Presentato in anteprima a settembre 2023 durante l’80ª edizione del Festival di Venezia, “Le Occasioni dell’Amore” è il nuovo film del regista francese Stéphane Brizé che vede protagonisti gli attori Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. Uscito nelle sale italiane lo scorso 19 dicembre, dopo oltre un anno dalla proiezione a Venezia, questo delicato mélo ci racconta di un amore impossibile che rinasce a distanza di sedici anni.
“Le Occasioni dell’Amore”, recensione
Durante un freddo inverno il mare di una piccola località in Bretagna tira forte. Quelle acque di un tenue glauco si agitano sfrenatamente, lasciandosi andare in una danza scatenata. Il suono prepotente delle onde che si infrangono sulle rocce, andando a sbattere con violenza, irrompe nel silenzio assordante di una cittadina dimenticata da Dio. Mathieu (Guillaume Canet) è appena scappato da Parigi per sfuggire vigliaccamente alle sue responsabilità, sbarcando a terra a bordo di un traghetto. A circa cinquant’anni sembra aver raggiunto il sogno di molti: attore cinematografico di grande successo, è sposato con una famosa giornalista televisiva. Un grande appartamento di proprietà, una carriera florida, una donna intelligente e di bell’aspetto a sostenerlo, una cospicua somma di danaro sul conto in banca, quel tanto che basta da non doversi preoccupare di guardare il prezzo sul cartellino degli oggetti che acquista. Attraente a sufficienza da piacere più o meno a tutti, ma non eccessivamente al punto da essere invidiato con livore. Finanche la buona salute lo benedice, lasciandolo in uno stato di grazia. E allora cos’è che gli strazia la coscienza, guastandogli il sonno e tormentandogli i pensieri, da farlo fuggire di nascosto, con il fiato corto che gli si spezza in gola, come un evaso dal braccio della morte, o come un amante fugace che corre via con le braghe calate dal letto di una sposa infedele? Mathieu a poche settimane dal suo primo e tanto desiderato debutto in teatro, per la paura di non essere all’altezza di un palco sacro, ha abbandonato l’intera troupe facendo saltare uno spettacolo preparato strenuamente da tutti per mesi. Ha prenotato una settimana di riposo in un centro benessere per potersi rigenerare, mentre raccoglie le forze per avere il fegato di farsi rivedere in giro. Ma c’è qualcos’altro che sembra mancare alla sua vita che da un po’ lo fa scivolare lentamente nell’accidia ogni giorno: un vuoto che ancora non è capace di identificare.
Ed è proprio qui che, tra una seduta di pressoterapia e un massaggio decontratturante, riceve inaspettatamente una telefonata che sembra fargli fermare il cuore d’improvviso per poi farlo ricominciare a battere forte e vigoroso come una fitta tempesta autunnale. A chiamarlo è Alice (Alba Rohrwacher), una sua ex fidanzata che lui ha abbandonato di colpo sedici anni prima per andarsene a Parigi in cerca di fortuna. Neanche a farlo apposta lei vive in quel paesino bretone da tempo, col marito medico che conobbe quando Mathieu la lasciò e che le prescrisse gli psicofarmaci per curare quel male opprimente che le premeva sul costato che si chiama depressione. Sposati da quindici anni, lei insegnante di pianoforte, lui uno stimato psichiatra, hanno una figlia della stessa età del loro matrimonio. Ma Alice, che sin dai primi giorni dell’abbandono percepì il medesimo vuoto che oggi sente anche Mathieu, vuole incontrarlo ancora. Così, dall’occasione di fare due semplici chiacchiere garbate, si riapriranno vecchie ferite, in un misto di dolore e senso di colpa, squarciando brutalmente il petto di entrambi come un pugnale che gli lacera le carni, con quella lama che gli cerca il cuore a forza. Nella passione che divampa tale e quale a un tizzone infuocato sarà possibile resistere alla tentazione di sfiorarsi di nuovo?
“Le Occasioni dell’Amore”, critica
Durante l’80ª edizione del Festival di Venezia il regista francese, cinquantottenne, Stéphane Brizé ha presentato in anteprima il suo ultimo film intitolato “Le Occasioni dell’Amore”, che vede protagonisti gli attori Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. Brizé, conosciuto principalmente per la sua trilogia cinematografica sul mondo del lavoro (“La Legge del Mercato” del 2015, “In Guerra” del 2018, “Un Altro Mondo” del 2021), in questo lungometraggio drammatico ci mostra la complessità delle emozioni umane che investono due persone che si ritrovano a distanza di tanto tempo dall’ultima volta in cui si sono amate. Candidato al premio Leone d’Oro, ma mai ottenuto, “Le Occasioni dell’Amore” è stato distribuito nei cinema italiani soltanto il 19 dicembre scorso, a distanza di oltre un anno dalla proiezione a Venezia.
Benché già da i primi minuti si contraddistingua subito per un ritmo lento, quasi a passo di lumaca, in alcune scene iniziali del lungometraggio troviamo inaspettatamente dei momenti comici. Ma, nonostante la trama sia abbastanza accattivante, durante lo sviluppo della narrazione si smarrisce il focus centrale a più riprese. Ho trovato diversi punti superflui, che potevano essere tagliati. Interessante invece il confrontare i sentimenti di responsabilità e colpa di chi abbandona con quelli di afflizione e mancata stima di sé di chi viene abbandonato. Ho amato anche la scelta di abbracciare un nuovo addio forzato con affetto e dolcezza, anche se questo significa affrontare il dispiacere a viso aperto, anziché con rabbia e rancore, non rassegnandosi dinnanzi alle circostanze infelici della vita. Sarò sincera: mi aspettavo tanto di più da un film del genere, ma mi ha comunque regalato un pizzico di quella dose di sofferenza della quale sono assolutamente dipendente. Troppo soave, al limite con la trasparenza, mi è mancato lo spessore del dolore di pancia. Tre stelle su cinque.