Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, a quando il mondo è rimasto incollato con il processo dell’anno, quello fra l’attrice di “Aquaman” Amber Heard e il Jack Sparrow di “Pirati dei Caraibi” Johnny Depp.
E se la disputa legale fra Depp e Heard per violenza domestica ha segnato il 2023, il nuovo caso fra gli attori protagonisti di “It Ends with Us“, Blake Lively e Justin Baldoni, è la notizia del 2024. Dopo una travagliata campagna pubblicitaria, in cui i due hanno promosso separatamente il film, adesso l’attrice di “Adaline” ha denunciato il collega per molestie sessuali.
Come accaduto per Heard-Depp, anche sulla controversia Lively-Baldoni si sono opposti due schieramenti, a favore dell’una o dell’altra parte. Non solo da parte dei fan, quindi, ma anche altri attori hanno parlato a supporto di Lively o Baldoni.
Blake Lively contro Justin Baldoni, il caso nell’occhio del ciclone
Dopo le dichiarazioni delle colleghe di “4 amiche e un paio di jeans“, America Ferrera, Amber Tamblyn e Alexis Bledel e il supporto del marito Ryan Reynolds, Blake Lively vede i suoi sostenitori aumentare di giorno in giorno, con anche l’italiano Michele Morrone, che reciterà con lei in “Un piccolo favore 2“.
Le pesanti accuse di molestie sessuali e della gigantesca “campagna diffamatoria” ai suoi danni, da parte dell’attrice contro Justin Baldoni, volto noto per “Jane the Virgin“, hanno sconvolto e scioccato il grande pubblico.
Da anni, infatti, la violenza domestica e sessuale all’interno di Hollywood è finita nel mirino della cronaca statunitense e non solo. A cominciare proprio con i casi Weinstein, Depp-Heard, P. Diddy e adesso Lively-Baldoni.
Il caso pare essere esploso dopo alcune affermazioni dell’attrice al New York Times, in cui spiegava di voler solamente “svelare il sipario su tattiche di ritorsione volte a danneggiare chi trova il coraggio di denunciare le molestie“. Immediata la replica di Justin Baldoni e del suo team legale, che ha tacciato di falsità le accuse a lui rivolte e definendole un “mero tentativo di ristabilire la sua [di Lively ndr.] reputazione“.
Per Justin Baldoni e i suoi legali, quindi, la tattica di Blake Lively consisterebbe nello screditare l’attore agli occhi del pubblico e, contemporaneamente, “appianare” le critiche a lei mosse durante la fase di pubblicizzazione del film “It Ends with Us“.
L’attrice, infatti, è stata definita piuttosto “superficiale” nel trattare il delicato tema della violenza domestica – appunto – contenuto nel romanzo di Colleen Hoover dal quale è stata adattata la pellicola. Per i fan Lively non sarebbe riuscita a cogliere la gravità del tema, sponsorizzando da un punto di vista completamente sbagliato il film, al contrario, invece, di Baldoni, che ha improntato la sua campagna proprio sulla prevenzione della violenza domestica.
La “ricerca della verità” di Justin Baldoni
Oltre a smentire le accuse di Blake Lively, l’avvocato di Justin Baldoni, Bryan Freedman, ha rilasciato alcune dichiarazioni, sostenendo che le azioni legali da parte del loro Studio non sarebbero semplicemente una “controquerela”, bensì la “ricerca della verità“:
Non ho mai assistito a un comportamento così immorale, alimentato da chi abusa del proprio potere e manipola la verità. Non si tratta di una risposta o di una controdenuncia, ma di una deliberata ricerca della verità
Così, dalle pagine di People, Freedman ha fatto sapere che la causa che vede coinvolti Justin Baldoni e Blake Lively avrà, soprattutto, l’obiettivo di appurare la realtà delle cose e “smascherare coloro che si credono intoccabili“. Inoltre, ha continuato duramente l’avvocato, le loro azioni serviranno anche a smentire i “falsi” messaggi trapelati sulle pagine del New York Times, dove Baldoni e la PR Jennifer Abel avrebbero “cospirato” ai danni dell’attrice di “Gossip Girl“.
Così, Freedman ha aggiunto:
In oltre trent’anni di professione legale, non ho mai assistito a un comportamento così poco etico, alimentato da chi abusa del proprio potere e manipola la verità. Non si tratta di un caso isolato, ma di uno schema ricorrente a Hollywood e nei media mainstream, dove carriere e reputazioni vengono distrutte per mantenere il controllo.
I media tradizionali hanno da tempo usato le loro piattaforme come armi per distorcere la verità, sfruttare le vulnerabilità e distruggere vite umane senza che se ne debba rendere conto. Queste azioni legali affronteranno di petto questo sistema, assicurando che nessun individuo o entità, per quanto influente, possa continuare a perpetuare questo ciclo di paura e distruzione
La testimonianza della PR Jennifer Abel
Anzi, la stessa Abel, la scorsa settimana, ha parlato in difesa di Baldoni, dando la sua versione dei fatti e puntando il dito contro Blake Lively e il suo team, etichettati come i aggressori:
Ciò che i messaggi scelti non includono, anche se non è sconvolgente perché non si adatta alla narrazione, è che non è stata attuata alcuna “diffamazione”. Non è mai stata favorita la stampa negativa, non c’è stato un piano di lotta sociale, anche se eravamo preparati a questo, perché è nostro compito essere pronti a qualsiasi scenario. Ma non abbiamo dovuto implementare nulla perché internet stava facendo il lavoro per noi.
Certo, ne abbiamo parlato, abbiamo valutato se avessimo bisogno di determinate cose, abbiamo segnalato gli account che dovevamo monitorare, abbiamo lavorato con un team social che ci aiutasse a rimanere in cima alla narrazione in modo da poter agire rapidamente se necessario, e sì, abbiamo gioito e scherzato sul fatto che i fan stessero riconoscendo il cuore e il lavoro dei nostri clienti senza che noi dovessimo fare altro che tenere la testa bassa e concentrarci sulle interviste positive per il nostro cliente
La PR, infatti, ha continuato dicendo che lei e il team, compreso lo stesso Baldoni, non hanno fatto null’altro che “scherzare” sulla questione esplosa fra i fan sul web. Non solo, “Abbiamo scherzato in privato l’uno con l’altro sul feedback di Internet alla donna il cui team ci stava rendendo la vita incredibilmente difficile nel corso della campagna“.
La versione di Blake Lively
Dal 20 dicembre scorso, è finito sul tavolo del giudice un faldone di ben 80 pagine contenenti la denuncia per molestie sessuali subite da Blake Lively, durante le riprese di “It Ends with Us“ e che tirano nuovamente in gioco il passato di dipendenza da pornografia dell’attore Justin Baldoni.
Numerosi, quindi, gli inviti da parte dell’attrice e dei suoi sostenitori a leggere accuratamente i reclami contro l’attore. In particolare, nel fascicolo si legge:
Baldoni – un padre sposato di due figli che in numerose interviste si è presentato come alleato delle donne e dei sopravvissuti agli abusi domestici – è entrato senza invito nella sua roulotte per il trucco mentre lei stava allattando; ha parlato di una precedente dipendenza dalla pornografia; ha alluso a passati incontri sessuali non consensuali e ha chiesto a Lively di rivelare dettagli della propria “vita intima”
Fra le azioni più gravi compiute da Baldoni figurerebbe anche l’episodio in cui lui avrebbe costretto “improvvisamente” Blake Lively a “simulare una nudità integrale” in una scena di parto. In un altro momento, invece, le avrebbe “morso e succhiato” il labbro inferiore dopo averla costretta a improvvisare altri (numerosi) baci.
Infine, Justin Baldoni avrebbe “degradato abitualmente la signorina Lively trovando modi retrogradi per criticare il suo corpo e il suo peso“, sottolineando, anche che “i commentatori dei social media dicevano che la signorina Lively sembrava vecchia e poco attraente sulla base delle foto dei paparazzi dal set“.
Sempre per il New York Times, l’attrice ha rilasciato un’intervista nella quale commetava la sua decisione di intraprendere le vie legali contro il suo co-protagonista. Sulle pagine del giornale statunitense, perciò, il 21 dicembre scorso è apparso un articolo nel quale Lively ha dichiarato: “Spero che la mia azione legale contribuisca a far calare il sipario su queste sinistre tattiche di ritorsione ai danni delle persone che denunciano comportamenti scorretti e contribuisca a proteggere altri che potrebbero essere presi di mira“.
In conclusione: Blake Lively contro Justin Baldoni, quale verità?
Dall’inizio della campagna di marketing di “It Ends with Us” e dall’articolo del New York Times le cose non si sono messe bene, però, né per Blake Lively né per Justin Baldoni. La prima ha attirato su di sé un numero sempre crescente di critiche da parte del pubblico, che ne ricorda i numerosi episodi di bullismo. Baldoni, invece, è stato lasciato dall’agenzia di talent WME, che però continuerà ad avere l’attrice fra i suoi clienti.
La ricerca della verità, dunque, sembra sempre più in salita, mentre le due parti si scontano a suon di smentite e denunce, tant’è ch l’avvocato dell’attore, Freedman, sulla questione ha dichiarato:
Questa causa porterà alla luce ed esporrà la narrazione falsa e distruttiva che è stata intenzionalmente architettata da una pubblicazione mediatica affidabile che si è affidata a fonti nefaste e ha trascurato un processo di fact checking approfondito per confermare la validità di questi testi. Esiste una collezione insormontabile di prove autentiche, tra cui linee temporali e comunicazioni, che non sono state ritoccate o unite senza contesto, a differenza dell’articolo alterato [del New York Times ndr.] pubblicato sabato 21 dicembre 2024.