Ora che tutti la vedono arrivare, diciamoci la verità: davanti a Elly Schlein si profila un 2025 che, dal punto di vista politico, prima passa e meglio è. Nel senso: ad oggi, è difficile immaginare la segretaria del Partito Democratico in una posizione migliore in vista di quello che è il suo grande obiettivo: sfidare Giorgia Meloni per Palazzo Chigi. Il Pd ai suoi piedi, cosa più unica che rara nella sua quasi ventennale storia nei confronti dei suoi segretari; il Movimento 5 Stelle in caduta libera; persino Renzi che la incorona leader della coalizione e candidata naturale del centrosinistra alla presidenza del Consiglio.
Sennonché le elezioni politiche sono in programma nel 2027. E per questo Elly, nei prossimi dodici mesi, per non dire nei prossimi 24, sarà chiamata a puntellare, smussare, rinsaldare. A fare, certo. Ma non a strafare. Perché sa che un mossa in più, in politica, è sempre una mossa sbagliata. E può risultare fatale.
Il 2025 di Elly Schlein, splendida quarantenne
Nel 2025, il 4 maggio, Elly Schlein festeggerà il suo quarantesimo compleanno. E quindi, l’augurio è che, quel giorno, possa farsi anche lei un giro in Vespa alla Nanni Moretti in Caro diario, film del 1993 che il suo zoccolo duro, di sinistra-sinistra, conoscerà a memoria
Ecco, parafrasando: “Cosa è successo in tutti questi anni? Ditemelo voi, iniziano a pesare le sconfitte. Una serie ininterrotta di sconfitte. La nostra generazione…che cosa siamo diventati? Siamo diventati pubbicitari, architetti, agenti di Borsa, deputati, assessori, giornalisti. Siamo tanto cambiati, tutti peggiorati…”
E ancora: “Siamo invecchiati, siamo inaciditi, siamo disonesti nel nostro lavoro. Gridavamo cose orrende, violentissime nei nostri cortei e ora guarda come siamo tutti imbruttiti…”
Ma lei, come Moretti del film, no. La quarantenne Elly Schlein, nel 2025, potrà dire:
“Voi gridavate cose orrende e violentissime. E voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono una splendida quarantenne”
Ecco: Elly Schlein è la segretaria che sta riscattando la sinistra-sinistra. Roba che, forse, nel 1996, col primo Prodi, era confinata in Rifondazione Comunista o giù di lì. Ma che oggi, complice lo statuto delle primarie Pd, è diventata maggioranza al Nazareno. Tuttavia: questo basterà per arrivare al 2027 nel modo giusto per imporsi automaticamente candidata premier di tutto il centrosinistra?
Questa è un’altra storia, naturalmente. Ma una storia che Elly Schlein deve iniziare a scrivere già nel 2025 nel segno dell’unità. Non è un caso, del resto, che sulla tessera del Pd del 2025 la segretaria abbia voluto far imprimere proprio questa parola: Unità.
I sondaggi
E comunque: iniziamo dai numeri. Elly Schlein, secondo Nando Pagnoncelli, ha chiuso il 2024 col Pd al 22,5% delle intenzioni di voto. Alle europee di giugno ebbe il 24,1%. Ma Elly può sempre vantare il fatto che ha preso il partito dalle mani di Enrico Letta ridotto, per le politiche del 2022, al 19,1%. Quindi, 3 punti e mezzo di valore aggiunto in meno di due anni di segreteria (festeggerà questo compleanno il 27 febbraio).
Ma tant’è: sono numeri troppo bassi per fare da soli e per non allargare la coalizione più che si può. Quindi, nell’agenda 2025 di Schlein, per forza di cosa ci sarà l’obiettivo di allargare il campo del centrosinistra, anche turandosi il naso e coprendosi gli occhi.
Il Campo largo versione 2025
Come sarà il Campo largo versione 2025? Per Elly Schlein, senz’altro duro da tenere in piedi, visto che Giuseppe Conte promette fuoco e fiamme e ha difficoltà persino a definirsi di sinistra. Che Avs, anch’esso in buona salute (Pagnoncelli lo dà al 6%) sembra comunque aver raggiunto la sua massima espanione con il 6,7% delle scorse europee. Che, nel campo riformista, Italia Viva e Azione vivono dei veri e propri travagli. E non si esclude nemmeno, non lo fa Giulia Pastorella, candidata alla segreteria di Azione in contrapposizione a Carlo Calenda, che alla fine non scelgano un altro campo su cui giocare la sfida delle politiche del 2027: quello liberal-democratico di Luigi Marattin.
Quindi, occhio: Elly Schlein nel 2025 deve dare prova di grande equilibrismo, altrimenti il castello rischia di crollare.
Le partite regionali decisive
Nel 2025, Schlein dovrà dare prova di grande equilibrio, prima di tutto a livello territoriale. Saranno sei le Regioni al voto: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Le prime quattro sono quelle più importanti per il centrosinistra a trazione Schlein.
Ma la prima, ad esempio, dopo l’affaire del terzo mandato che pretende Vincenzo De Luca, è già a grosso rischio. Tant’è che i maligni dicono che per questo la segretaria vede di buon occhio una candidatura del pentastellato Roberto Fico: per non bruciarsi in prima persona.
Di certo, la numero uno del Nazareno, se vuole rimanere tale, non può permettersi di perdere terreno. Deve difendere con le unghie e con i denti la Toscana e la Puglia, quindi. E, dato per perso il Veneto e ininfluente la Val d’Aosta, provare anche la riconquista delle Marche.
In fin dei conti, anche un 3-3, nel 2025, la metterebbe al riparo da eventuali ribaltoni interni. E a quel punto, per giocare in prima battuta la partita di Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, bisognerà far passare solo un anno.