Anno nuovo, sfide nuove. Il governo di Giorgia Meloni ha chiuso il 2024 con l’approvazione della legge di bilancio, lo scorso sabato 28 dicembre, ma ha davanti un anno con ben sei elezioni regionali e due referendum che potrebbero essere fondamentali per la tenuta dell’esecutivo nazionale. Il governo si appresta a entrare nel suo terzo anno di vita, un risultato che secondo molti non era neanche lontanamente auspicabile e vuole continuare a mettere in campo riforme per il Paese.
Decisivi saranno due referendum. Il primo è quello che probabilmente riguarderà l’autonomia differenziata, il dl Calderoli è stato portato avanti dalla Lega e osservato con molta cautela da parte delle altre anime del centrodestra. C’è il timore che questa riforma possa portare a un calo di consensi nel sud – dove, tra l’altro, quest’anno si andrà alle urne in Puglia e in Campania. Non è da meno il referendum sulla cittadinanza che ha portato già a una spaccatura all’interno della maggioranza: se da una parte Lega e Fratelli d’Italia difendono l’attuale sistema, dall’altra Forza Italia insiste sulla necessità di un cambio.
Resta aperto il capitolo Codice della Strada e quello sul ddl Sicurezza. La riforma fortemente voluta dal vicepremier Matteo Salvini potrebbe essere modificata a un mese dalla sua entrata in vigore. Gennaio sarà anche il mese del ddl Sicurezza, contestato anche dal Consiglio d’Europa e dal commissario per i diritti umani Michael O’Flaherty. Un anno di sfide, al quale si aggiunge anche il Giubileo 2025.
Le vecchie e nuove sfide del governo Meloni per il 2025
Un’agenda già piena e il 2025 è iniziato solo da poche ore. Dopo un dicembre fitto di impegni, il governo Meloni si appresta ad affrontare un nuovo anno – forse il più difficile dal 2022. La premier si trova di fronte a 365 giorni pieni di sfide che determineranno se gli italiani hanno ancora fiducia nel suo governo. Gennaio, prima di tutto, sarà un mese fondamentale per due riforme volute fortemente dall’esecutivo nazionale: il codice della strada e il ddl Sicurezza. Mentre il primo è stato approvato ed è entrato in vigore lo scorso mese, il secondo ha davanti a sé una strada molto più lunga e tortuosa.
Il codice della strada, a poche ore dall’entrata in vigore, ha destato subito polemiche per le norme troppo restrittive contenute al suo interno. In particolare fa discutere il trattamento riservato a chi assume farmaci a base di THC che rischia multe e ritiro della patente. Entro il 20 gennaio sarà convocato un tavolo tecnico a riguardo e potrebbero esserci ulteriori modifiche al testo già in vigore.
Attesa più lunga per quanto riguarda il ddl Sicurezza. Il pacchetto di misure, che ha destato tantissimo scalpore nell’opposizione, è fermo ed è una delle prime questioni che andrà risolta nei più brevi tempi possibili. Di recente anche Forza Italia ha ribadito che il testo era migliorabile rallentandone così l’iter. Non mancano poi le polemiche da parte del Consiglio d’Europa per l’impatto che il ddl Sicurezza potrebbe avere sui cittadini. In breve: c’è ancora tanto da fare, forse a gennaio potrebbe arrivare una risposta anche sul contestato disegno di legge.
I referendum e le grandi opere: la sfida al “no”
Cittadinanza, autonomia differenziata, separazione delle carriere ma anche il Ponte sullo Stretto. La lotta del governo Meloni è contro le due lettere che spesso hanno compromesso la stabilità dei governi negli anni passati e che potrebbero essere anche in questo caso fatali: il “no”. Le due sfide fondamentali riguardano i referendum sulla cittadinanza e sull’autonomia differenziata. Il primo punta a facilitare l’ottenimento della cittadinanza per gli stranieri residenti in Italia mentre il secondo si oppone al dl Calderoli.
Il referendum sulla cittadinanza potrebbe non costituire un grande problema per il governo in caso di vittoria del “sì” mentre restano preoccupanti le previsioni intorno alla legge sull’autonomia differenziata che potrebbe far vacillare il governo. A gennaio dovrebbe arrivare la risposta della Corte Costituzionale riguardo a un possibile referendum.
A queste si legano anche altre sfide, quella sul premierato e su una possibile riforma sulla magistratura: sfide annunciate da tempo da Meloni ma che a oggi sono rimaste per lo più promesse incompiute. La riforma del premierato sembra quasi essere caduta nel dimenticatoio, schiacciata da tante altre urgenze per il Paese. Sulla separazione delle carriere è arrivato negli scorsi giorni il parere contrario del Csm. Questo tema sarà oggetto di discussione nel plenum di Palazzo Bachelet il prossimo 8 gennaio.
Ancora fermi i lavori per il Ponte sullo Stretto. Il ministro dei Trasporti Salvini, lo scorso 30 dicembre, ha anticipato che passi in avanti decisivi saranno fatti nei prossimi mesi quando arriveranno i via libera necessari. Ancora troppi gli ostacoli per la costruzione della grande opera della quale si parla da 52 anni.
Elezioni e Giubileo: il governo alla prova
Sei regioni al voto e un evento di grandi dimensioni che coinvolgerà la Capitale. Nell’anno del Giubileo andranno alle urne sei Regioni mentre il voto nei comuni sarà probabilmente spostato al 2026. Campania, Veneto, Marche, Valle d’Aosta e Toscana saranno le nuove sfide per il governo Meloni. Difficile riuscire a ottenere un risultato convincente in Campania e in Toscana, dove il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico hanno ottenuto negli ultimi anni risultati incoraggianti.
Il Veneto risulta un’incognita ma dovrebbe restare, almeno secondo le previsioni nelle mani del centrodestra. Partita aperta in Valle d’Aosta e nelle Marche, proprio in quest’ultima Regione Fratelli d’Italia ha portato alla presidenza il suo esponente Francesco Acquaroli cinque anni fa.
In un contesto di elezioni, referendum e riforme da portare a compimento si inserisce anche il Giubileo. Il governo giocherà una partita fondamentale su questo evento. Il ministro dei Trasporti ha stipulato oltre due mesi fa un accordo con diverse sigle sindacali per evitare “scioperi selvaggi” come quelli visti nel 2024 contro la legge di bilancio ma non tutti hanno sottoscritto l’accordo.
Una cosa è certa: il 2025 sarà un banco di prova fondamentale per il governo Meloni, forse l’anno più impegnativo dal 2022.
Le sfide del governo Meloni nel 2025 in tre punti
- Sfide legislative e referendarie: Il governo Meloni si prepara ad affrontare un anno cruciale con due referendum (autonomia differenziata e cittadinanza) e riforme significative, come il codice della strada e il ddl Sicurezza. Queste iniziative sono già fonte di polemiche, sia interne alla coalizione che con l’opposizione e le istituzioni europee.
- Elezioni regionali e stabilità politica: Sei regioni andranno al voto nel 2025 (tra cui Campania, Toscana e Veneto), costituendo un test importante per il governo. Le dinamiche elettorali e il possibile calo di consensi in alcune aree del sud rappresentano una sfida per la tenuta della maggioranza.
- Progetti strategici e il Giubileo 2025: Il Ponte sullo Stretto e il Giubileo sono tra le priorità del governo, con il secondo che rappresenta un’opportunità ma anche una responsabilità organizzativa enorme. Il governo punta a mantenere stabilità sociale ed evitare scioperi che possano compromettere il successo dell’evento.