Oggi 3 gennaio 2025 è stato un giorno importante per Ahmed Al-Sharaa. Il nuovo leader de facto della Siria ha incontrato nel palazzo presidenziale di Damasco i ministri degli Esteri francese e tedesco, e cioè Jean-Noel Barrot e la sua collega tedesca Annalena Baerbock.
Un incontro a favore di telecamere che segna la prima missione diplomatica di alto livello che due paesi europei hanno organizzato in Siria dopo la caduta del regime di Assad. Al centro dei colloqui probabilmente le richieste di garanzie per la minoranza curda, per le donne e contro la proliferazione di armi chimiche su territorio siriano.
Le forze armate che un tempo erano chiamate HTS oggi sono diventate l’esercito ufficiale siriano, impegnato nella ricerca e nella cattura di quei lealisti di Assad rifugiatisi sulle montagne siriane.
Baerbock: “Siria torni ad essere stato funzionale”
La situazione in Siria potrebbe esser definita, a distanza di giorni dalla presa di Damasco e dalla fuga del precedente dittatore Bashar Assad, ancora magmatica e in divenire. Ahmed Al-Sharaa guida quello che potrebbe esser definito un “nuovo stato siriano”, anche se le sue dichiarazioni di prudenza riguardo nuove elezioni e soprattutto una nuova costituzione nazionale raffreddano gli entusiasmi di chi crede che il paese siriano sia già proiettato verso un futuro solido e stabile.
Questa è però la speranza di tanti governi europei, che allo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011 hanno affrontato per diverso tempo l’arrivo nei propri territori di molti rifugiati politici e non. Chi era in fuga dalla miseria e dalla povertà si trovava spesso a condividere l’esilio o la fuga con intellettuali o politici d’opposizione, o con chiunque non trovasse più un motivo per continuare a vivere in Siria.
La Germania fu uno dei paesi dell’Unione Europea ad offrire la maggior disponibilità nell’accogliere i rifugiati e i richiedenti asilo siriani, con una decisione dell’allora cancelliera Angela Merkel che fece scalpore e definì un prima e un dopo nelle politiche dell’accoglienza in UE.
Quella stagione è però ormai finita e nella visita che oggi la ministra degli Esteri dell’ormai esauritosi governo di Olaf Scholz, e cioè Annalena Baerbock (dei Verdi), ha incontrato oggi 3 gennaio 2025 l’attuale leader della Siria, proprio Al-Sharaa.
La richiesta della politica tedesca è chiara e allo stesso tempo complicata da mettere concretamente in atto: garanzie a favore delle minoranze e delle donne, da coinvolgere in modo attivo e sincero nella costruzione di una nuova Siria democratica e libera.
L’Europa fornirà sostegno ma non finanzierà nuove strutture islamiche. Devono essere tutti coinvolti nel processo costituzionale e nel futuro governo siriano perché, soprattutto in questa regione, sappiamo che i diritti delle donne sono un indicatore di una società che mostra il suo impegno per la libertà individuale.
Nelle parole di Baerbock forse si può rintracciare la paura che il tutto, nei territori siriani dove sono ancora segnalati combattimenti sporadici fra le forze pro-Assad e quelle un tempo convogliate nell’HTS, si riduca a un nuovo regime di stampo fondamentalista che neghi i più basilari diritti umani. Da qui l’altra preoccupazione: una nuova crisi di rifugiati che lo stesso governo Scholz ha dovuto riconsiderare per fronteggiare la popolarità dell’ultradestra di AfD sull’argomento.
Probabilmente queste preoccupazioni sono state al centro dell’incontro odierno fra Baerbock, l’omologo francese Barrot e il nuovo leader de facto della Siria Al-Shaara nel palazzo presidenziale a Damasco.
La Francia chiede garanzie per gli alleati curdi
La ministra degli Esteri tedesca non era sola nel suo viaggio. Ad accompagnarla, infatti, c’era anche Jean-Noel Barrot, omologo francese che battezza così uno dei suoi primi viaggi istituzionali. La Francia dal canto suo si è trovata con ben quattro esecutivi diversi nel 2024, tutti espressione più o meno convinta dei desiderata del presidente Emmanuel Macron, trovandosi poi ad affrontare sfide diplomatiche e politiche complesse.
Alla Francia, secondo Barrot, premono essenzialmente due cose: la scomparsa di ogni arma chimica presente sul territorio siriano e la possibilità che le autorità militari e politiche curde non abbiano a soffrire una seconda persecuzione dopo quella subita da Assad.
Francesi e tedeschi, insomma, esprimono piena fiducia che Al-Shaara sia l’uomo giusto per pacificare e stabilizzare un’area geografica attorniata da un altro conflitto sanguinoso e violento, cioè quello fra Israele e Hamas. Le forze armate israeliane hanno attaccato il Libano, espanso gli insediamenti nelle alture del Golan e pure guardano con un certo interesse alla Siria: sarà un pericolo da affrontare (l’ennesimo) o c’è da stare tranquilli per qualche tempo?
Barrot non ha le risposte a questi quesiti ma auspica per l’appunto una grande attenzione alle richieste dei curdi:
Una Siria sovrana e sicura non lascia spazio alla proliferazione e alla dispersione delle armi di distruzione di massa e delle armi chimiche del regime criminale di Bashar al-Assad. Bisogna trovare una soluzione politica con gli alleati della Francia, i curdi, affinché siano pienamente integrati in questo processo politico che inizia oggi.
Kallas: “Germania e Francia parlano a nome UE”
Che Francia e Germania fossero l’una il braccio politico e l’altra il motore economico dell’UE non era un mistero a nessuno, fin dal 1992 con il Trattato di Maastricht. Negli anni tante cose sono cambiate ed entrambe hanno avuto un 2024 molto complicato: detto dell’instabilità politica francese, la mancanza degli idrocarburi russi e la visione della Cina come antagonista e non come partner commerciale ha fermato l’economia tedesca.
Questo è stato uno dei motivi che hanno costretto Scholz a chiedere elezioni anticipate, da svolgersi probabilmente nel febbraio 2025. Cosa c’entra questo con la Siria? La percezione che altri problemi (secondo alcuni addirittura si potrebbe parlare di pericoli) esterni vengano a chiedere conto agli abitanti francesi e tedeschi ne ha orientato le intenzioni di voto e in un certo senso anche le azioni dei rispettivi governi.
La fretta con la quale molti in Europa hanno accettato l’arrivo di Al-Shaara (ad esempio la Repubblica Ceca ha riaperto sempre oggi la sua missione diplomatica a Damasco) è indice anche della preoccupazione di non trovarsi con altri flussi migratori che porterebbero altre persone nei territori europei.
Nonostante le difficoltà sopra citate, per l’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, Baerbock e Barrot hanno parlato con Al-Shaara e hanno visitato la prigione di Saydnaya con il suo avallo. Spesso si imputa alle istituzioni europee la mancanza di una voce unica con la quale affrontare i grandi problemi interni ed esterni: oggi però Francia e Germania hanno reiterato la loro idea della futura Siria, e cioè che senza giustizia sociale, politica ed economica non ci può esser pace per le martoriate genti siriane.
I tre punti salienti dell’articolo
- Incontro diplomatico europeo in Siria: il 3 gennaio 2025, i ministri degli Esteri francese e tedesco, Jean-Noel Barrot e Annalena Baerbock, hanno incontrato il nuovo leader de facto della Siria, Ahmed Al-Sharaa, nel palazzo presidenziale di Damasco. Questo segna la prima missione diplomatica europea di alto livello in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.
- Preoccupazioni europee: Francia e Germania hanno espresso preoccupazioni riguardo alle garanzie per le minoranze etniche, come i curdi, e per i diritti delle donne in Siria, chiedendo che queste siano coinvolte attivamente nella costruzione di una nuova Siria democratica. Inoltre, la Francia ha richiesto la distruzione delle armi chimiche e la protezione degli alleati curdi dalle persecuzioni.
- Sfide geopolitiche e migratorie: l’incontro tra Baerbock, Barrot e Al-Sharaa si inserisce in un contesto di instabilità politica ed economica in Europa, con la Siria che continua a essere una fonte di preoccupazione per la gestione dei flussi migratori. Francia e Germania, insieme all’Unione Europea, cercano di influenzare il futuro della Siria e di evitare nuove crisi migratorie.