L’inizio di un nuovo anno è solitamente riservato a quei tristi bilanci riguardanti incidenti stradali che avvengono a ridosso di Capodanno o poco dopo, causati spesso da imprudenza delle persone alla guida o da condizioni stradali/atmosferiche poco adatte alla circolazione.

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, aveva perciò deciso in un certo senso di giocare in anticipo e il 14 dicembre 2024 aveva visto approvare ufficialmente quel nuovo codice della strada sul quale tanto si è speso. Da quel momento in poi, in molti, dalle associazioni a favore delle vittime della strada a molti partiti dell’opposizione, hanno colto l’occasione per contestare l’inasprimento delle pene o l’introduzione di alcune nuove leggi che non avrebbe portato a rendere le strade italiane più sicure.

Salvini però non ha mai accettato critiche di questo tipo e già il 30 dicembre rivendicava che Carabinieri e Polstrada avevano fermato molti potenziali incidenti. Il giudizio di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è lapidario: “Salvini è un bugiardo: i suoi dati non considerano gli incidenti rilevati dalla polizia municipale“.

Salvini rivendica il nuovo codice della strada: “Meno morti”

Anno nuovo, vecchie polemiche. Per Matteo Salvini il più grosso sospiro di sollievo è derivato dall’assoluzione per il processo Open Arms, arrivata alla fine di dicembre 2024. Sempre questo mese però era segnato da un’importante novità: l’entrata in vigore del nuovo codice della strada, indicato dallo stesso Salvini come una stretta necessaria contro molti reati stradali ma soprattutto a favore delle vittime della strada.

Il ragionamento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è che inasprendo le pene e rimodulandone alcune molti automobilisti avrebbero pensato bene prima di mettersi alla guida senza pensare alla sicurezza propria e quella altrui.

Naturalmente i toni trionfalistici di Salvini sono stati contestati non soltanto dalle opposizioni in Parlamento ma anche da associazioni come la “Fondazione Michele Scarponi” (in memoria di un ciclista vittima della strada) o di altre persone che contestavano l’accanimento anche verso la cannabis terapeutica.

Dove sta la verità? Una prima risposta potrebbe essere “sta nei numeri“, ma ormai è pacifico affermare che viviamo in un’epoca in cui i dati e gli stessi numeri sono spesso piegati al sostentamento della propria narrazione. Partiamo da quelli forniti dallo stesso Salvini: il ministro e leader della Lega in una delle sue dirette social aveva riferito di una forte diminuzione delle morti stradali e di molte multe per chi aveva deciso di guidare con un tasso alcolico superiore ai nuovi parametri.

Nei primi 15 giorni di vigore del nuovo codice della strada i morti sono diminuiti del 25%, passando dai 67 del 14-28 dicembre 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest’anno. Ne sta valendo la pena, significa fare del bene, significa fare buona politica.

Come si può notare, Salvini ha puntato la sua analisi su un periodo ben preciso e breve (dal giorno dell’introduzione del codice della strada a 3 giorni prima della fine del 2024) e ringrazia Polstrada e Arma dei Carabinieri per il loro prezioso lavoro sulle strade. Secondo altri dati riportati da Salvini, inoltre, dal 14 al 28 dicembre del 2024 sarebbero decedute 50 persone, mentre nel 2023 furono 67.

Evitare spargimenti di sangue sulle strade è certamente un’aspirazione lodevole, forse l’obiettivo ultimo di ogni ministro che si occupa di trasporti. Uno scenario quasi idilliaco che però è stato contestato da un fuoco incrociato di polemiche che hanno colpito Salvini da molti lati.

L’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (Asaps) ha però subito contestato questa visione delle cose, ricordando come non sia possibile parlare di una riduzione degli incidenti lasciando da parte gli ambienti urbani (dove avviene la maggior parte degli incidenti stradali):

Tale dichiarazione appare fuorviante ed imprecisa. I dati presentati rappresentano solo quelli rilevati da Polstrada e Carabinieri, che sono il 34% degli incidenti con lesioni, in quanto il restante 66% viene rilevato dalle Polizie Municipali. Nei 15 giorni successivi all’entrata in vigore delle modifiche al Codice della strada sono morte sulle strade italiane almeno 111 persone, più del doppio delle 50 dichiarate dal ministro.

Lite incrociata fra Lega e Italia Viva

Ad agitare la giornata politica di oggi 4 gennaio 2025 è stata la querelle fra Lega e Italia Viva. I due partiti si sono schierati su due posizioni opposte e ben distinte: da un lato si difendono non soltanto la ragion d’essere del nuovo codice della strada, ma gli stessi numeri forniti dal Mit (visto che sono proprio l’oggetto della polemica odierna), mentre dall’altro si ricorda come non è la prima volta che Salvini adotti toni trionfalistici verso risultati che poi non sono così strabilianti.

La senatrice della Lega, Stefania Pucciarelli, è una dei leghisti che si è schierata senza se e senza ma a difesa del ministro dei Trasporti, ricordando come le obiezioni avanzate da Matteo Renzi o Raffaella Paita non valgano poi così tanto considerato che il loro partito (Italia Viva) sembri esser più attivo sui social che nelle urne:

Sorridiamo a chi, come Paita e Italia viva, cerca in ogni modo di agitare la polemica contro Salvini pur di darsi un tono, visto che i tweet superano di gran lunga i loro voti. Evidentemente non digeriscono gli ottimi risultati del nuovo codice della strada, confermati anche dalla Polstrada e fortemente voluto dal ministro e vicepremier.

I leghisti poi indicano che è tipico della sinistra, e più in generale delle opposizioni, fare polemica su un tema – come la sicurezza stradale – che in realtà dovrebbe unire tutte le forze politiche in nome di un bene superiore.

Lo stesso ragionamento lo hanno sviluppato anche il senatore Stefano Borghesi della Lega, capogruppo in commissione Finanze e il capogruppo della Lega al Senato e segretario regionale della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo, che in più aggiungono una presunta offesa al decoro e all’onore delle Forze dell’Ordine, che pure si impegnano così tanto per rendere sicure le strade italiane.

Dal lato di Italia Viva, invece, il ragionamento è l’opposto: come ha affermato Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, gli incidenti “sono purtroppo gli stessi, in numeri, dell’anno scorso” e l’inasprimento delle pene serve soltanto a pesare più sulle tasche degli automobilisti, che devono affrontare multe più salate per reati già presenti nel vecchio codice della strada.

Renzi, ieri 3 gennaio, non era andato per il sottile, chiamando Salvini un “demagogo bugiardo più interessato al facile consenso che ad incidere effettivamente sugli ambiti di lavoro proprio del suo ministero.

Perché i dati sono diversi?

Il Mit non ci sta e rimanda al mittente tutte le accuse mosse a suo carico. Resta certamente la vicinanza verso tutte quelle persone colpite da incidenti stradali o che hanno visto un proprio familiare o amico vittima dell’incuria delle strade o della disattenzione di un automobilista (o del suo vero e proprio disinteresse nel capire che non si può guidare sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti), ma da parte del ministero guidato da Salvini nessuno vuole fare la figura di chi ha manipolato i dati per un proprio tornaconto personale.

Nel pomeriggio di oggi è arrivato anche un comunicato dai toni bellicosi, che si fa scudo delle informazioni ricavate dalla Polizia Stradale e delle sue componenti: sono pronte molte azioni legali per chi si ostinerebbe a mettere in dubbio ciò che è stato scritto in altri comunicati ufficiali.

Alla luce dei dati ufficiali ribaditi oggi dalla Polizia Stradale, che fornisce una statistica basata sugli stessi criteri del passato e che certifica un calo degli incidenti rispetto al Capodanno dello scorso anno, sono in corso approfondimenti legali per valutare ogni possibile iniziativa a tutela delle istituzioni e dell’impegno delle Forze dell’ordine.

Perché si è avuta questa discrepanza fra ciò che Asaps ha detto e ciò che Salvini ha riferito? Difficile dirlo, se non ribadendo quanto affermato in precedenza: un periodo di monitoraggio troppo breve per capire quanto i presunti miglioramenti siano dovuti alle nuove norme, l’utilizzo di un determinato gruppo di dati invece che altri, e magari anche il non aver consultato le associazioni che si occupano della sicurezza stradale.

Infine, Asaps ha sottolineato anche un altro aspetto della vicenda: purtroppo le vittime di incidenti stradali non sono soltanto quelle che muoiono subito, ma ai fini statistici contano anche quelle decedute nei 30 giorni successivi all’incidente.

I tre punti salienti dell’articolo

  • Controversia sul nuovo codice della strada: Matteo Salvini ha promosso il nuovo codice della strada, sostenendo che avrebbe ridotto gli incidenti e migliorato la sicurezza. Tuttavia, ha ricevuto critiche da parte delle opposizioni e di associazioni che contestano l’efficacia delle misure e la manipolazione dei dati.
  • Discrepanze nei dati: Salvini ha riportato una diminuzione del 25% dei morti in incidenti stradali tra il 2023 e il 2024, ma le statistiche ufficiali contestano questi numeri, suggerendo che il calo non è così significativo, e includono anche gli incidenti urbani, non considerati da Salvini.
  • Conflitto politico: le polemiche politiche tra Lega e Italia Viva si sono intensificate, con accuse reciproche di demagogia e manipolazione dei dati. Salvini ha difeso il suo operato, mentre l’opposizione critica l’inasprimento delle pene come inefficace e dannoso per gli automobilisti.