le indicazioni per verificare gli importi e chi ne ha diritto.”
In conclusione, Gianluca Di Ascenzo ci invita a restare vigili e informati perché solo con scelte consapevoli e azioni tempestive è possibile affrontare la crisi energetica.
Il caro bollette e la crisi energetica in 5 punti:
- Blocco delle forniture di gas russo: Il 1° gennaio 2025, Kiev ha interrotto le forniture di gas russo, influenzando anche il fabbisogno energetico di diversi Paesi europei, tra cui l’Italia. Nonostante ciò, il governo italiano ha rassicurato che i depositi di gas sono pieni e non ci sono rischi immediati di mancanza di energia.
- Aumenti in bolletta: Nonostante l’Italia non corra il rischio di restare senza gas, il costo dell’energia elettrica, principalmente alimentata dal gas, sta continuando a salire. Questo comporterà un aumento medio di circa 1 euro al giorno per ogni famiglia, con un possibile incremento delle bollette fino al 30%.
- Impatto sul mercato e sui consumatori vulnerabili: Gli aumenti riguardano in particolare i “consumatori vulnerabili” (over 75, titolari di bonus, persone in aree a rischio calamità naturali). Le stime suggeriscono un aumento annuale tra i 270 e i 360 euro per il 2025.
- Conseguenze per l’occupazione: I rincari energetici rischiano di danneggiare ulteriormente l’industria, specialmente quella pesante, aumentando i costi di produzione e riducendo la competitività delle aziende italiane. Ciò potrebbe comportare più disoccupazione e periodi di cassa integrazione.
- Consigli per risparmiare e soluzioni proposte: Il Codacons consiglia di ridurre gli sprechi energetici (spegnendo luci inutilizzate e usando elettrodomestici efficienti) e di utilizzare il comparatore ARERA per trovare le tariffe più convenienti. Inoltre, è stato introdotto un sistema automatico per il riconoscimento del bonus energetico per le fasce vulnerabili.