La Juventus saluta la Supercoppa Italiana 2024 e a pagare il conto più salato di tutti è Thiago Motta. Le scelte del tecnico bianconero sono state criticate parecchio subito dopo la sconfitta subita contro il Milan, che ha guadagnato l’accesso alla finale contro l’Inter. Motta ha avuto il merito di guidare una buona Juve nella prima parte di gara, senza riuscire ad evitare il tracollo nella ripresa.
La Vecchia Signora era riuscita a passare in vantaggio con Yildiz nel primo tempo, una fase del match in cui i bianconeri non hanno concesso praticamente nulla al Milan. La seconda frazione però è andata piuttosto male per la Juventus, che prima si è fatta agganciare dal rigore siglato da Pulisic e poi è andata definitivamente sotto con uno sfortunato autogol di Gatti.
Supercoppa Italiana, Juventus ko nella semifinale con il Milan
Alla Juventus, infine, non è servito il forcing finale per rimettere in sesto la partita e giocarsi tutto ai tiri di rigore. Thiago Motta ha lasciato l’Arabia Saudita con l’amaro in bocca, visto che la sua Juve per una buona parte del match aveva dato l’impressione di poter raggiungere l’Inter. I bianconeri nel primo tempo sono saliti in cattedra, andando a prendersi il vantaggio sfruttando anche una disattenzione difensiva del Milan.
Il pallone di Mbangula, infatti, ha tagliato completamente fuori Theo Hernandez aprendo la strada ad Yildiz. L’asso turco quindi non ha avuto difficoltà a prendere campo, battendo Maignan da pochi passi per l’1-0. Ma la Juventus che è rientrata negli spogliatoi è sembrata un’altra squadra rispetto a quella scesa in campo nella ripresa.
La Vecchia Signora ad inizio secondo tempo ha flirtato per ben due volte con il raddoppio, provandoci nuovamente con Yildiz e poi con Vlahovic. Motta quindi ha rimescolato le carte in tavola, togliendo proprio l’attaccante serbo per far spazio a Nico Gonzalez. Tutto dieci minuti dopo la chance capitata al Milan, che si è divorato il pareggio con un disattento Theo Hernandez.
Gli errori individuali e le assenze pesano per la Juventus
Ma non sono state solo le scelte di Motta a tagliare fuori la Juve dalla corsa alla Supercoppa. Nell’elenco degli insufficienti spicca senza dubbio Locatelli, il grande ex della serata che ha fatto un vero e proprio regalo al Milan. Il suo intervento in ritardo su Pulisic ha spalancato un’autostrada al Diavolo, capace di conquistare un calcio di rigore con l’americano. L’attaccante ha quindi insaccato l’1-1 dal dischetto, dando inizio alla rimonta rossonera.
Un sorpasso su cui Di Gregorio ha certamente qualche responsabilità. L’estremo difensore bianconero poco dopo ha letto malissimo un traversone di Musah, deviato anche con un pizzico di fortuna da Gatti. Il pallone quindi ha superato la linea della porta juventina, per la gioia del Milan e il dispiacere di tutta la Juve. Il carattere mostrato nel finale è servito a poco alla Vecchia Signora, che ha già archiviato il primo dei tanti obiettivi stagionali.
Le scelte di Motta, soprattutto nella gestione delle sostituzioni, hanno lasciato degli strascichi. Ma lo stesso si può certamente dire riguardo l’atteggiamento della stessa Juventus, che ha praticamente buttato via una qualificazione alla portata. Pesa certamente il forfait di Conceiçao, il grande assente di Riyad fermatosi solo durante il riscaldamento prepartita.
Francisco poteva brillare di fronte a papà Sergio ma è stato costretto a guardare tutto dalla panchina. La Juventus ha quindi perso qualità anche se il Milan nel primo tempo non aveva fatto granché. Il Diavolo si è rimesso in piedi tirando fuori la qualità e sfruttando molto i tentennamenti bianconeri. L’avventura in Supercoppa Italiana, quindi, è sembrato quasi lo specchio dell’andamento in campionato.
Addio Supercoppa Italiana, ora la Juventus ripensa allo Scudetto
La Juventus poteva fare tanto, ma alla fine è tornata a casa più con il rammarico che con vere e proprie soddisfazioni. La musica di Riyad è stata molto simile a quella già sentita in Serie A, dove i bianconeri ad oggi non hanno perso una sola partita. Il dato sull’imbattibilità è incoraggiante, ma stona se unito agli undici pareggi conquistati in diciassette gare.
Troppi per una squadra che vuole cucirsi lo Scudetto sul petto e che si allontana progressivamente dal principale obiettivo di questa stagione. Sarà una settimana di riflessioni tanto per Motta quanto per la Juventus, attesa da un match molto delicato alla ripresa dopo la spedizione araba.
Il flebile sogno di rientrare nella corsa al campionato dipenderà anche dal match dell’11 gennaio, data in cui la Juve sarà di scena nel derby della Mole contro il Torino. Un’occasione per riprendersi in vista di una seconda metà del mese potenzialmente decisiva per riaprire i discorsi sullo Scudetto.
La Juventus dopo il Toro affronterà l’Atalanta, proseguendo il proprio cammino contro Milan e Napoli tra il 18 e il 25 gennaio. Nel mezzo ci andranno anche le due sfide di Champions League contro Club Brugge e Benfica, i due principali ostacoli per blindare i play-off o magari spingersi fino agli ottavi di finale.