Blake Lively trova la solidarietà anche di Kate Beckinsale nella sua denuncia per molestie sessuali contro Justin Baldoni, ennesimo caso di abusi emerso a Hollywood.
La star della saga “Underworld“, in realtà, fa molto di più, raccontando la sua personale esperienza con le violenze che gli uomini della Mecca del Cinema da sempre riservano alle loro controparti femminili. I dettagli raccontati dall’attrice mostrano un contesto nel quale le donne non hanno praticamente alcuna voce in capitolo su nulla e subiscono le decisioni determinate da maschi che abusano del loro potere professionalmente, psicologicamente e fisicamente.
La sua voce è solo l’ultima, in ordine di tempo, a essersi levata contro questi comportamenti che, a ogni nuova rivelazione, restituiscono l’agghiacciante verità di una prassi consolidata per decenni nell’ambiente del cinema hollywoodiano.
Kate Beckinsale al fianco di Blake Lively contro gli abusi di Hollywood
Un tunnel degli orrori che sembra non conoscere fine, quello delle violenze subite dalle donne di Hollywood. Dall’apertura del vaso di Pandora a seguito delle accuse contro Harvey Weinstein, le denunce di alcune tra le attrici più in vista della Mecca del Cinema si sono moltiplicate. Lo scenario che ne emerge è sempre più inquietante, soprattutto perché conferma che i comportamenti del produttore erano la regola e non l’eccezione nel cinema hollywoodiano.
L’ennesima conferma è arrivata con le recenti accuse di molestie sessuali che Blake Lively ha rivolto al collega Justin Baldoni e a sostegno dell’attrice si pronuncia adesso Kate Beckinsale.
In un video (ora rimosso) pubblicato sul suo profilo Instagram, l’attrice prende parola non tanto per esprimersi sulla vicenda (preferendo non farlo senza conoscere i dettagli) ma per denunciare il “muro di gomma” che l’industria ha sempre creato contro denunce simili. Un ostacolo insormontabile contro il quale lei stessa racconta di essersi scontrata molte volte.
Il filmato della Beckinsale presenta circa cinque minuti di fatti che vanno dal disgustoso al raccapricciante. Si inizia con il collega perennemente ubriaco e incapace di memorizzare le sue battute, facendo perdere tempo a lei e agli altri membri della troupe e impedendole di tornare a casa in tempo la sera per vedere sua figlia. Alle sue lamentele, la produzione non rispose permettendo così che venisse presa di mira sul set, dove cominciarono a darle della t***a e della p*****a.
Si passa, poi, alle violenze fisiche che vanno dai rigidi regimi alimentari e di allenamento che, in due occasioni, la portarono a perdere le mestruazioni, fino a vere e proprie lesioni provocate da un co-protagonista violento durante le riprese. E anche in questo caso, con le risonanze magnetiche a provare la violenza subita, il risultato ottenuto è stato l’essere “incolpata e ostracizzata” all’interno del set.
Infine, si arriva all’orrore puro quando Beckinsale ricorda di essere stata “costretta da una pubblicitaria” a fare un servizio fotografico dopo aver avuto un aborto.
“Le dissi che non potevo, che stavo sanguinando dopo l’aborto e che non volevo cambiarmi davanti a persone che non conoscevo e fare un servizio fotografico e lei mi rispose soltanto che dovevo farlo altrimenti sarei stata denunciata”.
Justin Baldoni, revocato il premio ricevuto per il suo sostegno alle donne
L’attrice di “Pearl Harbor” dichiara, infine, che tutto ciò “va avanti da sempre” e che, nonostante si dica spesso che le cose stanno cambiano a Hollywood, “non è affatto così, c***o!“
La solidarietà contro questi episodi, infatti, non è sempre sincera, come ha denunciato la star di “Euphoria” Sydney Sweeney alcune settimane fa. Per questo sembrano sempre più necessarie alcune prese di posizione da parte del sistema stesso contro uomini e comportamenti simili.
Un primo passo, in questo senso, arriva dall’organizzazione no profit Vital Voices, che il 21 dicembre 2024 ha deciso di revocare il Voices of Solidarity Award conferito proprio a Justin Baldoni. Un premio assegnato a quegli “uomini eccezionali che hanno dimostrato coraggio e compassione nella difesa delle donne” e riconosciuto all’attore il 9 dicembre 2024.
In un comunicato, l’associazione spiega che la decisione che è stata presa deriva dall’analisi delle denunce nei confronti di Baldoni da cui emergono comportamenti “contrari ai valori di Vital Voices e allo spirito del premio“.
Statement by Vital Voices on decision to rescind Voices of Solidarity award. pic.twitter.com/nWabsUqHOB
— Vital Voices (@VitalVoices) December 23, 2024
Kate Beckinsale è su Prime Video con lo spionistico “Canary Black”
Qualcosa sembra, dunque, muoversi a Hollywood, sebbene i racconti di Kate Beckinsale e delle altre attrici che l’hanno preceduta confermino quanto sia ancora lunga la strada da compiere per estirpare un male tanto radicato nell’ambiente.
A livello professionale, intanto, l’attrice continua a confermarsi una star di prima grandezza nel genere action, del quale è diventata un vero e proprio simbolo grazie al ruolo della vampira Selene nella serie “Underworld“.
La sua ultima fatica è la pellicola “Canary Black“, distribuita su Prime Video a partire dal 24 ottobre 2024. Una storia di spionaggio nella quale l’attrice interpreta l’agente della Cia Avery Graves, ricattata da alcuni terroristi che vogliono che tradisca il suo Paese per salvare la vita di suo marito, da loro preso in ostaggio.
La pellicola, pur non ricevendo un’accoglienza favorevole dalla stampa, con solo il 18% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, è stata comunque in grado di entrare nella Top Ten dei film più visti in streaming nella prima settimana di diffusione online, dal 24 al 30 ottobre, piazzandosi all’ottavo posto.
Nelle pellicole d’azione, dunque, Kate Beckinsale ha trovato l’ambiente ideale per esprimere una forza d’animo che, evidentemente, la caratterizza anche nella vita reale. Una fermezza e un coraggio di cui le donne di Hollywood dimostrano di aver bisogno per resistere alle ingiustizie subite in quel luogo solo in apparenza “da sogno” e, forse, riuscire a rimuoverle una volta per tutte.
Conclusioni
- Solidarietà e denunce contro gli abusi a Hollywood: Kate Beckinsale esprime il suo sostegno a Blake Lively, che ha accusato l’attore Justin Baldoni di molestie sessuali, e denuncia pubblicamente le violenze e le discriminazioni che le donne subiscono a Hollywood. Beckinsale racconta esperienze personali di abusi psicologici, fisici e professionali da parte di colleghi e produttori, descrivendo un ambiente dominato dalla cultura del silenzio e dall’abuso di potere;
- Un sistema di potere misogino e violento: Beckinsale descrive come le donne vengano ostacolate e abusate all’interno dell’industria cinematografica, raccontando episodi di maltrattamenti fisici e psicologici, come regimi alimentari estremi, violenze fisiche sul set e l’obbligo di lavorare dopo un aborto. Nonostante le denunce, il sistema di Hollywood rimane ostile verso le vittime, impedendo loro di ottenere giustizia;
- Conseguenze e speranze per il cambiamento: la decisione dell’associazione no profit Vital Voices di revocare a Justin Baldoni un premio per il suo supporto alle donne è un primo segnale di un possibile cambiamento nel settore. Tuttavia, la strada per eliminare la cultura degli abusi a Hollywood è ancora lunga, come dimostrano le testimonianze di attrici come Beckinsale e Lively, che continuano a lottare per la giustizia e per un ambiente più sicuro per le donne.