La sera del 4 gennaio 2021, Benno Neumair, 31 anni, uccise i genitori, Peter e Laura, nella loro abitazione di Bolzano, gettando i corpi nel fiume Adige. Il giorno successivo, cercando di depistare le indagini, denunciò la loro scomparsa, fingendo che fossero usciti per una passeggiata in montagna e non fossero più tornati. Confessò solo quando gli inquirenti avevano già iniziato a sospettare di un suo coinvolgimento nella vicenda. Il suo è solo uno dei casi di parricidio che hanno scosso l’Italia negli ultimi anni. Ecco alcuni dei più noti.

Casi di figli che hanno ucciso i genitori in Italia

1. Il caso di Paderno Dugnano

Tra i casi più recenti, non si può non citare quello di Riccardo C., il 17enne che lo scorso settembre ha ucciso la madre Daniela, il padre Fabio e il fratello minore, Lorenzo, nella loro villetta di Paderno Dugnano, nel Milanese. Agli inquirenti, il ragazzo ha confessato che “voleva essere libero”. “Non ce l’avevo con la mia famiglia”, ha dichiarato. “Mi sentivo oppresso”.

2. Paola e Silvia Zani

Tornando indietro al 2021, c’è poi il caso delle sorelle Paola e Silvia Zani, condannate all’ergastolo – insieme a Mirto Milani, amante di entrambe – per l’omicidio della madre Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù (Brescia). Un caso che seguì di appena qualche mese quello di Bolzano e per certi versi molto simile: anche il “trio criminale”, come Neumair, tentò di depistare le indagini.

Le sorelle Zani, apparendo addirittura in tv, raccontarono che la madre era uscita per un’escursione e non era più tornata. Si sarebbe scoperto solo più avanti che, con il loro complice, le due l’avevano soffocata dopo averla stordita con delle benzodiazepine, nascondendo il suo corpo senza vita lungo il fiume Oglio. Secondo i giudici, puntavano a “celebrare la coesione del gruppo”.

3. Marco Eletti

Diversa la storia di Marco Eletti, che nello stesso anno si macchiò, da solo, dell’omicidio del padre Paolo e del tentato omicidio della madre, Sabrina Guidetti, rinvenuta narcotizzata e con i polsi tagliati vicino al cadavere del marito a San Martino in Rio (Reggio Emilia).

Eletti – che aveva anche partecipato al programma L’Eredità – dapprima negò tutto. Poi, nel corso del processo a suo carico, confessò: “Devo ammettere sia a voi che a me stesso le responsabilità che ho nell’accaduto”. Di recente la Cassazione ha annullato la sentenza con cui era stato condannato a 24 anni e due mesi, disponendo un nuovo Appello.

4. Federico Bigotti

Il 30 dicembre 2015, il 21enne Federico Bigotti uccise la madre Anna Maria Cenciarini a Città di Castello, in provincia di Perugia. Subito dopo, si mise in contatto con i carabinieri, sostenendo che la donna si fosse procurata da sola le ferite mortali. Il giorno dopo, si scattò un selfie e lo pubblicò con l’hashtag #riposainpacemamma. Gli indizi portarono a lui. Il giovane fu quindi arrestato. Il gup, alla fine, lo assolse “per incapacità di intendere e di volere”, disponendone il ricovero in un’apposita struttura di cura.

5. Erika De Nardo

Molti anni prima del delitto del Perugino, nel 2001, a Novi Ligure, nel Piemontese, si consumò un duplice omicidio che in tanti, ormai, conoscono. Quello di Susanna Cassini e Gianluca De Nardo, uccisi dalla 16enne Erika De Nardo e dall’allora fidanzatino Mauro Favaro, detto “Omar”, 17 anni.

L’unico a salvarsi dalla mattanza fu il padre della ragazza, Francesco, assente in casa. Secondo i piani dei giovani, però, anche lui sarebbe dovuto morire. Il loro obiettivo? “Vivere in una condizione di assoluta libertà” nella villetta della strage.

6. Paolo Pasimeni

L’11 febbraio del 2001, Paolo Pasimeni uccise il padre Luigi, professore presso l’Università di Padova, fracassandogli la testa con uno strizzatoio lavapavimenti in un bagno del dipartimento di Chimica. Poi trasportò il cadavere al dipartimento di Farmacologia e gli diede fuoco. Quando fu interrogato, assicurò di averlo finito con due bastonate sulla testa solo per non vederlo soffrire, dopo che lui era caduto, sbattendo violentemente la testa.

7. Elia Del Grande

Il 7 gennaio 1998, Elia Del Grande uccise a colpi di fucile il padre, la madre e il fratello a Cadrezzate (Varese). Fu arrestato in Svizzera, durante un casuale controllo della polizia, dopo essersi impossessato dell’eredità dei genitori. Oggi ha finito di scontare la sua pena ed è un uomo libero. “Non sono più quel ragazzo di 22 anni”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Varese News qualche anno fa.

8. Pietro Maso

Tra i casi più noti di parricidio, c’è quello avvenuto a Montecchio di Crosara (Verona) il 17 aprile 1991 per mano di Pietro Maso e degli amici Giorgio Carbognin, Paolo Cavazza e Damiano Burato. A morire furono i coniugi Antonio Maso e Mariarosa Tessari. Il movente? Di tipo economico. Anche Maso, come Del Grande, puntava all’eredità. Condannato a 30 anni, nel 2008 ha ottenuto la semilibertà.

9. Ferdinando Carretta

Molto famosa è anche la storia di Ferdinando Carretta, che nel 1998 confessò in diretta a Chi l’ha visto l’uccisione dei genitori Giuseppe e Marta e del fratello minore Nicola, avvenuta nel 1989. La famiglia, misteriosamente scomparsa nell’agosto di quell’anno, riempì per anni le pagine di cronaca dei principali quotidiani.

C’era chi pensava a una fuga ai Caraibi, sostenendo che i coniugi e i figli fossero partiti, dopo aver ritirato i soldi che avevano in banca, per cambiare vita, lontano da tutti. Ricostruzione molto lontana dalla realtà: i loro corpi giacevano in una discarica. Dichiarato incapace di intendere e di volere, Carretta scontò la sua pena in una comunità di recupero. Nel 2023 è morto.

10. Doretta Graneris

Nella notte tra il 13 e il 14 novembre 1975, Doretta Graneris, 18 anni, uccise insieme all’allora fidanzato Guido Badini la madre Italia Zambon, il padre Sergio, il fratello Paolo e i nonni materni Romolo Zambon e Margherita Baucero in quella che fu rinominata “strage di Vercelli”. In molti la ricordano, ancora oggi, come uno dei primi casi di parricidio che sconvolsero l’opinione pubblica italiana.