Il 1° gennaio 2025, sono entrate in vigore diverse novità sugli affitti brevi, a partire dal Codice Identificativo Nazionale (CIN). I gestori delle strutture destinate agli affitti brevi e turistici dovranno dotarsi del codice che, poi, dovrà essere inserito anche nelle dichiarazioni dei redditi e nelle Certificazioni uniche.

A un anno dalle innovazioni introdotte dal Decreto Anticipi, è arrivato il momento di dare il via ufficiale all’utilizzo della nuova sequenza alfanumerica che servirà a identificare stanze, appartamenti e interi edifici destinati ad accogliere turisti e viaggiatori.

Con l’introduzione di questa sequenza, l’obiettivo è rendere il settore più sicuro, facilitando sia i controlli che l’esperienza degli utenti.

Vediamo quali sono le novità in vigore, con accanto l’obbligo di rimozione delle keybox.

Cosa cambia per gli affitti brevi dal 1° gennaio 2025

Le regole sugli affitti brevi diventano operativi dal mese di gennaio 2025. Nuovo anno, regole più stringenti. Gli immobili locati per brevi periodi devono obbligatoriamente dotarsi di un codice identificativo, il CIN.

Il codice, una volta ottenuto, deve essere esposto. Chi non adempie, rischia di incorrere in multe molto salate fino a 8000 euro. Il CIN deve essere richiesto da:

  • Titolari o gestori delle strutture turistico, ricettive alberghiere ed extra alberghiere;
  • Locatori di unità immobiliari a uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche;
  • Locatori di unità immobiliari a uso abitativo destinate alle locazioni brevi.

Accanto a questi adempimenti, la recente circolare del Ministero dell’Interno rammenta l’obbligo di rimozione delle keybox, ovvero quelle cassette porta chiavi con codice segreto.

In queste casse, in pratica, i proprietari degli appartamenti vi lasciano le chiavi. L’obbligo della rimozione deriva dal fatto che le casse contrastano con le norme sulla sicurezza nazionali ed europee.

D’altra parte, si ritiene che questa stretta non aiuta i gestori autonomi di affitti brevi che rappresentano il 60% o il 70% degli alloggi. Questo è facilmente comprensibile. Capita spesso che i proprietari di casa non si trovino nel luogo in cui l’immobile viene affittato e poter lasciare la chiave nella keybox rappresentava un enorme vantaggio.

La circolare del Ministero dell’Interno impone anche il divieto di check-in a distanza, rendendo così inutile il ricorso a lucchetti e cassette.

Il CIN dovrà essere indicato nella CU e nelle dichiarazioni fiscali

Sarà obbligatorio indicare il CIN nelle dichiarazioni dei redditi e nella Certificazione Unica, secondo le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, con la pubblicazione dei provvedimenti di approvazione dei moduli.

Inoltre, il codice CIN sugli affitti brevi dovrà essere indicato anche nelle comunicazioni che devono essere trasmesse dagli esercenti attività di intermediazione immobiliare e dai gestori dei portali telematici.

Come ottenere il CIN affitti brevi

Il CIN si ottiene presentando la domanda sul portale del Ministero dello Sviluppo e del Made in Italy. Sullo stesso portale si presenta la domanda per aprire un’attività d’impresa, anche se si affitta una casa dove si vive e lo si fa, a volte, su Airbnb.

La domanda di registrazione si trasforma automaticamente in una dichiarazione di inizio attività, che viene inviata al Comune dove è accatastato l’immobile. Una volta presentata la richiesta, occorre attendere 30 giorni per ricevere una risposta da parte del Comune. Il via libera da parte dello Sportello Unico per le Attività Produttive è fondamentale per ottenere il Codice Identificativo Regionale (CIR), indispensabile per attivare il Codice Identificativo Nazionale (CIN).

Dal 1° gennaio, chi non adempie a questa normativa rischia sanzioni pecuniarie. Inoltre, piattaforme come Airbnb escludono automaticamente chi non è in regola, impedendo la possibilità di ricevere prenotazioni da parte dei clienti.

Questo processo, che garantisce maggiore trasparenza e sicurezza nel settore turistico, obbliga tutti gli operatori a conformarsi alle nuove disposizioni per evitare multe.

Le nuove regole sugli affitti brevi in pillole

Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi, che i gestori devono ottenere ed esporre. Il CIN dovrà essere indicato nelle dichiarazioni fiscali e nelle Certificazioni Uniche. Le strutture turistiche e gli immobili destinati a locazioni brevi devono registrarsi tramite il portale del Ministero dello Sviluppo e attendere l’approvazione comunale.

Le nuove regole includono l’obbligo di rimuovere le keybox, che contrastano con le normative sulla sicurezza, e il divieto dei check-in a distanza. Chi non adempie rischia sanzioni e l’esclusione da piattaforme come Airbnb.