In un colpo di scena inaspettato, dopo la denuncia subita da Blake Lively, l’attore Justin Baldoni ha intentato una causa da 250 milioni di dollari contro il New York Times, accusando il giornale di diffamazione e false dichiarazioni riguardanti le accuse mosse da Blake Lively.

La causa, presentata alla vigilia di Capodanno, coinvolge anche Ryan Reynolds, marito della Lively, che avrebbe affrontato aggressivamente Baldoni per presunti commenti di body shaming.

Questa battaglia legale ha scosso Hollywood, e ha portato alla luce i conflitti dietro le quinte durante la produzione di “It Ends with Us”.

Perché Justin Baldoni fa causa al New York Times

Justin Baldoni ha trascinato Ryan Reynolds nella sua causa per diffamazione da 250 milioni di dollari contro il New York Times.

Nella denuncia presentata martedì, l’attore e regista di “It Ends With Us” ha accusato la star di “Deadpool” di averlo “rimproverato” per aver “fatto vergognare” Blake Lively.

Justin Baldoni ha affermato che lo scontro è avvenuto nell’attico della coppia a New York City, mentre il film con Lively era in produzione l’anno scorso.”Il confronto che ne è seguito è stato così aggressivo che Baldoni si è sentito costretto a offrire ripetute scuse, si legge nella denuncia.

L’attore ha anche affermato che, durante le riprese, lui è stato costretto a piegarsi alla volontà della Lively, per tentare di “ricostruire il rapporto” ed evitare ulteriori conflitti.

I rimproveri di Ryan Reynolds nei confronti di Baldoni sarebbero avvenuti dopo che quest’ultimo avrebbe chiesto a un allenatore informazioni sul peso di Lively prima di girare una scena di “It Ends With Us” in cui i due si sarebbero trovati in ascensore.

Secondo l’attrice, questi erano “modi nascosti per criticare il suo corpo e il suo peso”. Lively ha affermato anche che Baldoni le aveva consigliato un esperto per aiutarla quando si era ammalata di faringite streptococcica, solo per scoprire che quella persona era in realtà un guru della perdita di peso.

Nonostante le prove fatte con una controfigura, l’ex attrice di “Gossip Girl” si sarebbe comunque “rifiutata di eseguire” la sequenza in questione.

Lively il mese scorso ha presentato una denuncia per molestie sessuali contro Baldoni. Justin Baldoni ha negato le accuse di Lively in una dichiarazione rilasciata a dicembre, e lo ha fatto nuovamente martedì, quando ha presentato una contro-querela formale per stress emotivo e mancato guadagno.

Secondo il regista, sarebbe stata l’attrice a mettere in atto una strategica e manipolatoria campagna di diffamazione, utilizzando «false accuse di molestia per assumere il controllo di ogni aspetto della produzione».

Per quanto riguarda il New York Times, il giornale rifiuta le accuse di diffamazione e ha ribadito la storia è stata “meticolosamente e responsabilmente riportata” e si basa sulla denuncia iniziale di Lively.

Il NYT ha promesso di “difendersi vigorosamente” nella causa. Di recente, anche i co-protagonisti di “It Ends With Us” di Lively e Baldoni si sono schierati a sostegno dell’attrice, da Brandon Sklenar a Jenny Slate.

Nel frattempo, Colleen Hoover, l’autrice del libro da cui è tratto il film, ha definito Lively “onesta e gentile” tramite Instagram, facendo capire da che parte sta.

La diatriba tra Justin Baldoni e Ryan Reynolds

Secondo la denuncia di Baldini, durante l’incontro con i produttori del film, sarebbe stato presente anche Reynolds. Quest’ultimo avrebbe attaccato aggressivamente verbalmente Baldoni, accusandolo di aver fatto body shaming a sua moglie Blake.

Reynolds sarebbe intervenuto in sua difesa, chiedendo a Baldoni di scusarsi “ripetutamente” per le presunte offese legate all’aspetto fisico di sua moglie.

Il rifiuto di Baldoni avrebbe scatenato una reazione furiosa da parte di Reynolds, che sarebbe culminata in un confronto molto acceso. L’episodio, secondo la denuncia, avrebbe lasciato un profondo segno sull’ambiente lavorativo.

Uno dei produttori dei film avrebbe dichiarato: «In quarant’anni di carriera non ho mai assistito a un comportamento simile in una riunione». Anche un rappresentante di Sony, avrebbe affermato: «Ripenso spesso a questo meeting; il mio unico rimpianto è non essere intervenuto per fermare i maltrattamenti di Reynolds nei confronti di Baldoni».

L’attore di Deadpool è anche accusato di aver esercitato pressioni sull’agenzia WME di Baldoni, spingendola a licenziarlo.

In conclusione

Il caso legale tra Blake Lively, Justin Baldoni e Ryan Reynolds si preannuncia lungo e complesso. Le accuse reciproche di diffamazione e molestie sessuali hanno gettato un’ombra sull’industria cinematografica e sull’ambiente di lavoro a Hollywood.

Tra querele e contro-querele solo il tempo (e i giudici) potranno dire chi avrà ragione in questa battaglia legale, che ha già lasciato un segno indelebile sulla reputazione dei protagonisti.