La notte di Capodanno la città di New Orleans è stata scossa da un terribile attentato. Shamsud-Din Jabbar, a bordo di un pick up, si è lanciato contro la folla che si era radunata in Bourbon Street, una via centrale della città, per festeggiare l’inizio del nuovo anno. Terminata la sua folle corsa l’uomo è sceso ed ha iniziato a sparare contro la folla provocando 15 morti e oltre 30 feriti. L’attentatore è poi stato ucciso dalle forze dell’ordine.
L’attentato a New Orleans: il killer identificato come Shamsud-Din Jabbar
Shamsud-Din Jabbar, autore di questo atroce attentato nella capitale della Lousiana, era un cittadino americano 42enne del Texas, residente a sud di Huston, a Bend County.
L’uomo era un veterano di guerra dell’esercito americano. Aveva iniziato il suo percorso nella Marina nel 2004 per poi prestare servizio nelle forze armate statunitensi dal 2007 al 2020. Prima come specialista delle risorse umane e delle tecnologie dell’informazione, fino al 2015, e poi come riserva nell’esercito fino al 2020. Fra il 2009 e il 2010 era stato inviato in Afghanistan. Jabbar aveva chiuso la sua carriera come sergente maggiore.
Il fratello dell’attentatore, Abdur Jabbar, ha parlato al The New York Times rivelando che Shamsud-Din Jabbar si era convertito all’islam da giovane. Ha anche aggiunto che quello che ha fatto non ha niente a che fare con la religione ma che è un evento legato alla radicalizzazione.
Chris Pousson, un suo amico veterano dell’aviazione, lo ha descritto sempre al quotidiano statunitense come una persona cambiata negli anni. Ha riportato infatti che molto tempo fa era “un ragazzo tranquillo che amava vestirsi bene, ma che negli ulti anni era cambiato. Non lanciava minacce ma appariva molto radicalizzato nella sua fede”.
Jabbar ha vissuto due divorzi problematici. Il primo è avvenuto nel 2012 e la sua ex moglie lo ha citato lo stesso anno in giudizio per il mantenimento del figlio. L’importo dovuto da Jabbar è aumentato nel corso degli anni con l’aumentare del suo reddito. Il caso si è concluso nel 2022. Il secondo divorzio risale al 2020 dove Jabbar ha anche subito un ordine restrittivo temporaneo dal tribunale. Questo imponeva all’uomo e alla sua ex moglie di non minacciare ed infliggere danni fisici al partner e al figlio.
L’uomo sembra aver avuto problemi finanziari negli ultimi anni. Aveva lanciato delle società immobiliari che non erano andate bene. Il suo debito con le carte di credito ammontava a 16mila dollari ed era in ritardo con il pagamento delle rate del suo appartamento per altri 27mila dollari rischiando così il pignoramento.
L’FBI segue la pista del terrorismo
Nel furgone a noleggio utilizzato da Shamsud-Din Jabbar per compiere la strage di New Orleans, le forze dell’ordine hanno trovato una bandiera dell’Isis e alcuni ordigni esplosivi rudimentali. Per questo motivo le indagini si sono subito spostate su un movente terroristico. Le autorità sono alla ricerca di eventuali complici che possano aver aiutato Jabbar nel compiere l’azione. La perlustrazione dell’area dell’attacco ha evidenziato la presenza di altri due ordigni rudimentali nella zona.
Nelle ore seguenti alla strage sono stati trovati dei video dell’attentatore sui social network. Questi mostrano Shamsud-Din Jabbar che guidando di notte, presumibilmente verso New Orleans, manifesta le proprie intenzioni. L’attentatore ha parlato del suo divorzio e di come avesse pianificato di organizzare una festa con la sua famiglia per uccidere tutti. Ha poi spiegato di aver cambiato idea e di essersi unito all’Isis. Ha raccontato di aver fatto molti sogni che lo hanno spinto ad unirsi all’organizzazione terroristica.
Le parole di Biden e Trump
Il presidente statunitense, Joe Biden, ha commentato il terribile attentato esprimendo rabbia e frustrazione. Ha confermato l’identità del killer spiegando che era un cittadino americano che ha agito sotto l’influenza dell’ispirazione dell’Isis. Ha ribadito l’impegno delle forze dell’ordine nell’indagare su eventuali complici nella pianificazione dell’attacco ma anche su possibili legami fra ciò che è avvenuto a New Orleans e l’esplosione di un Cyber Truck Tesla avanti al Trump Hotel di Las Vegas. Al momento, l’unico legame emerso fra i due eventi è il sito da cui sono stati noleggiati i due mezzi.
I have been continually briefed since early this morning regarding the horrific incident that occurred in New Orleans overnight.
— President Biden (@POTUS) January 1, 2025
The FBI is taking the lead in the investigation and is investigating this incident as an act of terrorism. I will continue to receive updates…
Non si sono fatte attendere nemmeno le parole di Trump, presidente eletto che entrerà in carica a partire dal 20 gennaio. Il tycoon ha espresso la sua opinione sul legame fra l’attentatore e il tema dell’immigrazione attraverso un post su Truth:
Quando ho detto che i criminali che arrivano sono molto peggiori di quelli che abbiamo nel nostro Paese, questa affermazione è stata costantemente smentita dai Democratici e dalle Fake News Media, ma il mio pensiero si è rivelato vero. Il tasso di criminalità nel nostro Paese è arrivato a livelli mai visti prima.
L’attentato del giorno di Capodanno ha ricordato quello avvenuto il 20 dicembre al mercatino di Natale di Magdeburgo in Germania. L’attentatore aveva travolto la folla con un auto uccidendo cinque persone e ferendone 200.