Per comprendere il ruolo del centro bisogna osservare quanto accaduto nel congresso di Roma di “Noi Moderati” dello scorso primo dicembre. Un evento importante durante una fase molto fragile per il governo Meloni. La kermesse organizzata dal partito centrista ha permesso un confronto tra i due vicepremier in conflitto su diversi ambiti: il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e quello degli Esteri Antonio Tajani.

Il centro contribuisce, ormai da due anni, alla stabilità del governo Meloni. I voti dei moderati permettono non solo di arginare derive più estremiste ma anche di indirizzare l’operato dell’esecutivo nazionale. Non è un caso che spesso ci si preoccupi del ruolo del centro all’interno della coalizione: la perdita dei consensi dei moderati potrebbe essere un serio problema per il governo Meloni.

Un’Europa liberale e che tenga ancora saldo il legame stretto con la firma del Patto Atlantico. Questi sono gli obiettivi del centro che spesso vanno a scontrarsi con istanze molto meno moderate che arrivano da altri partiti che fanno parte della coalizione di governo. Il centro ha davanti a sé sfide fondamentali per questo 2025 e l’anno nuovo potrebbe essere un’occasione per portare linfa nuova al governo e far capire quanto la voce dei moderati sia fondamentale.

Il centro e il governo Meloni: quali ambizioni future?

Per certi versi è la voce dissidente nel governo Meloni, per altri è l’unico antidoto alle istanze populiste e sovraniste che animano alcune parti dell’esecutivo nazionale e che possono costituire un pericolo per il futuro dell’Italia. Quando oltre due anni, il 25 settembre 2022, le urne hanno premiato il centrodestra è parso subito chiaro che il governo avrebbe avuto una “doppia anima”: una maggiormente legata alla destra radicale, appartenente a Fratelli d’Italia e Lega, e una moderata – legata a Forza Italia, Noi Moderati e tante altre realtà centriste.

Cosa dovrà fare il centro nel 2025? Mantenere il suo ruolo di arbitro, capace di dirimere in alcuni casi le controversie all’interno della maggioranza per garantire la stabilità del governo Meloni e dimostrare che i moderati hanno un peso importante e contano ancora molto nella coalizione di centrodestra nonostante ci si ostini a definire l’attuale esecutivo come “il governo più a destra della storia d’Italia”.

C’è anche Alternativa Popolare all’interno della coalizione di centrodestra. Il presidente di AP, Paolo Alli, era presente ad Atreju 2024 lo scorso 12 dicembre ed ha ringraziato il segretario nazionale Stefano Bandecchi e gli alleati per l’invito. Un discorso ribadito in un’intervista, poco prima dell’intervento di Alli dal palco di Atreju, in esclusiva a Tag24.

Le sfide nel 2025: cosa aspettarsi dal centro

Meloni ci sta facendo crescere” ha affermato Maurizio Lupi in un’intervista a Repubblica dello scorso 20 settembre. Sarà proprio il 2025 a dimostrare se questa affermazione è vera o meno: Noi Moderati, e più in generale tutto il centrodestra, si troverà di fronte a sei elezioni regionali e due referendum che potrebbero minare l’operato del governo Meloni. Sarà fondamentale per l’anno che verrà lavorare sui territori per garantire quanti più consensi possibili.

Nel 2025 si voterà in Toscana, Campania, Marche, Valle d’Aosta, Veneto e Puglia. Per il centrodestra sarà fondamentale mantenere le Marche, conquistate nel 2020, e il Veneto – storico fortino dei partiti della maggioranza di governo. Sfida difficile in Toscana, regione da sempre rossa, e in Puglia e Campania. Proprio in questi territori, il centro potrebbe giocare un ruolo fondamentale grazie alla sua presenza nei piccoli centri.

I moderati saranno dalla parte di Meloni quando sarà il momento di recarsi alle urne per i referendum? Lo scorso 22 agosto, il leader di Forza Italia Tajani ha lasciato intendere che sulla cittadinanza andrebbero compiuti passi in avanti dicendosi favorevole allo Ius Scholae. Noi Moderati non ha esitato a seguire la luce del faro centrista e ha espresso un parere conforme alle parole del vicepremier. Il segnale che il centro potrebbe compiere una scelta differente da quelle di Lega e Fratelli d’Italia quando ci si dovrà recare alle urne?

Maggiore prudenza sull’autonomia differenziata. Mentre la Lega ritene che il dl Calderoli sia un passo in avanti, Forza Italia e Noi Moderati sono stati più cauti. Lupi, lo scorso 5 luglio, ha spiegato che la riforma non costituirà un salto nel buio e ha invitato il centrosinistra a non promuovere un clima di paura.

I consensi e l’apporto alle regionali 2024

Noi Moderati registra l’1,1% nelle intenzioni di voto. Questo rivela l’ultimo sondaggio di YouTrend del 2024, datato 30 dicembre. Un risultato incoraggiante rispetto al 2022 ma ancora troppo basso se si dovesse tornare domani alle urne: proprio da questi dati deve ripartire il centro per trovare una strategia per aumentare i consensi e coprire quel vuoto del quale molti moderati segnalano la presenza nella politica italiana.

Incoraggianti i risultati alle regionali del 2024. In Sardegna, la lista centrista Centro Venti20 ha raccolto il 5,49% dei consensi mentre in Abruzzo il centro ha raggiunto il 3% dei voti. Meno bene in Piemonte, dove l’apporto alla rielezione di Cirio è stato quasi ininfluente. Buoni i risultati di Alternativa Popolare e di Unione di Centro in Liguria dove l’ex sindaco di Genova Marco Bucci ha vinto le elezioni regionali. In Umbria – nonostante la sconfitta del centrodestra – Noi Moderati, Udc e AP hanno portato oltre il 5% dei consensi a Donatella Tesei. Risultato non dissimile da quello registrato in Emilia Romagna dove Noi Moderati ha corso assieme a Forza Italia.

Positivi i risultati nelle elezioni amministrative dove spesso i partiti di centro hanno corso assieme ai forzisti confermando che questo binomio ripaga. Sarà proprio dai piccoli centri, spesso roccaforti invisibili dei moderati, che bisognerà ripartire per il 2025.

Gli obiettivi del centro nel 2025 in tre punti

  • Ruolo centrale dei moderati nel governo Meloni: Il centro gioca un ruolo cruciale nella stabilità del governo, fungendo da arbitro tra le anime radicali e moderate della coalizione di centrodestra. Contribuisce a prevenire derive estremiste e a orientare le politiche verso obiettivi più condivisibili, come un’Europa moderata e liberale e il mantenimento del Patto Atlantico.
  • Sfide politiche nel 2025: Il centro sarà decisivo nelle sei elezioni regionali (Toscana, Campania, Marche, Valle d’Aosta, Veneto e Puglia) e nei due referendum previsti. Dovrà rafforzare la sua presenza nei piccoli centri e mantenere il ruolo di mediatore su temi come autonomia differenziata e cittadinanza, dove le posizioni divergono all’interno della coalizione.
  • Consensi e prospettive future: Nonostante i moderati abbiano registrato segnali di crescita nelle intenzioni di voto e buoni risultati alle elezioni regionali e amministrative del 2024, il loro consenso resta limitato. È fondamentale lavorare su una strategia per aumentare il peso politico e continuare a contribuire alla tenuta della coalizione.