L’avanzata dei ribelli siriani di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e i suoi alleati, avviata il 27 dicembre, si è conclusa con la conquista della capitale Damasco. Il regime della dinastia Assad in Siria, esistito per diversi decenni, si è concluso dopo 13 anni di guerra civile con l’azione militare dei jihadisti.

La comunità internazionale ha prontamente chiesto ai nuovi governanti della Siria di gettare le basi per un’amministrazione inclusiva. La Siria si trova in una regione caratterizzata da equilibri complessi, che è spesso teatro di guerre o dispute territoriali. Il paese, inoltre, è multietnico e plurireligioso ed è uscito da un conflitto decennale. Queste caratteristiche richiederanno un lavoro magistrale per la ricostruzione.

I nuovi governanti della Siria, un tempo noti come jihadisti, oggi si presentano sotto una veste più moderata e saranno loro a determinare il futuro del paese per un periodo prolungato, come dichiarato dal leader de facto Ahmed al-Sharaa. Le elezioni? Rimandate già di alcuni anni.

La ricostruzione della Siria

Il panorama politico della Siria sta prendendo forma. Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, è insediato un governo ad interim alla guida del paese mediorientale per tre mesi.

Ahmed al-Sharaa, noto come Abu Mohammed al-Jolani, ha dichiarato in un’intervista ad Al Arabiya che Hayat Tahrir al-Sham sarà sciolta durante una conferenza di dialogo nazionale. Il leader de facto della Siria ha inoltre affermato che la stesura di una nuova costituzione potrebbe richiedere fino a tre anni:

Aspiriamo a creare una costituzione che duri il più a lungo possibile, e questo è un compito lungo e impegnativo.

Il leader ad interim del paese ha affermato che i primi risultati del lavoro della nuova leadership saranno visibili entro un anno.

Quando si terranno le elezioni in Siria?

La comunità internazionale nutre alte aspettative per il futuro della nuova Siria, invocando un governo inclusivo. Il leader dell’HTS ha lasciato intendere che la nuova leadership cercherà di evitare divisioni. Tuttavia, solo il tempo dirà se queste promesse soddisferanno le aspettative dell’Occidente.

La recente nomina del ministro della Difesa, proveniente dal vertice dell’Hts, ha suscitato polemiche sulla predominanza del gruppo sunnita nel governo. Al-Sharaa ha affermato:

Le attuali nomine erano essenziali per il periodo e non intendevano escludere nessuno.

Al-Sharaa ha dichiarato che sono in corso trattative con le SDF per integrare le forze curde nell’esercito nazionale ribadendo l’unità della società siriana. Ha respinto così ipotesi di spartizione.

Al Sharaa, per la prima volta, ha parlato del futuro democratico del paese e del calendario elettorale. In un’intervista ad Al Arabiya, ha dichiarato che le elezioni potrebbero tenersi entro quattro anni.

Relazioni con altri paesi

La Siria è storicamente un alleato di lungo corso della Russia, rendendo inevitabile una domanda sul futuro delle relazioni con Mosca. Attualmente, la Russia mantiene due basi militari nel paese: una navale a Tartus e una aerea a Latakia. Al-Sharaa ha sottolineato che la Siria condivide interessi strategici con la Russia. Ha evidenziato che le relazioni bilaterali dovranno soddisfare interessi comuni.

La nuova leadership siriana mira a ricostruire le relazioni con gli Stati Uniti. Washington sembra guardare con ottimismo al percorso intrapreso dalla Siria. La rimozione della taglia di 10 milioni di dollari su al-Sharaa ne è una chiara dimostrazione. Il prossimo obiettivo del governo siriano è ottenere la revoca delle sanzioni statunitensi durante l’amministrazione di Donald Trump.

La transizione dal regime di Assad alla nuova amministrazione, sebbene ancora in fase embrionale, segna un cambiamento significativo nel panorama politico del paese. Le promesse di inclusività sono ambiziose ma il cammino verso una Siria unita e pacificata appare lungo. La comunità internazionale, pur riconoscendo i segnali di apertura della nuova leadership siriana, rimane cauta, consapevole che solo il tempo potrà dire se le parole di unità si tradurranno in azioni concrete. La speranza di una ricostruzione autentica rimane viva, anche se incerta.