Sono passati 36 anni dalla scomparsa di Anna Assunta Valente, 38enne di Mileto, in provincia di Vibo Valentina, in Calabria.

Per un breve periodo, la donna si era trasferita a Torino per inseguire il sogno di diventare maestra elementare di ruolo, lavorando in alcune supplenze presso l’istituto.

Con il passare del tempo, il suo desiderio svanì lentamente a causa dei lunghi tempi burocratici necessari per realizzare il suo obiettivo.

Delusa dall’esperienza torinese e ormai caduta in un profondo stato depressivo, venne ricoverata in una struttura sanitaria locale.

Le terapie farmacologiche prescritte dai medici non sortirono alcun effetto, e fu necessario il suo ritorno nel paese di origine, dove venne accudita dall’amorevole madre.

La scomparsa della 38enne

Nei mesi successivi, rientrata a Mileto, le condizioni di Anna peggiorarono drasticamente, rendendo necessario un ricovero d’urgenza all’interno di un ospedale psichiatrico della zona, nel tentativo di salvaguardare la sua già precaria salute mentale.

La giovane, a malincuore, fu costretta a separarsi dalla madre e dai suoi familiari, nella speranza di risolvere i suoi problemi e ricominciare una vita serena.

Tuttavia, per la seconda volta, le cure dei medici non offrirono alcun beneficio alla donna, ormai entrata in una spirale oscura senza apparente via d’uscita.

Il primo luglio 1989, per motivi ignoti, Anna Valente abbandonò il nosocomio portando via con sé soltanto poco denaro. Fu l’inizio di un mistero ancora oggi senza alcuna risposta.

L’inizio delle ricerche

“Come è riuscita Anna a eludere i controlli della struttura? Possibile che nessuno si sia accorto dei suoi spostamenti? Dove può essere andata senza documenti d’identità?”.

È ciò che si chiedono i familiari, che ne denunciarono tempestivamente la sparizione alle forze dell’ordine, nella speranza di ritrovarla sana e salva nel minor tempo possibile.

Gli inquirenti intrapresero un intenso lavoro di ricerca nei pressi dell’ospedale, setacciando anche boschi, campagne e le località limitrofe alla vicenda.

Tra le piste varate all’epoca dagli agenti: un potenziale rapimento da parte di un malintenzionato, un malore o un mero allontanamento volontario.

È però giusto precisare che la donna non era nelle facoltà psicofisiche per intraprendere una scelta così drastica, né di muoversi autonomamente.

Questo caso ricorda in parte quello di Paolo Tetta, 74enne scomparso da Foggia il 29 ottobre 2024, uscito dall’ospedale Policlinico Riuniti e ritrovato privo di vita il 18 dicembre.

L’uomo, seduto su una barella del pronto soccorso, dopo un incidente stradale, è uscito dalla clinica e non è più rientrato. Nessuno dei medici, degli infermieri e del personale sanitario si era accorto della sua sparizione.

Il silenzio dei media e delle istituzioni

Negli anni successivi, le indagini non portarono a nessun risultato concreto e il caso subì una battuta d’arresto.

Nessuno si è più interessato alla storia di Anna, dimenticata nel più totale silenzio dei media e delle istituzioni.

I familiari della donna, però, non si arresero continuando autonomamente le ricerche con determinazione e coraggio, nella speranza di ottenere finalmente una risposta e la verità, qualunque essa sia, seppur dolorosa e lontana da un lieto epilogo.

I numeri da chiamare in caso di avvistamento

Chiunque abbia notizie relative alla donna è invitato a chiamare tempestivamente il servizio d’emergenza al 112 o di fornire, informazioni utili, anche anonime, sul suo stato di salute alla pagina Facebook “Missing People Italy“.

Anna, capelli neri lunghi, pelle e carnagione olivastra, potrebbe aver modificato il proprio aspetto per rendersi meno riconoscibile.

Sebbene sia una scelta legittima, i familiari desiderano solo avere notizie per mettere fine a un angoscia che perdura quasi da 40 anni.

Ogni segnalazione può fare la differenza per risolvere questo giallo e restituire pace a parenti, amici, conoscenti che vivono nell’incertezza da troppo tempo.