Il “pandoro gate” è archiviato: almeno per quanto riguarda la vertenza targata Codacons. È stato infatti raggiunto un accordo tra l’influencer Chiara Ferragni, l’associazione dei consumatori e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, come comunicato oggi, 28 dicembre 2024. L’imprenditrice digitale verserà una somma di denaro per risarcire gli acquirenti del pandoro “Pink Christmas“, commercializzato nel 2022. Inoltre donerà 200mila euro a favore di un ente che si occupa di tutelare le donne vittime di violenza.
Un “gesto positivo” per ma anche “un impegno per il futuro”, come sottolinea a TAG24 l’avvocato Marco Ramadori, presidente Codacons. Ma a quanto ammonta questo risarcimento? Chi ha deciso di aderire all’azione dell’associazione, lanciata lo scorso gennaio, sta già ricevendo istruzioni in queste ore.
Chiara Ferragni e l’accordo con Codacons per il pandoro gate: a quanto ammonta il risarcimento?
L’accordo prevede il versamento, da parte di Chiara Ferragni, di una somma di denaro destinata al risarcimento dei consumatori rappresentati dal Codacons e dall’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi che avevano acquistato il pandoro “Pink Christmas”, e di un ulteriore importo per il rimborso delle spese legali sostenute dalle predette associazioni nell’ambito dei vari procedimenti giudiziari
si legge sul comunicato.
“Ci sarà un risarcimento di 150 euro per ciascun consumatore, li stiamo già contattando” riferisce l’avvocato Ramadori. Cifra che andrà interamente all’acquirente e non al Codacons, dato che l’accordo non prevede indennizzo, ma solo il rimborso delle spese legali per l’associazione.
La vendita del pandoro, infatti, era stata presentata come parte di una campagna di beneficenza, con un prezzo più elevato rispetto al valore abituale del prodotto. Lasciando intendere che l’acquisto del dolce natalizio ‘griffato’ avrebbe contribuito a raccogliere fondi per l’ospedale Santa Margherita di Torino. Donazione che, in realtà, era già avvenuta, e solo da parte dell’azienda Balocco, nel mese di maggio 2022.
Al centro delle polemiche erano poi finite le uova di Pasqua Dolci Preziosi, sempre firmate da Chiara Ferragni, che avevano seguito lo stesso ‘schema’ del pandoro.
La donazione per le donne vittime di violenza
Oltre a questo versamento, ci sarà anche una donazione, da parte dell’influencer, di una cifra pari a 200mila euro
a favore di un ente scelto d’intesa da Chiara Ferragni e il Codacons, con preferenza accordata a iniziative che supportino le donne vittime di violenza.
L’imprenditrice, si legge ancora, “è da sempre sensibile al tema”. La stessa associazione sta portando avanti il progetto “Oltre il silenzio” per supportare le vittime di violenza di genere. Previsto anche un evento nazionale a cui parteciperà la stessa influencer.
Codacons ritira le querele: cosa succede ora
Pace fatta, quindi. Ma quali sono gli scenari che ora si aprono per Chiara Ferragni? Mentre la controversia con l’Antitrust si è conclusa con il pagamento della multa per “pubblicità ingannevole“, l’inchiesta per truffa aggravata, avanzata dalla Procura di Milano in merito alla vendita di pandori e uova di Pasqua, è ancora aperta.
Le indagini preliminari si sono concluse lo scorso ottobre e l’influencer non è ancora stata rinviata a giudizio. Come confermato anche l’avvocato Ramadori, grazie a questo accordo “verranno rimesse le querele sia del Codacons che di Utenti Tv”.
Un elemento che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) portare gli inquirenti a rivedere le accuse, sebbene per il reato di truffa aggravata si possa anche procedere d’ufficio. Rivalutando quindi l’ipotesi dell’archiviazione per l’imprenditrice.
Un modo per ripulirsi l’immagine?
C’è poi un altro aspetto da considerare nell’ambito di questo accordo tra Chiara Ferragni, Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi. Il caso Balocco ha avuto pesanti ripercussioni sulla vita professionale dell’influencer (che ha perso follower e sponsor), nonché su quella privata, con il divorzio dal rapper Fedez.
Che questa decisione di risarcire i consumatori sia un modo, per l’imprenditrice, di “ripulirsi l’immagine” di fronte all’opinione pubblica?
“Sicuramente c’è questa volontà di riacquistare valore come influencer” risponde l’avvocato Marco Ramadori. “Noi non siamo dei ‘supervisori morali’, ma tuteliamo i consumatori. Siamo per la libertà d’espressione: l’importante è che venga rispettata la trasparenza nei messaggi, che non ci siano pubblicità occulta né alcun tipo di inganno”.
Il presidente Codacons sottolinea inoltre che “da parte di Chiara Ferragni c’è stata la volontà di prendere un impegno anche per il futuro: lo abbiamo apprezzato ed è il motivo alla base della transazione”.